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  • Giovedì 1 dicembre 2022

La Corte Costituzionale ha ribadito la legittimità dell’obbligo vaccinale

Le scelte sui vaccini fatte dal governo Draghi durante la pandemia sono state giudicate «non irragionevoli, né sproporzionate»

Il palazzo della Corte Costituzionale (ANSA/ETTORE FERRARI)
Il palazzo della Corte Costituzionale (ANSA/ETTORE FERRARI)
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La Corte Costituzionale ha ribadito la legittimità dell’obbligo vaccinale imposto dal governo di Mario Draghi durante il picco della pandemia da coronavirus. Era una sentenza molto attesa, soprattutto negli ambienti no vax e contrari al green pass. I quindici giudici della Corte hanno seguito le precedenti decisioni della stessa Consulta, non accogliendo nessuno dei ricorsi che erano stati presentati e confermando sostanzialmente l’obbligo vaccinale.

Tutte le questioni poste alla Corte riguardavano professionisti nel campo sanitario o dell’istruzione sospesi dal servizio perché non vaccinati contro il coronavirus. I decreti legge 01/04/2021 n. 44 e 24/03/2022 n. 24 del governo di Mario Draghi imponevano l’obbligo vaccinale, pena la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione, inizialmente fino al 31 dicembre 2022: termine anticipato dall’attuale governo di Giorgia Meloni al primo novembre scorso.

I ricorsi presentati erano in tutto undici, e riguardavano tre diversi ambiti, affrontati brevemente dalla Corte nel comunicato in cui informa della decisione. Il primo caso a cui si riferisce era quello di una psicologa che era stata sospesa nonostante il suo lavoro si svolgesse sempre da remoto: in questo caso la Corte ha ritenuto «inammissibile» la questione «per ragioni processuali». Significa che la Corte non entra nemmeno nel merito dell’incostituzionalità della norma (le ragioni possibili sono diverse: si conosceranno quando saranno depositate le sentenze con le motivazioni della Corte).

C’erano poi altre due categorie di questioni presentate: una riguardava le scelte adottate dal governo sui vaccini contro il coronavirus, che sono state ritenute «non irragionevoli, né sproporzionate». L’altra, quella che comprendeva più ricorsi, riguardava la legittimità di sospendere lo stipendio a chi era stato sospeso dal lavoro perché non vaccinato: anche queste questioni sono state giudicate «non fondate». Per avere maggiori informazioni bisognerà attendere le motivazioni della Corte, che saranno pubblicate con ogni probabilità nelle prossime settimane.

La sentenza della Corte ha sostanzialmente confermato la linea del governo di Mario Draghi, nonostante le grandi attese degli attivisti contrari al vaccino, che anche nella giornata di giovedì si erano radunati di fronte alla sede della Consulta in attesa della sentenza. Una decisione contraria non avrebbe avuto effetti immediati, dal momento che l’obbligo vaccinale non è più in corso, ma avrebbe aperto le porte a molti nuovi possibili ricorsi e richieste di indennizzo.