Il governo ci ha ripensato sui pagamenti elettronici

La norma che eliminava l'obbligo del POS sotto ai 60 euro è stata cancellata, dopo le critiche della Commissione europea

Giorgia Meloni con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Giorgia Meloni con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Domenica sera il governo di Giorgia Meloni ha presentato un emendamento che cancella l’articolo 69 della bozza della prossima legge di bilancio, quello che prevedeva di introdurre una soglia di 60 euro sotto la quale un esercente può rifiutare i pagamenti elettronici. La norma era stata criticata da più parti, anche dalla Commissione Europea, che temeva avrebbe incentivato l’evasione fiscale. Il governo aveva provato a trattare con la Commissione, ma evidentemente non c’è stato molto margine e alla fine l’articolo sui pagamenti con il POS è stato tolto.

Della proposta di emendamento si era parlato per settimane, in un dibattito che era diventato piuttosto agguerrito. Il governo voleva togliere un obbligo, quello di accettare i pagamenti elettronici per qualsiasi somma, che era stato introdotto a giugno dal governo di Mario Draghi e che era stato pensato per favorire i pagamenti tracciabili, anche per i piccoli importi, per contrastare l’evasione fiscale e fornire migliori servizi ai consumatori. Ma il governo Meloni aveva cercato di eliminarlo per fare un favore ai commercianti, che in parte se ne lamentavano sostenendo che le commissioni sui pagamenti tramite POS siano troppo alte, specialmente sulle piccole somme.

La proposta di eliminare l’obbligo era stata però accompagnata da grandi critiche, e da giorni circolavano molti dubbi sulla possibilità che la Commissione Europea avrebbe gradito la proposta. Tra i tanti obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano è stato inserito anche quello di favorire i pagamenti elettronici al fine di combattere l’evasione, quindi la rimozione dell’obbligo avrebbe rappresentato un passo indietro in questo senso. Inoltre, la Commissione europea nel suo parere (non vincolante) sulla legge di bilancio aveva citato l’idea del governo Meloni tra le norme che non avrebbero aiutato a contrastare l’evasione, assieme all’aumento del tetto all’uso del denaro contante da 2 mila a 5 mila euro e al condono fiscale che consente la cancellazione dei debiti fiscali pregressi fino a 1.000 euro accumulati tra il 2000 e il 2015.

La decisione di mantenere l’obbligo di offrire la possibilità di pagare col POS è stata annunciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ne ha parlato durante una riunione della Commissione bilancio della Camera. «Nell’emendamento che presenterà il governo è prevista l’eliminazione della normativa relativa al POS» ha detto. «Argomento che rimettiamo alla valutazione della Commissione per quanto riguarda eventuali forme, che noi caldeggiamo, di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni».

Cancellando l’articolo 69 il governo ha anche tolto un’altra norma, quella che alzava il tetto per l’uso del denaro contante per i pagamenti fino a 5mila euro. Giorgetti però ha precisato che si tratta di un errore, e che il testo verrà corretto. «C’è un refuso, mi prendo io la responsabilità di un errore della Ragioneria» ha detto Giorgetti.

Già domenica sera la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva parlato con i giornalisti facendo capire che la soglia per rifiutare i pagamenti col POS sarebbe saltata. «Se non ci sono i margini ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti», aveva detto uscendo dal Senato dopo il concerto di Natale. Giorgetti ha poi confermato che l’idea è di sostituire la norma con qualche forma di compensazione economica per gli esercenti. Non è ancora chiaro quale sarà: un’idea è di introdurre crediti d’imposta per le imprese.

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