La droga dell’esercito nazista

Il Pervitin, un derivato della metanfetamina, eliminava la percezione della fatica e fu usato massicciamente durante la Seconda guerra mondiale, e anche dopo

Invasione della Polonia da parte della Germania nazista, 23 settembre 1939 (AP Photo)
Invasione della Polonia da parte della Germania nazista, 23 settembre 1939 (AP Photo)
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Negli anni Venti del Novecento, grazie a un’industria chimica all’avanguardia, la Germania diventò il primo produttore mondiale di morfina, cocaina ed eroina. In un paese uscito sconfitto dalla Prima guerra mondiale queste sostanze iniziarono a essere consumate in modo consistente, e quando il regime nazista salì al potere cominciò ad approfittare della diffusione e della grande capacità di produzione di sostanze per perseguire i propri scopi bellici. Nel 1938 venne brevettata e prodotta una sostanza a base di metanfetamina, il Pervitin, che divenne uno strumento politico e militare fondamentale per l’iniziale successo della Germania nazista nella Seconda guerra mondiale.

Nonostante il consumo di droghe in guerra non fosse qualcosa di nuovo, il giornalista tedesco Norman Ohler (che nel 2015 ha scritto un libro tradotto anche in italiano sull’uso delle droghe nel Terzo Reich) ritiene che la Wehrmacht, l’esercito nazista, sia stato il primo a fare uso sistematico di sostanze stupefacenti chimiche: per tutta la durata della Seconda guerra mondiale è stato stimato che siano stati consumati tra i 300 e i 400 milioni di pillole di Pervitin.

Il Pervitin fu brevettato dall’azienda farmaceutica Temmler, che si trovava nella periferia di Berlino: era un derivato della metanfetamina, eliminava la percezione della fatica e migliorava le prestazioni fisiche. La sostanza fu sviluppata dal medico tedesco Fritz Hauschild, rimasto impressionato dall’effetto della benzedrina, cioè dell’anfetamina, allora legale, sugli atleti statunitensi arrivati a Berlino per le Olimpiadi del 1936, le cosiddette “Olimpiadi di Hitler”, quelle note per le svastiche esposte negli stadi e quelle in cui l’americano Jesse Owens vinse quattro medaglie d’oro.

Per promuovere il Pervitin, la Temmler organizzò una grande campagna pubblicitaria, in cui indicava il farmaco per trattare le condizioni più diverse: mal di mare, vertigini, nevrosi, apatia, depressione e persino la frigidità femminile. Il Pervitin venne poi sponsorizzato anche presso i medici di famiglia, a cui la Temmler faceva arrivare dei campioni omaggio, e il parere dei medici fu molto positivo. Alla fine degli anni Trenta il Pervitin ebbe un enorme successo: era più diffuso del caffè, meno costoso e per qualche anno anche molto accessibile: in farmacia era possibile ottenerlo senza prescrizione medica.

(Una confezione di Pervitin, foto Wikipedia)

Il Pervitin ebbe una diffusione così vasta che venne distribuito anche insieme ad altri prodotti di uso alimentare, come la cioccolata. Un produttore di cioccolato berlinese inventò ad esempio delle praline ripiene di Pervitin. Il suo slogan diceva: «Le praline Hildebrand ti tirano sempre su il morale, dose consigliata da 3 a 9».

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Nel frattempo Otto Ranke, direttore dell’Istituto di fisiologia delle forze armate tedesche, iniziò a testare varie sostanze sui propri studenti, compreso il Pervitin. L’esperimento mostrò che chi la sera aveva assunto un placebo poi durante la notte si addormentava, e chi invece aveva assunto il Pervitin la mattina era ancora perfettamente sveglio «sia nel corpo che nella mente», come dicevano i resoconti dei test. Il Pervitin aumentava la resistenza, permetteva di rimanere svegli anche per quaranta ore consecutive, ritardava la sensazione di fame e sete e anestetizzava la paura.

Ranke capì che il Pervitin poteva dunque essere la sostanza perfetta per migliorare le prestazioni militari e fece il suo primo esperimento su larga scala durante l’invasione della Polonia, iniziata il primo settembre del 1939: l’evento con cui sarebbe cominciata ufficialmente la Seconda guerra mondiale. In pochissimo tempo l’esercito tedesco ebbe successo, e i resoconti dal fronte citavano a loro volta il grande successo del Pervitin: «Tutti sono freschi, allegri, la disciplina è ottima. Nessun incidente. Gli effetti durano a lungo».

L’uso sistematico di droga contrastava, in teoria, con la politica di “sobrietà” e “benessere fisico” promossa dal regime nazista. Già dal 1933 i cosiddetti “asociali”, categoria che comprendeva anche i tossicodipendenti, erano rinchiusi nei campi di rieducazione e negli istituti specializzati. Ma di fatto è ben documentato il consumo di droghe da parte dei vertici del Terzo Reich e da parte dello stesso Hitler, che arrivò ad assumere anche 19 sostanze differenti al giorno.

Nonostante gli effetti collaterali, il Pervitin divenne, come disse lo stesso Ranke, «una sostanza preziosa dal punto di vista militare», che consentiva alle truppe di fare cose che normalmente non avrebbero potuto fare. E fu, secondo alcuni studiosi, anche un pezzo di un certo rilievo della tattica militare usata dalla Germania nazista, quella della “guerra lampo”, basata sostanzialmente su una serie di manovre coordinate e condotte con rapidità.

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Da lì in poi le pillole di Pervitin entrarono a far parte della dotazione standard dei soldati nazisti. Venivano loro consegnate ogni giorno insieme al pasto serale e, di fatto, non potevano essere rifiutate, come avrebbero poi testimoniato diversi soldati della Wehrmacht.

Nel maggio del 1940, durante la campagna di Francia che portò la Germania nazista all’invasione di Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo in poco più di un mese, i soldati della Wehrmacht riuscirono a percorrere anche 60 chilometri al giorno senza fermarsi. Gli autisti guidavano per giorni e giorni senza dormire e i soldati, i conducenti dei carri armati e i piloti degli aerei assumevano Pervitin in dosi massicce, anche sotto forma di barrette di cioccolata.

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Gli effetti collaterali del consumo di Pervitin cominciarono però a farsi sentire, anche tra i soldati: insonnia, depressione, arresti cardiaci, allucinazioni, episodi psicotici. Nel 1945 la guerra finì con la resa tedesca. Nel frattempo, i medici tedeschi cercarono di regolare l’uso del Pervitin che comunque continuò a essere consumato massicciamente, anche tra la popolazione civile.

Il farmaco fu ritirato dalle forniture mediche della Repubblica Democratica Tedesca e dalla Germania Occidentale negli anni Settanta e Ottanta e, dopo la riunificazione tedesca, fu considerato illegale in tutto il paese.