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  • Giovedì 24 novembre 2022

Kosovo e Serbia hanno trovato un accordo sulle targhe

Alla fine il governo kosovaro non introdurrà l’obbligo di sostituire le targhe serbe, dopo mesi di negoziati e proteste

L'alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Unione Europea, Josep Borrell (AP Photo/Jean-Francois Badias)
L'alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Unione Europea, Josep Borrell (AP Photo/Jean-Francois Badias)

Dopo mesi di negoziati, mercoledì sera i governi di Serbia e Kosovo hanno raggiunto un accordo sulle targhe automobilistiche da utilizzare nei rispettivi paesi, una questione che aveva creato grosse tensioni e che si temeva potesse portare a un aumento delle ostilità tra la popolazione serba e quella kosovara. L’accordo è stato annunciato dall’alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, Josep Borrell, che ha fatto da mediatore tra i due paesi.

L’accordo prevede che il Kosovo sospenda immediatamente l’obbligo per i kosovari di etnia serba di usare targhe automobilistiche kosovare, al posto di quelle serbe usate finora; a sua volta il governo della Serbia non rinnoverà le licenze delle targhe serbe usate dalla popolazione kosovara di etnia serba e non ne emetterà più di nuove.

È in sostanza lo stesso accordo che Borrell aveva proposto ai due governi nei negoziati delle scorse settimane e che lunedì il Kosovo aveva respinto. In mancanza di un accordo, giovedì sarebbe entrato in vigore l’obbligo imposto dal Kosovo, con multe di oltre 100 euro per i trasgressori.

La crisi diplomatica causata dalle discussioni sulle targhe ha le sue radici nelle relazioni estremamente complesse tra Kosovo e Serbia. Tra il 1998 e il 1999 fu combattuta una guerra tra l’esercito jugoslavo, controllato dai serbi, e i ribelli kosovari albanesi, che volevano separarsi. Il conflitto terminò dopo l’intervento della NATO, che intervenne in risposta alla pulizia etnica e alle estese violazioni dei diritti umani compiute dai serbi contro i kosovari albanesi. La NATO bombardò la Serbia costringendo le sue forze a ritirarsi dal territorio kosovaro. Nel 2008 il Kosovo dichiarò l’indipendenza dalla Serbia, che fu riconosciuta dagli Stati Uniti e da un pezzo dell’Unione Europea, ma non dai serbi e dai paesi loro alleati, come la Russia e la Cina.

Oggi in Kosovo abitano ancora circa 100mila persone di origine serba, su una popolazione totale di 1,8 milioni. Molte di queste continuano a circolare su auto con targhe serbe, risalenti a prima della guerra del 1999. Per i serbi kosovari le targhe automobilistiche erano diventate nel corso degli anni un simbolo di fedeltà alle istituzioni serbe, ma per questa stessa ragione le autorità del Kosovo le consideravano un problema e una minaccia alla propria autorità sul paese. Peraltro le autorità serbe avevano sempre rinnovato quelle vecchie targhe, continuando così a mantenere un collegamento tra i cittadini serbi del Kosovo e le istituzioni della Serbia.

La crisi, con i conseguenti negoziati dell’Unione Europea per trovare un accordo tra le parti, era iniziata dopo che ad agosto il governo del Kosovo aveva annunciato l’obbligo per tutta la popolazione nel territorio nazionale di usare sulle auto targhe kosovare al posto di quelle serbe. L’annuncio aveva provocato molte proteste, e ad agosto centinaia di persone di etnia serba avevano parcheggiato camion e altri mezzi vicino ai due principali passaggi di confine tra Kosovo e Serbia, obbligando la polizia a chiuderli entrambi.

Per via della questione delle targhe c’erano anche state dimissioni di massa di una serie di funzionari pubblici kosovari di etnia serba, tra cui politici, giudici, agenti di polizia. Le loro dimissioni erano state le prime dal 2013, anno in cui Serbia e Kosovo avevano raggiunto un primo e importante accordo per la normalizzazione dei propri rapporti.