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  • Mercoledì 28 dicembre 2022

Il gran freddo ha mandato in tilt gli aeroporti e le compagnie aeree negli Stati Uniti

E in particolare la Southwest Airlines, una importante low cost, di cui sono stati cancellati più di 2.500 voli in un solo giorno

Una dipendente di Southwest Airlines controlla i bagagli accumulatisi all'aeroporto internazionale di Los Angeles, il 27 dicembre 2022 (AP Photo/Damian Dovarganes)
Una dipendente di Southwest Airlines controlla i bagagli accumulatisi all'aeroporto internazionale di Los Angeles, il 27 dicembre 2022 (AP Photo/Damian Dovarganes)

L’ondata di freddo e tempeste di neve che negli ultimi giorni ha colpito gran parte degli Stati Uniti ha causato grossi danni al traffico aereo e migliaia di persone sono rimaste bloccate negli aeroporti del paese. Martedì quasi cinquemila voli sono stati cancellati e più di quattromila hanno avuto grossi ritardi. Sono stati cancellati anche più di tremila voli in programma per mercoledì.

I problemi hanno riguardato una compagnia aerea in particolare: la Southwest Airlines, una low cost che è una delle più grandi compagnie aeree degli Stati Uniti e si occupa prevalentemente di voli interni. Più di 2.500 dei voli cancellati martedì erano suoi. I giornali americani stanno descrivendo le grosse difficoltà dell’azienda di queste ore come «il suo più grande disastro operativo» di sempre.

Southwest Airlines non sta riuscendo a riorganizzare i propri voli e a trovarne di alternativi per i propri clienti, in parte per via di un sistema informatico per la gestione delle prenotazioni e della programmazione dei voli inadeguato. Il dipartimento dei Trasporti ha espresso preoccupazione per «il tasso di cancellazioni e ritardi inaccettabile» della compagnia e per le sue mancanze in termini di servizio clienti. Sulla questione è intervenuto anche il presidente Joe Biden, che su Twitter ha detto che la sua amministrazione si assicurerà che le responsabilità delle compagnie aeree siano riconosciute.

Southwest si è più volta scusata per i ritardi e le cancellazioni, definendo i disagi per i passeggeri «inaccettabili» e promettendo rimborsi per i pasti, le notti in albergo e i trasporti alternativi usati dai propri clienti i cui voli previsti tra il 24 dicembre e il 2 gennaio sono stati cancellati o ritardati.

In alcuni aeroporti americani, come quelli di Denver, Chicago e Washington, si sono formate code lunghe ore per poter parlare con gli addetti ai servizi clienti delle compagnie aeree. Inoltre migliaia di bagagli si sono accumulati: molte persone si sono trovate separate dai propri.

Complessivamente i voli cancellati dal 22 dicembre sono stati quasi ventimila in tutti gli Stati Uniti.

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