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  • Domenica 18 dicembre 2022

Il Qatar non ci prova soltanto con il Parlamento Europeo

Da anni è impegnato in enormi operazioni per aumentare la propria influenza nel mondo, sia illegali sia legali

(AP Photo/Christophe Ena)
(AP Photo/Christophe Ena)
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Negli ultimi giorni si è molto parlato del grave scandalo di corruzione e di tentativi di influenza indebita da parte del Qatar nei confronti di alcuni noti esponenti del Parlamento Europeo. Lo scandalo è probabilmente il più grave della storia dell’istituzione europea e ha portato all’arresto di alcune persone, alla rimozione della vicepresidente del Parlamento Eva Kaili e al sequestro, per ora, di oltre un milione di euro in contanti, trovati negli uffici e nelle abitazioni delle persone coinvolte.

L’inchiesta sull’influenza del Qatar è una delle più gravi della storia del Parlamento Europeo, ma non è la prima in cui il Qatar si è trovato coinvolto. Negli ultimi decenni il paese è stato impegnato in ampie e costose operazioni per aumentare la propria influenza all’estero, anche se è importante distinguere tra le operazioni legali, come il finanziamento in Occidente di musei, università ed eventi sportivi, e le operazioni apparentemente illegali, come potrebbe essere quella che ha coinvolto il Parlamento Europeo, se le accuse saranno confermate.

Le operazioni potenzialmente illegali in cui il Qatar è coinvolto in Occidente sono numerose, come ha scritto qualche giorno fa Politico. Negli Stati Uniti questa primavera il generale John Allen, che era stato comandante supremo delle forze americane in Afghanistan, è stato messo sotto indagine perché avrebbe fatto attività di lobby in favore del Qatar illegalmente, cioè senza le registrazioni e i permessi necessari secondo la legislazione americana. A seguito dell’inchiesta, Allen si è dimesso dalla presidenza della Brookings Institution, uno dei centri studi più importanti degli Stati Uniti, e il caso ha riguardato anche altre importanti personalità americane, come l’ex ambasciatore in Pakistan e negli Emirati Arabi Uniti.

Nel 2018, alcuni giornali americani scrissero che il Qatar aveva cercato di ingraziarsi e condizionare circa 250 persone (tra cui ambasciatori, politici e altri) che avrebbero potuto influenzare l’allora presidente americano Donald Trump. L’azione di per sé non era illegale (a queste 250 persone furono concessi viaggi gratis e la partecipazione a importanti conferenze) ma creò una certa inquietudine su quanto i lobbisti di uno stato straniero potessero essere vicini al presidente degli Stati Uniti.

Un altro caso notissimo riguarda le ampie e ben circostanziate accuse della corruzione grazie alla quale il Qatar avrebbe ottenuto l’assegnazione dei Mondiali di calcio maschili del 2022. Queste accuse, benché ampissime, sono state fatte però soprattutto da giornali, e non confermate nei tribunali, almeno finora.

Il Qatar non è ovviamente l’unico stato a cercare di ottenere influenza in Occidente tramite investimenti ed eventi: l’attività di altri stati più grandi, come la Cina, la Russia e l’Arabia Saudita, è maggiore. Ma la forte ascesa della reputazione del Qatar in Occidente in questi anni è un segno di come la ricerca di influenza da parte del governo qatariota sia stata particolarmente intensa.

Il Qatar ha circa tre milioni di abitanti e alcune delle riserve di gas naturali più grandi del mondo, e negli ultimi decenni è diventato uno stato eccezionalmente ricco, e capace di espandere la propria influenza all’estero spendendo eccezionali somme di denaro, come ha mostrato l’ultima edizione dei Mondiali di calcio.

Il Qatar negli ultimi anni ha fatto enormi investimenti in aziende e imprese occidentali importanti. Soltanto per citarne alcuni: in Germania possiede quote di Volkswagen, Porsche e Deutsche Bank; nel Regno Unito possiede i grandi magazzini Harrods, enormi proprietà immobiliari a Londra e il 20 per cento dell’aeroporto di Heathrow; in Italia, tra le altre cose, una società a controllo qatariota ha da poco comprato il marchio di lusso Valentino, e ha fatto enormi investimenti immobiliari, a partire dal quartiere Porta Nuova di Milano.

Il Qatar ha stipulato accordi importanti con molte università nel mondo, e oggi ospita otto sedi distaccate di prestigiose università americane, francesi e britanniche. Secondo l’ONG americana Project on Government Oversight, tra il 2011 e il 2017 è stato di gran lunga il più importante finanziatore delle università negli Stati Uniti, a cui avrebbe donato complessivamente un miliardo di dollari.

Tutte queste attività sono perfettamente legali. Ma se messe assieme alle attività che invece sono sospettate di essere illegali, come le operazioni di corruzione nel Parlamento Europeo, danno l’idea generale di un paese che sta usando tutti i mezzi – sia quelli propri sia quelli impropri – per aumentare la propria influenza nel mondo: «Di fatto non c’è capitale occidentale, per non parlare di quelle sudamericane o asiatiche, che in qualche modo non sia stata coinvolta» dall’enorme ricerca di influenza da parte del Qatar, ha detto a Politico Jonathan Schanzer del centro studi americano Foundation for Defense of Democracies.