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  • Mercoledì 18 gennaio 2023

La Corte Suprema di Israele ha preso un’importante decisione contro il governo

Si è espressa contro la nomina di un ministro fondamentale per la maggioranza, inasprendo le tensioni delle ultime settimane

Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro dell'Interno e della Salute Arye Dery (Ronen Zvulun/Pool Photo via AP)
Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro dell'Interno e della Salute Arye Dery (Ronen Zvulun/Pool Photo via AP)
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Mercoledì la Corte Suprema di Israele, il più alto tribunale del paese, si è espressa contro la nomina di Arye Dery, leader del partito ultraortodosso Shas, a ministro dell’Interno e della Salute. Dery è uno stretto alleato del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ed è alla guida del secondo più importante partito della coalizione di governo, che si è insediato a fine dicembre ed è il più di destra della storia di Israele.

La decisione è arrivata dopo un periodo di grandi tensioni tra la Corte Suprema e il governo, che dopo pochi giorni dall’insediamento aveva annunciato una riforma del sistema giudiziario per limitarne i poteri e assoggettarla di fatto al controllo politico. Nelle ultime settimane, l’annuncio della riforma del governo aveva sollevato parecchie preoccupazioni rispetto ai possibili rischi per la democrazia, e portato decine di migliaia di manifestanti in piazza a Tel Aviv.

L’anno scorso Dery era stato processato per evasione fiscale, uscendone con una sospensione della pena in seguito a un patteggiamento. Secondo la legge israeliana Dery non avrebbe potuto essere nominato ministro, ma prima che la Corte Suprema si esprimesse il governo aveva modificato la legge esistente appositamente per rendere la sua nomina legittima. Dery aveva giurato come ministro a fine dicembre. La Corte Suprema ha detto di essersi espressa contro la nomina di Dery a ministro perché recidivo – era stato condannato una prima volta nel 1999 per corruzione e frode – e perché durante il patteggiamento dell’anno scorso si era impegnato a lasciare il suo incarico di parlamentare.

Una nota del governo ha definito la sentenza della Corte Suprema ingiusta e ha fatto sapere che Dery continuerà a svolgere «un ruolo centrale e significativo». Non è chiaro però se Netanyahu deciderà di ignorare del tutto la decisione o se troverà un’altra soluzione. Il partito di Dery, Shas, è fondamentale per la maggioranza di governo e la sua nomina come ministro rappresenta una parte fondamentale per la tenuta della coalizione. Su 120 parlamentari, la coalizione di governo ne ha 64 e di questi 11 sono di Shas: abbastanza per far saltare la maggioranza.

Secondo molti commentatori, la riforma della Corte Suprema annunciata a inizio gennaio era stata pensata proprio per mettere pressione sulla Corte in merito al caso Dery.

Contestatissima dalle opposizioni, la riforma prevede che la Knesset (il parlamento israeliano) possa annullare una decisione della Corte con una semplice maggioranza assoluta dei voti (61 membri su 120), stabilendo di fatto un controllo del parlamento sulla magistratura e andando in palese contrasto con il principio democratico di separazione dei poteri. Tra le altre cose, la riforma prevede che i giudici della Corte vengano nominati o rimossi da una commissione composta diversamente da quella attuale, con una maggioranza di parlamentari e una minoranza di giudici e di professionisti del settore. Se la riforma dovesse passare, i partiti di maggioranza potrebbero dar seguito alla loro intenzione di annullare alcune importanti sentenze della Corte Suprema, tra cui quella che rende illegali le colonie israeliane in Cisgiordania, in una porzione di terra che la gran parte della comunità internazionale ritiene palestinese.