I primi provvedimenti del governo Meloni

È stata approvata una norma sull'ergastolo ostativo e decisa la fine dell'obbligo vaccinale per il personale sanitario, tra le altre cose

(Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse)
(Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse)
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Lunedì 31 ottobre si è svolto il primo Consiglio dei ministri del governo guidato da Giorgia Meloni, in cui tra le altre cose sono stati nominati i sottosegretari dei ministeri ed è stato approvato un decreto legge che include misure riguardanti ambiti molto diversi, dalla sanità alla giustizia.

Su proposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio, il governo è intervenuto per modificare l’ordinamento penitenziario in merito all’ergastolo ostativo, una pena senza fine che “osta” a qualsiasi sua modificazione e che non può essere né abbreviata né convertita in pene alternative, a meno che la persona detenuta decida di collaborare con la giustizia.

L’ergastolo ostativo stabilisce che le persone condannate per alcuni reati di particolare gravità, come mafia o terrorismo, non possano essere ammesse ai cosiddetti “benefici penitenziari” né alle misure alternative alla detenzione. Per queste persone è escluso l’accesso alla liberazione condizionale, al lavoro all’esterno, ai permessi-premio e alla semilibertà.

Nell’aprile del 2021 la Corte Costituzionale aveva decretato che la norma fosse incompatibile con la Costituzione e aveva dato mandato al parlamento di modificarla entro il novembre del 2022 (se per questa scadenza non fosse stata approvata alcuna legge, la norma che prevede l’ergastolo ostativo sarebbe stata abolita).

Il decreto con le modifiche approvato dal governo Meloni ricalca un progetto di legge già approvato lo scorso marzo dalla Camera, e che per via della fine della legislatura  non era stato approvato in via definitiva. Prevede che si potranno concedere forme di “benefici” penitenziari a tutti quei detenuti che, anche senza aver collaborato con la giustizia, dimostrino di aver tenuto una corretta condotta carceraria e partecipato a un percorso rieducativo. Ne continueranno a essere esclusi i detenuti in regime di 41-bis, ovvero il “carcere duro” per i delitti più gravi come mafia e terrorismo.

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Il governo ha inoltre rinviato al 30 dicembre 2022 l’entrata in vigore di alcune disposizioni della riforma della Giustizia approvata dal precedente governo (la cosiddetta riforma Cartabia, dal nome dell’ex ministra della Giustizia). Il prossimo 2 novembre sarebbe entrata in vigore la riforma nella parte che riguarda il processo penale, e che prevede adempimenti da parte degli uffici giudiziari italiani su cui secondo Meloni ci sono ancora molti ritardi organizzativi. Proprio per via di questi ritardi, il governo ha deciso di posticipare di due mesi l’entrata in vigore della riforma.

Lunedì Meloni ha anche annunciato alcune misure per contrastare i rave party illegali, alla luce di quello molto discusso che è stato organizzato negli ultimi giorni a Modena. Il governo ha deciso di introdurre un nuovo reato, quello di “Invasione per raduni pericolosi”, che prevede tra le altre cose la reclusione da 3 a 6 anni, e multe da 1.000 a 10.000 euro.

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Per quanto riguarda la sanità, il decreto prevede soprattutto la fine dell’obbligo di vaccino per il personale delle strutture sanitarie (che in origine sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre).

«Gli operatori della sanità erano gli unici per i quali era prevista l’obbligatorietà vaccinale, abbiamo deciso di anticipare la fine dell’obbligo a domani perché ci consente di prendere 4mila persone ferme e metterle al lavoro, in un momento di grave carenza di organico», ha detto Meloni nel corso della conferenza stampa lunedì. Inoltre il governo ha deciso di confermare l’obbligo di indossare le mascherine negli ospedali, nelle strutture sanitarie e nelle residenze socio-sanitarie assistenziali (RSA), che sarebbe scaduto oggi. Meloni non ha specificato fino a quando l’obbligo resterà in vigore.