La conferenza dei servizi ha approvato il rigassificatore di Piombino

Il commissario Eugenio Giani firmerà la prossima settimana l'autorizzazione per l'installazione della discussa nave nel porto

Il porto di Piombino dall'alto (Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale)
Il porto di Piombino dall'alto (Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale)
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Venerdì 21 ottobre la conferenza dei servizi ha dato il proprio parere favorevole all’installazione nel porto di Piombino, in provincia di Livorno, del discusso rigassificatore galleggiante. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che riveste anche il ruolo di commissario per il rigassificatore, ha detto che la nave «rimarrà in esercizio per tre anni» e che entro un mese e mezzo SNAM dovrà indicare dove saranno montate le infrastrutture per gestire il sistema.

Giani ha poi spiegato che «tra lunedì e martedì mattina, dopo l’approvazione del “memorandum Piombino” da parte della Giunta regionale, firmerò l’autorizzazione». Nella documentazione saranno comprese le “prescrizioni” fornite dalla conferenza dei servizi che riguardano in particolare aspetti legati alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente. E proprio su questi aspetti da mesi protestano varie associazioni locali, sostenute dalle amministrazioni locali contrarie al progetto.

Il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari di Fratelli d’Italia, ha annunciato che sarà presentato un ricorso per impugnare l’autorizzazione al Tribunale amministrativo regionale (TAR). Ferrari ritiene inoltre che il memorandum non tenga conto delle effettive necessità e dei rischi per la città: «La collocazione del rigassificatore nel porto di Piombino è dannosa per il territorio e rappresenta un pericolo per la città e i cittadini».

Il memorandum è da tempo al centro delle polemiche più dure da parte delle associazioni, perché nelle compensazioni sono state inserite tante delle promesse non mantenute negli ultimi decenni: una strada di cui si discute dagli anni Settanta, essenziale come secondo accesso alla città e al porto, le bonifiche ambientali attese da anni, un problema così vasto e nascosto che è difficile capire quanti soldi serviranno per farle considerate le quantità di inquinanti riversate soprattutto tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

Il rigassificatore previsto dal progetto, la Golar Tundra, è una nave lunga 300 metri e larga 40. Serve per riportare allo stato gassoso il gas naturale liquefatto, in sigla GNL o LNG. La nave può immettere nella rete fino a 5 miliardi di metri cubi di gas in un anno. I rigassificatori vengono definiti onshore se posizionati sulla terraferma, e offshore se installati in mare, collegati alla rete con un gasdotto. A Piombino si è scelta una soluzione ibrida, con una nave attraccata al porto, principalmente per via dei tempi ristretti: SNAM e il governo vorrebbero metterla in funzione entro la primavera del prossimo anno.

La nave verrebbe installata accanto alla banchina est del porto, realizzata per l’approdo e lo smontaggio del relitto della Costa Concordia, poi dirottato a Genova. La necessità di trovare nuove forniture di gas in tempi brevi per sostituire quello proveniente dalla Russia aveva portato il governo Draghi a fare tutto molto in fretta: non verrà fatta la valutazione di impatto ambientale (VIA) e molti passaggi tecnici saranno molto veloci o non sono proprio previsti. Il nuovo governo di Giorgia Meloni sembra essere orientato a sostenere il progetto, almeno stando alle dichiarazioni in campagna elettorale della stessa Meloni.