Una canzone dei Bran Van 3000

Che è allegra con una sua malinconia

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Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Little Simz – la citammo un paio di volte l’anno scorso – ha vinto il Booker prize, quel premio britannico che dico sempre che è il più nobile di tutti, pur avendo un po’ sbracato negli ultimi anni. Si è congratulato anche il sindaco di Londra. Questo era quel creativo pezzo con cui iniziava il disco.
Ho visto la prima stagione della serie che si chiama Condor , del 2018, per curiosità avendo scoperto che è un riadattamento della stessa storia da cui fu tratto quel film fine-di-mondo che è I tre giorni del condor. Un riadattamento per pubblico di Netflix, con gli attori che sembrano modelli o presi dal cast di Beverly Hills 90210 , salvato dalla presenza di William Hurt: ma la ricompensa per essermi fatto tutte le dieci puntate è arrivata alla nona, con la citazione del monologo di Joubert (mentre manca l’altro grande monologo). Comunque, se ne parlo qui è perché in fondo – insieme a un ridicolo finale fiorentino – c’è questa canzone di Hamilton Leithauser e Rostam (tutti e due di Washington, DC, scelta coerente con la storia) , dei quali ero del tutto ignorante, niente male.
La questione dell’uso inesatto degli anni luce in Diamonds and rust di Joan Baez ha generato molte e varie reazioni, e grazie a tutti: come dicono sempre con quella frase fatta, “le canzoni poi sono di chi le ascolta”, e ci mancherebbe che dovessimo litigare pure su quelle.

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Bran Van 3000

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Stamattina ho scritto una cosa deprimente , e ho ricevuto telefonate e messaggi depressi per mezza giornata, e adesso mi sento in colpa e quindi buttiamoci su una delle canzoni più allegre che conosco. Il riflusso nel privato.

Give us a ring-a-ding-ding, it’s a beautiful day

Probabilmente la sapete, la canzone, stasera. Uscì nel 1997 ma andò fortissimo nel 1998, e andò forte in Italia e ancora adesso è spesso in circolazione. Fu la canzone-della-vita di un’improvvisata band canadese messa insieme da un giovane deejay e regista. È allegra con una sua malinconia: parla di una giornata a Los Angeles convulsa e con dubbi su cosa ci stia a fare lì, il suo protagonista, e parla di provare a sfondare scrivendo ma chissà, poi. Forse parla di cambiare vita, invece.
E lo fa con un circo di suoni, generi, campionamenti, e una parte vocale tra le più canticchiabili della storia (ma è canticchiabile pure ogni singolo suono). Se volete saperne di più ce ne sono diverse celebrazioni in giro ( anche una che la associa a un altro capolavoro del tempo che abbiamo spesso citato qui, A long december ).

I woke up again this morning with the sun in my eyes
When Mike came over with a script surprise

State allegri, o cambiate vita.

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