L’amore per Clippy, la graffetta più odiata

L'ascesa, declino e rivalutazione dell'assistente virtuale più famoso e inopportuno di Microsoft racconta qualcosa sul nostro rapporto con la tecnologia

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Kevan Atteberry è un illustratore di libri per bambini, ha 66 anni, vive a Bellevue nello stato di Washington (Stati Uniti) e per molti anni ha omesso dal proprio curriculum la cosa per cui sarà probabilmente più ricordato, almeno da un paio di generazioni: avere inventato Clippy, il fastidiosissimo assistente virtuale a forma di graffetta di Microsoft Office.

Lo disegnò per la prima volta intorno alla metà degli anni Novanta, senza immaginare il successo che il suo personaggio avrebbe avuto – nel bene e nel male – in oltre 25 anni di esistenza. Quasi da subito odiato, per la sua distraente insistenza, Clippy sarebbe diventato negli anni fonte di modi di dire, meme e persino racconti erotici, facendo infine affezionare milioni di persone con un effetto nostalgia che dura ancora oggi.

Clippy era in un certo senso figlio del suo tempo: nella prima metà degli anni Novanta i personal computer non erano ancora molto diffusi, soprattutto in ambiente domestico, di conseguenza le persone non avevano idea di come utilizzare non solo i software, ma in molti casi anche il mouse e alcuni comandi da tastiera. Apple prima e Microsoft poi avevano in parte risolto il problema con l’introduzione dei sistemi operativi con interfaccia grafica. Al posto dei comandi testuali, fino ad allora la norma per buona parte dell’informatica, i nuovi sistemi operativi come Windows offrivano icone, cartelle e finestre all’interno delle quali muoversi per cercare file e avviare programmi, in modo più semplice e intuitivo.

Il passaggio alle interfacce grafiche e una relativa riduzione dei prezzi avevano avvicinato molte più persone ai personal computer, ma adattarsi al nuovo sistema non era comunque semplice, soprattutto per le generazioni abituate al massimo alla macchina da scrivere. Per superare questo divario tra analogico e digitale e incentivare il passaggio ai PC con Windows sopra, i dirigenti di Microsoft pensarono che fosse necessario inventarsi qualcosa che rendesse l’esperienza al computer il più familiare possibile e vicina all’esperienza di ogni giorno.

Questa ambizione si concretizzò in Microsoft Bob, un programma messo in vendita nel marzo del 1995 e che poteva essere utilizzato sulle versioni 3.1x, 95 e NT di Windows. Bob era una sorta di ambiente virtuale, molto spartano, che riproduceva vari ambienti della casa dentro i quali ci si poteva muovere per svolgere varie attività. Cliccando su un calendario appeso alla parete si poteva segnare un promemoria, mentre cliccando su un blocco per gli appunti su una scrivania si poteva accedere a un programma per la scrittura. Il sistema era pensato come una sorta di interfaccia grafica più realistica, da utilizzare al posto di quella più stilizzata di Windows con simboli e icone.

Una schermata di Microsoft Bob (Microsoft)

La progettazione e la realizzazione degli ambienti era basata su alcuni studi svolti presso la Stanford University, una delle più prestigiose università degli Stati Uniti, che avevano indicato come alcune parti del cervello che si attivano quando utilizziamo mouse e tastiera siano le stesse responsabili delle nostre reazioni emotive quando abbiamo a che fare con altre persone. Le ricerche in tema erano molto elaborate, ma i dirigenti di Microsoft ne fecero un’interpretazione alquanto creativa, concludendo che se le reazioni davanti al computer erano le stesse che si hanno con altri esseri umani, allora fosse utile introdurre elementi grafici nel software come facce e possibilità di interagire con loro. Ma occorreva sviluppare nuovi personaggi per rispondere a questa necessità.

Il compito di immaginare alcuni di quei personaggi fu affidato ad Atteberry, che aveva avviato una collaborazione con Microsoft lavorando sia dalla sua sede a Seattle sia dal proprio studio a Bellevue. Atteberry iniziò a disegnare per Bob alcuni animali antropomorfi, ma in breve tempo capì che immaginare volti su oggetti inanimati lo divertiva molto di più. Un giorno prese una matita, disegnò una graffetta e due occhi alquanto stilizzati, poi accese il suo Macintosh, sul quale preferiva lavorare rispetto ai PC Windows, e ne fece una copia digitale. Clippy, il più famoso personaggio virtuale di Microsoft nacque così, su un computer Apple.

(Kevan Atteberry)

Il prototipo subì alcune modifiche, per esempio l’aggiunta delle sopracciglia per dare maggiore carattere al personaggio. John Michaud, un animatore di cartoni animati, lavorò per renderlo tridimensionale e per farlo muovere sullo schermo, utilizzando la parte finale della graffetta come una sorta di coda o di mano a seconda delle necessità.

Clippy, il cui nome ufficiale era in realtà Clippit, superò la prova di diversi focus group, organizzati per valutare la reazione delle persone ai personaggi ideati da Microsoft. Non era però molto chiaro in quale contesto si sarebbe presentata la graffetta animata e con quali funzioni. Il personaggio non fece comunque in tempo a comparire all’interno di Microsoft Bob, perché il programma fu abbandonato a poco meno di un anno dalla sua messa in vendita. L’idea degli assistenti per facilitare l’utilizzo dei programmi era però rimasta e Clippy si stava preparando per il proprio debutto in Microsoft Office 97.

