Il primo problema della nuova maggioranza è in Lombardia

Sia l'assessora Letizia Moratti sia il presidente uscente Attilio Fontana vogliono candidarsi alle regionali

Letizia Moratti e Attilio Fontana. (LaPresse - Claudio Furlan)
Letizia Moratti e Attilio Fontana. (LaPresse - Claudio Furlan)
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Meno di una settimana dopo le elezioni la coalizione della destra, che ha stravinto e avrà la maggioranza nel prossimo parlamento, ha già un problema in Lombardia: alle prossime elezioni regionali, previste per la primavera del 2023, vogliono candidarsi sia l’attuale presidente Attilio Fontana, della Lega, sia la sua vice e assessora al Welfare, Letizia Moratti, che non ha al momento un partito. È uno dei primi effetti dei mutati rapporti di forza interni alla coalizione seguiti alle elezioni: il partito di Fontana ha perso rilevanza e centralità, scendendo al 9 per cento delle preferenze, e Moratti sta cercando di approfittare di questo momento di debolezza. Si dice che possa aderire proprio a Fratelli d’Italia, se il partito di Giorgia Meloni dovesse sostenerla nel suo tentativo di candidarsi alle elezioni lombarde.

Venerdì sera Fontana e Moratti si sono incontrati per un’ora al Palazzo Lombardia di Milano per provare a chiarirsi, dopo che nei giorni scorsi era emersa la volontà di Moratti di candidarsi alle elezioni, per le quali Fontana ritiene invece di essere il naturale candidato di coalizione in quanto presidente uscente. Ma non si sono chiariti per niente: «Questa sera ho evidenziato alla vicepresidente e assessora al Welfare, in maniera chiara e inequivocabile, che il nostro rapporto fiduciario, sul piano del posizionamento politico, si è incrinato», ha scritto Fontana in un comunicato diffuso dopo l’incontro. «Ciò nonostante, essendo io il garante della coalizione in Lombardia e per senso di responsabilità rispetto al momento politico nazionale che stiamo vivendo, mi riservo di prendere una decisione definitiva dopo un confronto con i leader del centrodestra».

Moratti è una storica esponente del centrodestra lombardo, sindaca di Milano tra il 2006 e il 2011 e poi ministra nel secondo e terzo governo Berlusconi. A lungo era stata lontana dalla politica, finché all’inizio del 2021 Fontana l’aveva chiamata a fare l’assessora regionale al Welfare, succedendo a Giulio Gallera, criticatissimo per la gestione della pandemia da coronavirus in Lombardia. Moratti era quindi tornata ad avere rilevanza politica, in un momento in cui la Lega – cioè il partito che amministra la regione da dieci anni – stava perdendo consensi. Nel 2018 aveva preso alle politiche 1,5 milioni di voti, domenica scorsa ne ha presi meno della metà. Tutto questo mentre Fratelli d’Italia li ha più che sestuplicati, arrivando a 1,4 milioni.

Pochi giorni fa Moratti, intervistata in tv da Marco Damilano, aveva sostenuto che in quell’occasione Fontana le avesse promesso, in cambio del suo ingresso nella giunta regionale, «un passaggio di testimone a fine legislatura», confermando una voce che circolava da tempo sui giornali. Ma Fontana aveva smentito questa ricostruzione, annunciando di volerle parlare per capire «se vuole ancora essere parte della nostra squadra o se invece vuole fare parte di un’altra squadra».

A quanto pare però non l’ha capito. L’incontro di venerdì non sembra aver risolto niente, e anzi, secondo fonti del Corriere della Sera, «Moratti durante il faccia a faccia non ha negato l’ipotesi per cui si potrebbe candidare alle prossime Regionali anche contro lo stesso presidente». I giornali parlano addirittura della possibilità che a Moratti vengano ritirate le deleghe di vice presidente e di assessora.

Fontana ha fatto capire che rimetterà la scelta ai leader nazionali della coalizione, che dovranno decidere se confermare il presidente uscente, che fa parte di un partito in crisi di consensi anche in Lombardia, la regione in cui è più radicato insieme al Veneto, e che non è uscito bene dalla gestione della pandemia, nonostante sia passato un po’ di tempo.

Quello di chi candidare in Lombardia – la regione più ricca e popolosa d’Italia, e quindi assai importante dal punto di vista politico – potrebbe insomma essere uno dei primi problemi da risolvere per la nuova maggioranza, e la scelta finale potrebbe essere una delle prime grosse conseguenze delle elezioni del 25 settembre. Moratti è storicamente vicina a Forza Italia, ma di recente si è parlato di un suo avvicinamento a Fratelli d’Italia: entrambi partiti che sono usciti dalle elezioni molto meglio della Lega, che si ritrova perciò in difficoltà. Allo stesso tempo, i giornali hanno parlato della possibilità che Moratti, se non riuscisse a farsi sostenere dalla destra, possa candidarsi per il cosiddetto Terzo Polo di Azione e Italia Viva: un’eventualità che evidentemente la nuova maggioranza vuole evitare, perché dividerebbe il suo elettorato.