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  • Lunedì 29 agosto 2022

La Norvegia potrebbe tagliare le esportazioni di energia elettrica

A causa della siccità che ha prosciugato molte riserve idriche: a preoccuparsi sono soprattutto Svezia, Finlandia e Danimarca

La centrale idroelettrica di Embretsfoss, nel sud-est della Norvegia (Wikimedia Commons)
La centrale idroelettrica di Embretsfoss, nel sud-est della Norvegia (Wikimedia Commons)
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La Norvegia ha fatto sapere che sta valutando di ridurre le forniture di energia elettrica all’estero per evitare una possibile crisi energetica per via del periodo di prolungata siccità che ha prosciugato molte riserve idriche, da cui il paese produce circa il 90 per cento della propria elettricità. Secondo le aziende che distribuiscono energia in Svezia, Danimarca e Finlandia, l’iniziativa del governo norvegese contribuirebbe ad aggravare la crisi energetica nei paesi limitrofi e rischierebbe anche di avvantaggiare la Russia, che da mesi riduce le forniture di gas per fare pressione sui governi europei riguardo alla guerra in Ucraina.

La Norvegia è il principale produttore di gas e petrolio dell’Europa occidentale e gran parte della sua ricchezza gira attorno a questo settore. È anche uno dei principali esportatori di energia elettrica, che fornisce per esempio a Danimarca, Germania, Regno Unito e Paesi Bassi.

Come gran parte del resto d’Europa, negli ultimi mesi anche il governo norvegese ha dovuto gestire il rincaro dei prezzi dell’energia, soprattutto nel sud del paese, dove attualmente le riserve idriche sono meno abbondanti rispetto al nord. Per questo motivo a inizio agosto il governo aveva detto che avrebbe dato priorità ad assicurare le scorte di energia sul territorio nazionale, anche valutando di limitare le esportazioni se i livelli delle acque fossero stati molto bassi.

Una decina di giorni fa le società energetiche Fingrid (finlandese), Svenska Kraftnät (svedese) ed Energinet (danese) avevano diffuso un comunicato congiunto in cui dicevano di essere «profondamente preoccupate» dalla proposta della Norvegia e chiedevano «cooperazione» tra i paesi nordici, invitando la Norvegia a «riconsiderare» l’idea di mettere in atto restrizioni sulle esportazioni.

Adesso Jukka Ruusunen, responsabile dell’operatore finlandese Fingrid, ha detto al Financial Times che la Norvegia «sarebbe il primo paese europeo» a limitare le esportazioni di energia elettrica, possibilità che ha definito «un gesto rischioso e nazionalistico». Johannes Bruun, funzionario della danese Energinet, ha aggiunto che una decisione simile potrebbe portare altri paesi a fare lo stesso, con conseguenze ancora più negative sia per i paesi nordici che per il resto del continente.

Khashayar Farmanbar, ministro svedese dell’Energia, ha detto di recente che i paesi nordici hanno lavorato «per moltissimi anni per costruire un sistema per sostenersi a vicenda nell’eventualità di momenti di crisi». «Il modo migliore di aiutare la Russia è lasciare la squadra», ha aggiunto Ruusunen.

Bjelland Eriksen, funzionario del ministero norvegese che si occupa di petrolio ed energia, ha fatto sapere che qualsiasi misura venisse introdotta per soddisfare il fabbisogno nazionale, compreso un eventuale taglio delle esportazioni, sarebbe in linea con gli «obblighi» presi nei confronti degli altri paesi europei; Eriksen ha aggiunto che eventuali iniziative continuerebbero comunque a «garantire la stabilità di tutto il sistema energetico integrato».

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