Le accuse contro Matteo Richetti

Una donna lo ha accusato di molestie sessuali su Fanpage, senza mai fare il suo nome: il senatore di Azione nega tutto e dice che da un anno ha problemi di stalking

(Fabio Cimaglia / LaPresse)
(Fabio Cimaglia / LaPresse)
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Da giovedì il senatore Matteo Richetti – presidente del partito Azione, di cui è fondatore e leader Carlo Calenda – è al centro di un caso di accuse di molestie sessuali che sta avendo ricadute sulla campagna elettorale, dopo che il sito di news Fanpage ha pubblicato un video di una donna che racconta di avere subito abusi più volte da parte di Richetti, in un caso anche fisicamente.

Nel video non si fa mai il nome di Richetti, ma nell’articolo che accompagna il video Fanpage aveva oscurato solo parzialmente alcune conversazioni online da cui era possibile ricostruire la foto profilo dell’account Facebook di Richetti. Venerdì sera Azione ha diffuso un comunicato stampa che conferma di fatto che Richetti sia l’uomo di cui si parla nel video di Fanpage, ma al contempo respinge ogni accusa nei suoi confronti.

«Da un anno il senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine. Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura», si legge nel comunicato stampa di Azione.

Richetti ha 48 anni e fa politica da circa vent’anni. È stato consigliere regionale in Emilia-Romagna, deputato e poi senatore col Partito Democratico, che ha lasciato nel 2019 per seguire Carlo Calenda in Azione. Al momento è presidente del partito nonché suo candidato per le elezioni politiche del 25 settembre in vari collegi dell’Emilia-Romagna.

Nel video di Fanpage si vede una donna dal volto oscurato che racconta di avere subito attenzioni sgradite e molestie da parte di un senatore in carica. La donna racconta di avere incontrato due volte il senatore in questione nel suo ufficio al Senato nel novembre del 2021. In entrambi i casi, spiega la donna, gli incontri erano stati fissati per ragioni di lavoro. Il senatore fa parte di «un partito che punta molto sulle donne e sui giovani, ne fanno dei cavalli di battaglia. Ho pensato che avesse visto in me una figura vincente», ha raccontato la donna a Fanpage.

Durante il primo incontro il senatore avrebbe fatto diverse allusioni sessuali, per poi continuare in maniera più esplicita in alcuni messaggi inviati al telefono. «Dove pensi possa dare un sensato contributo?», gli avrebbe chiesto la donna. «Sotto di me oppure sopra, se preferisci», avrebbe risposto il senatore. La donna ha raccontato a Fanpage di avere poi ricevuto telefonate continue e richieste molto pressanti e sgradevoli da parte del senatore. Durante un secondo incontro, avvenuto pochi giorni dopo, il senatore avrebbe chiuso a chiave la porta del proprio ufficio e molestato sessualmente la donna, baciandola senza il suo esplicito consenso e infilandole una mano sotto la gonna.

Nei giorni successivi la donna ha raccontato di avere provato a interrompere ogni rapporto col senatore, che le avrebbe risposto con messaggi molto minacciosi. «Smettila a fare la perfettina. Se non volevi che ci provavo non ti mettevi la gonna che era un chiaro segnale», le avrebbe scritto: «Con questi movimenti femministi del cazzo vi siete tutte montate la testa». In quei giorni il senatore, secondo le sue accuse, le avrebbe anche inviato una foto del suo pene. A fine dicembre poi la casa della donna è stata perquisita dalla polizia: in quell’occasione un dirigente della polizia le avrebbe detto che a ordinare la perquisizione sarebbe stato il senatore che l’aveva molestata.

La ricostruzione della vicenda fornita da Azione è molto diversa. Secondo alcuni documenti letti da Adnkronos e verosimilmente messi a disposizione da Richetti o dai suoi avvocati, il 29 novembre 2021 Richetti denunciò alla polizia postale che da giorni stava ricevendo insulti sui suoi profili social e sul suo numero privato da una donna sconosciuta. La denuncia non ebbe conseguenze concrete, ma Richetti ad Adnkronos ha raccontato che nei mesi successivi è stato avvicinato da una giornalista che stava lavorando a un’inchiesta su presunte molestie sessuali compiute proprio da Richetti. La giornalista le avrebbe letto dei messaggi che Richetti avrebbe mandato ad alcune donne. Parlando con Adnkronos Richetti definisce quei messaggi «totalmente artefatti».

La tesi di Richetti, insomma, è che da circa un anno una donna stia cercando di rovinare la sua immagine pubblica e la sua carriera.

Il 13 settembre 2022, quindi due giorni prima dell’uscita del video e dell’articolo su Fanpage, Richetti aveva presentato un’altra denuncia alla polizia postale nella quale spiegava che «da mesi sono a conoscenza dell’esistenza di un dossier diffamatorio a mio carico recapitato all’indirizzo di numerose redazioni e testate giornalistiche». Non è noto se la polizia postale stia effettivamente indagando sui fatti denunciati da Richetti.

Il segretario di Azione, Carlo Calenda, ha pubblicamente difeso Richetti scrivendo su Twitter che «nessuno lo ha mai denunciato, viceversa la persona in questione è stata denunciata un anno fa per stalking e minacce anche alla famiglia di Matteo». Fanpage scrive di avere ricostruito una «rete fittissima di donne che da un punto all’altro dello stivale sono cadute ai piedi del senatore». Al momento però non ha pubblicato nessun altro dettaglio su questa vicenda.