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  • Martedì 23 agosto 2022

Le cose riemerse dalle acque a causa della siccità in Europa

Antiche città sommerse, monumenti monolitici simili a Stonehenge e vecchie incisioni sulla pietra, tra le altre

Terre dell'Isola Margherita, a Budapest, sul Danubio, riemerse a causa della siccità (AP Photo/Anna Szilagyi, File)
Terre dell'Isola Margherita, a Budapest, sul Danubio, riemerse a causa della siccità (AP Photo/Anna Szilagyi, File)
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La grave siccità che negli ultimi mesi ha colpito gran parte dell’Europa sta avendo grosse conseguenze su vari livelli: in molti paesi la carenza d’acqua ha rovinato le piantagioni in modo irrecuperabile, diverse centrali idroelettriche sono state costrette a ridurre le proprie attività e il trasporto delle merci nei fiumi si è assai complicato, per i bassi livelli di acqua. A luglio si erano concentrati moltissimi incendi, con enormi danni a decine di chilometri quadrati di vegetazione.

Il livello basso delle acque sta avendo anche effetti decisamente meno gravi, ma forse simbolicamente più evidenti: come la riemersione da fiumi e laghi in secca di oggetti e reperti che erano rimasti nascosti per anni. Un esempio sono le cosiddette “pietre della fame”, cioè rocce che erano state incise sulla linea di galleggiamento con brevi scritte che indicavano il livello delle acque durante precedenti periodi di siccità, come monito per le generazioni future.

Nelle ultime settimane ne sono state trovate diverse soprattutto in Germania, nei fiumi Reno ed Elba, che segnalano come l’attuale siccità abbia in alcuni casi raggiunto e superato quelle di centinaia di anni fa. L’Elba scorre per chilometri anche in Repubblica Ceca, dove all’altezza della città di Decin è stata trovata una pietra della fame con una scritta risalente probabilmente al Quindicesimo secolo, che dice: «Se mi vedi, piangi».

In Italia sono stati ritrovati resti archeologici di epoca romana, relitti della Seconda guerra mondiale con lunghe storie alle spalle, antichi castelli e in alcuni casi anche cadaveri, oltre a una marea prevedibile di rifiuti e spazzatura. Il Po è tra i corsi d’acqua che stanno soffrendo maggiormente questa situazione, e in alcune zone è addirittura diventato percorribile a piedi su ampi spazi sabbiosi; ma non è l’unico dei grandi fiumi europei in simili condizioni.

– Leggi anche: Le cose ritrovate sul letto dei fiumi italiani in secca

In Spagna, nella regione sudoccidentale dell’Estremadura, il ritiro delle acque del fiume Tago ha riportato in superficie un monumento megalitico che si ritiene risalga al 5.000 avanti Cristo: è il Dolmen di Guadalperal, che viene spesso chiamato anche “lo Stonehenge spagnolo”, per la sua somiglianza al famoso complesso di pietre che si trova nell’altopiano di Salisbury, in Inghilterra.

Il Dolmen di Guadalperal fu scoperto dagli archeologi nel 1926, ma finì sotto le acque del Tago nel 1963 per un progetto di sviluppo rurale dell’area: da allora emerge periodicamente in periodi di secca, ed è stato visibile in questi decenni solo quattro volte. Il complesso, che si trova all’interno del bacino artificiale Valdecañas, comprende 150 pietre di granito messe in verticale, disposte più o meno circolarmente.

Il Dolmen di Guadalperal (AP Photo/Manu Fernandez)

In Catalogna è riemersa anche gran parte della chiesa sommersa di Sant Romà de Sau, un antico villaggio romanico abitato fino a circa mille anni fa, e sommerso (tutto, tranne la parte più alta della chiesa) nelle acque della diga di Sau dagli anni Sessanta. In Galizia, nel bacino idrico di As Conchas parzialmente svuotato oggi si può vedere il sito romano di Aquis Querquennis, costruito nel primo secolo dopo Cristo per ospitare un gruppo di soldati, ma abbandonato dopo pochi decenni.

