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  • Giovedì 20 ottobre 2022

Che cosa succede adesso nel Regno Unito

Dopo le dimissioni di Liz Truss, il partito Conservatore vuole trovare al più presto un nuovo primo ministro e si riparla di Boris Johnson

Il Big Ben visto in una pozzanghera a Londra, Regno Unito (Dan Kitwood/Getty Images)
Il Big Ben visto in una pozzanghera a Londra, Regno Unito (Dan Kitwood/Getty Images)
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Con le dimissioni della prima ministra britannica, Liz Truss, al già difficile periodo di incertezza politica nel Regno Unito si aggiungono ulteriori complicazioni. Truss è rimasta al governo appena sei settimane e ha rinunciato a proseguire dopo che gran parte dei membri del suo partito, quello Conservatore, avevano ritirato il loro sostegno. Nel discorso in cui ha annunciato le dimissioni, Truss ha detto che la prossima persona che guiderà il governo sarà nominata entro la fine della prossima settimana. Spetterà ancora una volta al partito Conservatore esprimere il capo di governo, con una procedura che è stata spiegata in serata da Graham Brady, il capo del “1922 Committee”, il gruppo che si occupa delle leadership dei Conservatori.

Brady ha detto che il processo di selezione si dovrebbe concludere entro il prossimo 28 ottobre, in modo da arrivare velocemente alla formazione di un nuovo governo, vista l’urgenza di alcune decisioni da assumere sia per l’economia in grande difficoltà sia per la crisi energetica. Non è comunque escluso che si possa fare prima, con un risultato entro i primi giorni della prossima settimana.

Per potersi candidare alla guida del governo, ogni candidato dovrà avere almeno il sostegno di 100 parlamentari conservatori; con gli attuali numeri nel Parlamento britannico, significa che potranno esserci al massimo tre candidati. Ogni persona che si vuole candidare avrà tempo da questa notte alle 14 (le 15 in Italia) di lunedì 24 ottobre per mostrare di avere il sostegno necessario. Se lo otterrà un solo candidato, questo diventerà automaticamente il leader del partito e il primo ministro (nel Regno Unito le due cariche sono dipendenti). Se invece ci saranno più candidati, lunedì i parlamentari voteranno e sarà eliminato il candidato con meno voti. I due candidati rimanenti parteciperanno poi a un ballottaggio esteso ai membri del partito.

Secondo i media britannici, i parlamentari Conservatori vorrebbero evitare quest’ultimo scenario, visto che alla precedente consultazione Truss era stata scelta in questo modo. La regola dei 100 voti per potersi candidare è stata decisa anche in questa ottica, ma occorre ricordare che alla precedente scelta della leadership oltre a Liz Truss, anche Rishi Sunak e Penny Mordaunt avevano superato la soglia.

Nel pomeriggio di giovedì sono circolate notizie circa la possibilità che Boris Johnson provi nuovamente a candidarsi, dopo che aveva annunciato l’intenzione di dimettersi nell’estate, avviando il meccanismo che aveva poi portato alla nomina di Liz Truss. Al momento appare però difficile che Johnson riesca a ottenere le 100 preferenze necessarie per candidarsi, considerato che non è molto benvoluto tra i parlamentari Conservatori dopo la sua esperienza di governo. Sunak, che aveva perso contro Truss, dovrebbe invece candidarsi e ha già ricevuto il sostegno di almeno una decina di parlamentari.