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  • Giovedì 17 novembre 2022

Il Brasile è tornato, dice Lula

Il presidente brasiliano appena eletto ha detto di voler riallacciare i rapporti con la comunità internazionale e introdurre nuove regole per proteggere l'Amazzonia

Il presidente eletto del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, saluta alla COP27 di Sharm el Sheikh in Brasile (AP Photo/Peter Dejong)
Il presidente eletto del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, saluta alla COP27 di Sharm el Sheikh in Brasile (AP Photo/Peter Dejong)

In un discorso tenuto mercoledì alla Conferenza sul clima (COP27) di Sharm el Sheikh, in Egitto, il da poco eletto presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva ha detto che «il Brasile è tornato» e che ha intenzione di riallacciare i rapporti con il resto del mondo, dopo la presidenza del suo predecessore Jair Bolsonaro che aveva complicato le relazioni con molti paesi. Lula ha tenuto il discorso ad appena due settimane dalla propria vittoria al ballottaggio delle presidenziali brasiliane, ottenuta con un contenuto margine nei confronti di Bolsonaro, che manterrà l’incarico fino al prossimo gennaio. Lula, che ha 77 anni, è considerato un simbolo della sinistra sudamericana e mondiale: era già stato presidente del Brasile dal 2003 al 2011.

Nel discorso alla COP27, Lula ha detto di voler ripristinare le tutele per il patrimonio naturale dell’Amazzonia e di voler perseguire i crimini contro il clima: «Dobbiamo fermare questa corsa verso l’abisso. Non c’è sicurezza climatica per il mondo senza la protezione dell’Amazzonia. […] Faremo tutto il necessario per azzerare la deforestazione».

Per Lula mantenere la promessa non sarà però semplice: il Brasile è uscito profondamente diviso dalle elezioni e dalla presidenza Bolsonaro, sotto la quale non furono rispettati molti impegni sulla tutela dell’ambiente, proprio a partire dall’Amazzonia.

Oltre alle divisioni nel paese, Lula dovrà affrontare l’opposizione del Congresso brasiliano per riuscire a rivedere alcune delle scelte di Bolsonaro sull’ambiente. Per farlo sarà necessario riformare alcune agenzie governative, riattivare i fondi sospesi dal presidente uscente per la tutela dell’Amazzonia e rivedere alcuni regolamenti per sanzionare i crimini contro l’ambiente.

Più in generale, Lula ha sfruttato la COP27 per dare un segnale alla comunità internazionale, nel modo più diretto possibile:

Desidero dirvi che il Brasile è tornato. Il Brasile è tornato per riallacciare i suoi rapporti con il mondo e aiutare a combattere la fame. Per cooperare di nuovo con i paesi più poveri, a cominciare dall’Africa, e per cooperare nel trasferimento di tecnologie e per costruire un futuro migliore per i nostri popoli. Siamo tornati. Siamo tornati per costruire un nuovo ordine mondiale basato sul dialogo e sul multilateralismo.

La lunga carriera politica di Lula iniziata come sindacalista era stata compromessa da una serie di scandali e da una condanna per corruzione che aveva portato al suo incarceramento, poi annullata e considerata politicamente motivata dai suoi sostenitori. I suoi anni di presidenza furono un periodo di grande crescita economica del Brasile, caratterizzati da interventi forti ed efficaci nella lotta alla povertà e alla fame tra le fasce più povere della popolazione, grazie a programmi di fondi sociali e di sostegno economico diretto come “Bolsa Familia” e “Fome Zero”. Secondo gli analisti l’attuale situazione politica ed economica in Brasile potrebbe complicare i piani per Lula, rendendo difficile il mantenimento delle promesse annunciate durante il suo discorso di ieri.