Nel lago artificiale di Belesar, ancora in Galizia, in questo periodo diverse persone stanno organizzando visite del vecchio paese medievale di Portomarín, visibile dopo molto tempo. Non lontano da lì, nella parte della Galizia al confine con il Portogallo, è riemerso dopo circa 30 anni il villaggio abbandonato di Aceredo, sul fiume Lima, ancora in un buono stato di conservazione.

Il villaggio di Aceredo (Octavio Passos/Getty Images)

Qualcosa di simile è successo anche vicino alla città di Waldeck, nella Germania centrale, dove all’inizio del Novecento il vecchio villaggio di Berich, che allora aveva meno di 200 abitanti, fu sacrificato per la costruzione del bacino artificiale di Edersee. È stato spesso chiamato scherzosamente “l’Atlantide di Edersee” ed è rimasto per più di un secolo sotto 12 metri di acqua: oggi si può visitare a piedi.

I resti di Berich e il bacino artificiale di Edersee svuotato dalla siccità (Thomas Lohnes/Getty Images)

Nel Danubio – il secondo fiume più lungo d’Europa, che attraversa diversi paesi – sono riemersi i resti di oltre venti imbarcazioni usate durate la Seconda guerra mondiale: erano parte di una flotta nazista affondata nel 1944, mentre si ritirava dall’avanzata delle truppe sovietiche, e sono state ritrovate vicino alla città di Prahovo, nella Serbia orientale. Sono un pericolo per la navigazione, non solo perché intralciano il passaggio ma anche perché sono tutte ancora cariche di esplosivi e munizioni: il governo serbo ha appaltato il compito di rimuovere le parti più ingombranti, e i costi dell’operazione sono stati stimati in circa 29 milioni di euro.

Nella zona di Budapest, in Ungheria, le acque del Danubio si sono abbassate di circa un metro e mezzo, facendo riemergere tratti di terra dell’Isola Margherita (l’isola di circa un chilometro quadrato nel Danubio a Budapest) e negli ultimi giorni diverse persone ne hanno approfittato per scendere sul letto del fiume e scattare foto che fino a qualche tempo fa erano impensabili.

Alcune persone sulle terre riemerse dell’Isola Margherita a Budapest, in Ungheria (AP Photo/Anna Szilagyi)

Nonostante le temperature generalmente più basse di altri paesi europei, anche il Regno Unito sta vedendo chiaramente le conseguenze della siccità: alcune zone del Tamigi sono andate in secca per la prima volta, tanto che la sorgente del fiume si è formalmente spostata di più di 8 chilometri rispetto alla sua posizione originaria, nella contea di Gloucestershire.

Nel Derbyshire, al centro dell’Inghilterra, sono stati ritrovati i resti di una chiesa che si trovava a Derwent, un villaggio sommerso negli anni Quaranta, anche in questo caso per favorire la costruzione di una diga: situazioni simili si sono avute anche in altri bacini artificiali della zona, e un’azienda che si occupa della distribuzione dell’acqua da quelle parti ha detto che è stato il luglio più secco del secolo.

Gli effetti della siccità si stanno vedendo anche al di fuori del livello delle acque nei corsi d’acqua: i giornali britannici per esempio hanno raccontato che in alcuni parchi del paese la siccità ha talmente rinsecchito e ucciso l’erba che in questi giorni si possono riconoscere le impronte nel terreno di costruzioni e siepi che sono stati ormai sostituiti da tempo. Nel parco di Lydiard, a Swindon (sud-ovest dell’Inghilterra), è stato possibile ricostruire attraverso foto aeree la composizione del parco per come doveva apparire 250 anni fa.

In altre zone d’Europa anche lo scioglimento dei ghiacci dovuto alle alte temperature ha riportato alla luce vecchi cimeli: in Svizzera, nel ghiacciaio Chessjen del Canton Vallese, sono stati ritrovati resti umani ancora non identificati e i rottami di un aereo, in Norvegia in un ghiacciaio è stata trovata una tunica di lana risalente all’Età del Ferro (che va dal Tredicesimo all’Ottavo secolo avanti Cristo), un sandalo in stile romano e una freccia vecchia di 1.300 anni.

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