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  • Giovedì 10 novembre 2022

Cosa c’è nel nuovo “decreto Aiuti”

Il governo ha confermato lo stanziamento di 9,1 miliardi di euro, le misure contro i rincari delle bollette e ha ridotto il Superbonus

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
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Giovedì notte il Consiglio dei ministri ha approvato il “decreto Aiuti quater”, la prima vera misura economica da quando è entrato in carica il governo guidato da Giorgia Meloni. Era un decreto molto atteso da famiglie e imprese, che aspettavano di capire se sarebbero state rifinanziate tutte quelle misure contro i rincari dell’energia che aveva introdotto il governo precedente, quello guidato da Mario Draghi.

Il decreto stanzierà in tutto 9,1 miliardi di euro, una somma che era stata lasciata a disposizione dal vecchio governo proprio per prolungare alcune misure fino alla fine dell’anno, come il taglio delle accise sulla benzina e i crediti d’imposta per le imprese per le bollette di elettricità e gas. Ma nel provvedimento ci sono anche norme identitarie della nuova maggioranza, come l’aumento del tetto all’uso del denaro contante fino a 5mila euro e il depotenziamento del Superbonus che passa dal 110 al 90 per cento.

Le misure contro i rincari dell’energia
Circa 3,4 miliardi di euro serviranno alla proroga, fino a fine anno, dei crediti d’imposta in favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas. Altri 1,3 miliardi di euro serviranno per allungare fino al 31 dicembre lo sconto fiscale per le accise sulla benzina e sul diesel, pari a 30,5 centesimi al litro, la cui scadenza era prevista per il 18 novembre.

Tra le norme in ambito energetico c’è anche la possibilità per le imprese con sede in Italia di rateizzare le bollette di luce e gas relative ai consumi del periodo tra ottobre e marzo dell’anno prossimo. La dilazione del pagamento è ammessa fino a un massimo di 36 rate mensili. Il comunicato del governo non contiene molti altri dettagli, ma stando alle informazioni circolate sul testo completo del decreto in questi giorni si è parlato di un tasso di interesse che non potrà superare quello pagato dai titoli di stato (mediamente un po’ più basso della media del mercato). Se l’impresa non pagherà due rate, anche non consecutive, decadrà dal beneficio e dovrà versare l’importo residuo in un’unica soluzione.

Il decreto prevede anche l’aumento della produzione nazionale di gas. Il gas estratto sarà poi venduto dal GSE, il Gestore dei servizi energetici, alle imprese cosiddette “energivore”, ossia che lo usano tantissimo nella loro attività produttiva.

L’aumento del tetto all’uso del contante
Come ampiamente previsto, il governo ha deciso di aumentare da gennaio 2023 il tetto all’uso del denaro contante, ossia quella soglia sopra la quale sono proibite le transazioni in contante, che passerà dagli attuali mille euro a 5 mila.

Sono stati inoltre stanziati 80 milioni di euro per la concessione di un credito d’imposta agli esercenti per le spese sostenute per i registratori di cassa per la trasmissione delle fatture telematiche all’Agenzia delle entrate. Il contributo è del 100 per cento della spesa sostenuta, fino a 50 euro per ogni registratore telematico acquistato.

– Leggi anche: Che senso ha alzare il tetto all’uso del denaro contante?

Detassazione dei benefit aziendali
Le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas non saranno conteggiate all’interno del reddito imponibile ai fini fiscali.

Superbonus
Dal 2023 l’aliquota passa dal 110 al 90 per cento e saranno ammessi solamente i lavori per la prima casa, con particolari limiti in base al reddito. L’agevolazione rimane invece al 110 per cento fino alla fine di marzo 2023 per le villette unifamiliari, a patto che avessero completato almeno il 30 per cento dei lavori alla fine dello scorso settembre.