Pur essendo consapevoli dell’insuccesso di Bob, che aveva per la prima volta mostrato alcuni assistenti come il cane Rover, i manager di Microsoft continuarono a portare avanti i loro piani per Clippy. Lo stesso Bill Gates, cofondatore della società, aveva in varie riunioni criticato più o meno scherzosamente l’iniziativa, definendo la graffetta un «clown». La pensavano allo stesso modo alcuni sviluppatori, che inserirono nel codice che faceva funzionare Clippy la sigla “TFC”, ufficialmente per definire “the friendly character” (“l’amichevole personaggio”), anche se per tutti era “the fucking clown” (“un clown del cazzo”).

Microsoft condusse focus group in varie parti del mondo per scegliere i personaggi che avrebbero fatto compagnia a Clippy per fare gli assistenti di Office. Furono selezionati tra gli altri un cane, un gatto e un robot, ma Clippy era il personaggio predefinito e in molti dopo l’installazione del software non ebbero mai idea che potessero scegliere un’alternativa. La ricezione degli assistenti fu piuttosto tiepida da parte degli utenti, comunque incuriositi dalla nuova funzione almeno per i primi minuti di utilizzo.

In breve tempo Clippy e gli altri finirono per essere odiati per la loro comparsa nei momenti più inopportuni, con proposte di aiuto non richieste. Era sufficiente scrivere “Caro Stefano” in una pagina bianca di Word, il programma di scrittura di Office, per far comparire Clippy con una proposta per formattare il documento come una lettera, utilizzando un modello predefinito. Un articolo sul New York Times nel 1997 fece un paragone alquanto impietoso: «Questi cartoni animati-zombie insistono nel saltare fuori di continuo come Wile E. Coyote», l’ossessivo personaggio di Warner Bros. che le studia tutte per catturare Beep Beep.

Forse ancora più di Microsoft Bob, Clippy e compagnia mostravano come Microsoft avesse male interpretato le ricerche sulle interfacce e le interazioni umani-computer di Stanford. Le frequenti interruzioni dell’assistente non favorivano la concentrazione e disfarsene non era semplice, soprattutto per le persone meno abili e alle loro prime esperienze con un computer. L’idea non aveva funzionato e nemmeno gli aggiornamenti nella versione per Office 2000 migliorarono le cose. Nella seguente edizione, Office XP, Clippy era ancora presente, ma non attivo con una impostazione predefinita.

Office XP era stato messo in vendita nel 2001 e poco tempo dopo Microsoft avviò una campagna promozionale, con un sito fasullo, dove illustrava la semplicità d’uso dei propri programmi per la produttività e di conseguenza l’inutilità di Clippy. Una serie di animazioni annunciava il pensionamento di fatto degli assistenti e c’era persino un videogioco, molto rudimentale, con il quale si potevano tirare elastici, punti della pinzatrice e altri oggetti a un indifeso Clippy. Nella versione Office 2007 e Office 2008 per Mac, Clippy si era ormai estinto e si pensava fosse destinato a diventare un pezzo di archeologia informatica.

Lo stesso Atteberry, che intanto aveva smesso di collaborare con Microsoft, aveva preferito non inserire l’esperienza con Clippy nel proprio curriculum, temendo che potesse condizionare negativamente la sua carriera. Ma una volta su Internet non ci si può più nascondere e alcune persone risalirono ugualmente a lui, sorprendentemente per scrivergli lettere di apprezzamento per il personaggio che aveva inventato. Stava iniziando la grande rivalutazione di Clippy.

Complici le varie evoluzioni della parte più sociale di Internet, dai forum ai social network passando per i blog, negli ultimi 15 anni Clippy è finito in numerose battute, meme e in alcune serie televisive molto conosciute e apprezzate, come The Office. Chi non ha vissuto le prime evoluzioni di Windows e di Office conosce il personaggio, ma ha un’idea molto vaga sulle sue origini, mentre per chi ancora ricorda i floppy disk, i meme e le citazioni su Clippy sortiscono un certo effetto nostalgia, come il rumore di un modem che si collega alla rete telefonica o il suono di avvio di Windows 95.

A circa 15 anni dalla sua festa di pensionamento un po’ violenta, l’anno scorso anche Microsoft ha mostrato segni di riconciliazione con il proprio personaggio. In occasione dello sviluppo di una nuova versione dei suoi programmi, la società ha annunciato che se un suo tweet con l’immagine di Clippy avesse raggiunto almeno 20mila “Mi piace” avrebbe sostituito l’emoji della graffetta con Clippy stesso. In breve tempo, il tweet ha raccolto oltre 160mila “Mi piace” e per questo Windows 11 mostra come opzione la famosa graffetta di Office.

Atteberry ha intanto fatto definitivamente pace con la propria creazione. Sul proprio sito personale la sua foto è accompagnata da una delle prime illustrazioni che fece di Clippy con questa descrizione: «È soprattutto famoso per avere creato Clippy, la graffetta di Microsoft Office che ancora oggi infastidisce milioni di persone ogni giorno».