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  • Mercoledì 26 ottobre 2022

Sono giorni di violenze e agitazioni in Palestina

Iniziati con un'operazione dell'esercito israeliano contro un gruppo militante a Nablus, nella quale sono state uccise cinque persone

I funerali di Tamer al Kilani a Nablus, 23 ottobre 2022 (AP Photo/Majdi Mohammed)
I funerali di Tamer al Kilani a Nablus, 23 ottobre 2022 (AP Photo/Majdi Mohammed)

Martedì migliaia di persone si sono ritrovate nel centro di Nablus, la seconda città più grande della Cisgiordania, in Palestina, per partecipare al corteo funebre di cinque persone uccise dalle forze israeliane durante un’operazione contro un gruppo militante avvenuta nella notte tra lunedì e martedì. Al contempo per protestare contro le uccisioni è stato proclamato uno sciopero generale in Cisgiordania e a Gaza, il secondo nel giro di una settimana. Scuole e negozi hanno chiuso in anticipo in tutte le città.

Ormai da anni nelle tensioni fra israeliani e palestinesi ci sono picchi di violenze e attacchi reciproci. A maggio del 2021 Israele aveva condotto un’operazione militare nella Striscia di Gaza che aveva causato quasi 300 morti palestinesi. Dall’inizio del 2022 le violenze si sono fatte più episodiche, ma in un certo senso più costanti. 20 israeliani sono stati uccisi in vari attacchi di gruppi militanti palestinesi. L’esercito israeliano ha reagito con la violenza uccidendo almeno 125 palestinesi in varie operazioni (il ministero della Salute palestinese riporta una cifra più alta: 184 morti).

L’ultima operazione è avvenuta nella notte tra lunedì e martedì. Le forze speciali israeliane, utilizzando decine di veicoli blindati, hanno fatto irruzione nel centro di Nablus. L’esercito israeliano ha fatto sapere che l’obiettivo dell’operazione era un laboratorio di produzione di armi gestito dal gruppo militante Fossa dei Leoni, nato pochi mesi fa come “ombrello” dei gruppi armati di varie organizzazioni politico-militari palestinesi ma già estremamente popolare. Centinaia di persone sono scese per le strade, lanciando pietre contro le forze israeliane. Almeno 21 palestinesi sono rimasti feriti e quattro di loro sono in condizioni critiche.

Un residente ha descritto ad al Jazeera l’attacco israeliano dicendo che è stato «simile a un’invasione»: «Sono entrati con più di cento veicoli mentre i membri delle forze speciali in abiti civili andavano tra le case, nei quartieri, i cecchini si posizionavano sui tetti e i droni lanciavano missili». Uno dei testimoni dell’attacco ha detto ad al Jazeera che le forze israeliane hanno attaccato i residenti utilizzando anche un gas tossico. «Non siamo ancora sicuri di cosa fosse, erano gas lacrimogeni mischiati a gas velenosi sparati dai droni», ha detto. Al Jazeera non è stata per ora in grado di confermare ufficialmente la notizia.

Residenti e giornalisti locali hanno raccontato ad al Jazeera che due degli uomini uccisi, Hamdi Sharaf, 30 anni, e Ali Antar, 26 anni, erano disarmati e stavano tornando a casa dal lavoro. Gli altri tre, Hamdi Qayyem, 35 anni, Wadee al Hawah, 31 anni, e Mish’al Baghdadi, 27 anni, facevano parte della Fossa dei Leoni. Due settimane fa il gruppo aveva rivendicato l’uccisione di un soldato israeliano a cui era stato assegnato il compito di proteggere una manifestazione di coloni israeliani a Gerusalemme. Qualche giorno prima miliziani della Fossa dei Leoni avevano sparato contro un bus e un taxi israeliani che stavano percorrendo una strada fra due insediamenti illegali in Cisgiordania.

«I combattenti, anche se giovani, erano rispettati e godevano di grande considerazione popolare», ha detto ad al Jazeera il giornalista locale Bakr Abdelhaq. Altre persone presenti al corteo funebre hanno detto che la gente piangeva in modo collettivo, «istericamente», e che molte persone erano arrivate anche dalle città vicine. «Nablus vive in uno stato di guerra da circa un mese» ha aggiunto Abdelhaq: «Ci sono costantemente droni di sorveglianza nel cielo, e restrizioni estremamente pesanti all’uscita della città e nelle aree circostanti».

Nablus, 25 ottobre 2022 (AP Photo/Majdi Mohammed)

Appena pochi giorni fa, sempre a Nablus, l’esercito israeliano aveva ucciso uno dei leader della Fossa dei Leoni, Tamer al Kilani, facendo esplodere una bomba agganciata a una moto mentre al Kilani ci stava passando accanto. Anche i funerali di al Kilani sono stati molto partecipati.

Mentre scontri e violenze di questo tipo sono piuttosto comuni nella Striscia di Gaza, erano anni che non avvenivano con questa costanza nelle città della Cisgiordania. L’ONU ha stimato che il 2022 «è l’anno con il bilancio più alto di morti palestinesi in Cisgiordania degli ultimi sedici anni», quindi dalla fine della Seconda Intifada, una rivolta popolare palestinese che durò dal 2000 al 2005 facendo migliaia di morti.