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  • Mercoledì 17 agosto 2022

Le primarie dei Repubblicani in Wyoming sono state una grande vittoria per Trump

Liz Cheney, una delle sue principali oppositrici, ha perso nettamente contro un'avvocata senza grande esperienza politica

Liz Cheney dopo il discorso in cui ha ammesso la sconfitta (Alex Wong/Getty Images)
Liz Cheney dopo il discorso in cui ha ammesso la sconfitta (Alex Wong/Getty Images)
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Alle primarie del Partito Repubblicano statunitense in Wyoming in vista delle elezioni di medio termine, la candidata sostenuta dall’ex presidente Donald Trump, Harriet Hageman, ha sconfitto nettamente Liz Cheney, deputata alla Camera dal 2016 e figlia di Dick Cheney, vicepresidente durante la presidenza di George W. Bush. Hageman sarà quindi la candidata dei Repubblicani alle elezioni di novembre, in cui verrà rinnovata la Camera e saranno eletti alcuni nuovi senatori.

Hageman ha ottenuto il 66,3 per cento delle preferenze e Cheney il 28,9. È un risultato estremamente importante in vista delle elezioni di novembre, che conferma quanto sia ancora rilevante all’interno del partito l’ala più radicale vicina a Trump.

Cheney è infatti una delle principali oppositrici dell’ex presidente nel partito, dove Trump gode ancora di un consenso estesissimo. È anche una dei due soli Repubblicani che fanno parte della commissione d’inchiesta della Camera, che da oltre un anno sta indagando sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021 compiuto da sostenitori di Trump per fermare la certificazione dell’elezione vinta da Joe Biden.

La netta sconfitta di Cheney è arrivata peraltro contro una candidata senza grande esperienza politica alle spalle. Harriet Hageman, che ha 59 anni, ha lavorato per la maggior parte della sua carriera come avvocata e solo negli ultimi anni ha cominciato ad occuparsi attivamente di politica nel Partito Repubblicano, candidandosi nel 2018 a governatrice del Wyoming, senza ottenere buoni risultati.

Diversi tra analisti e commentatori politici statunitensi davano per molto probabile una sconfitta di Cheney, che nelle scorse settimane era stata ripetutamente attaccata da Trump e dai suoi sostenitori e di fatto abbandonata dal partito. Aveva anche ricevuto alcune minacce di morte per il suo ruolo nella commissione d’inchiesta e per questioni di sicurezza aveva dovuto rinunciare a fare grandi comizi in campagna elettorale, in favore di eventi più piccoli.

Dopo l’annuncio della vittoria di Hageman, Trump ha diffuso un comunicato in cui ha commentato i risultati dicendo che «Liz Cheney dovrebbe vergognarsi di se stessa, del modo in cui ha agito, delle sue parole e delle sue azioni irrispettose e ipocrite. Ora può finalmente scomparire nelle profondità dell’oblio politico dove, ne sono certo, sarà molto più felice di quanto non sia in questo momento».

Cheney ha invece commentato il risultato e concesso la sconfitta ricordando come alle primarie di due anni fa aveva ottenuto più del 70 per cento dei voti tra gli elettori Repubblicani del Wyoming, e che avrebbe potuto ottenere lo stesso risultato anche questa volta se non avesse deciso di combattere «le menzogne del presidente Trump sulle elezioni del 2020».

Cheney ha detto che per vincere queste primarie avrebbe dovuto appoggiare i continui tentativi di Trump «di distruggere il nostro sistema democratico e attaccare le fondamenta della nostra repubblica: quella era una strada che non potevo e non volevo percorrere».

Nel suo discorso ha attaccato Trump anche per via delle sue accuse contro l’FBI dopo la perquisizione nella sua casa in Florida, e ha poi fatto un riferimento ad Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti, ricordando come anche lui venne sconfitto alle elezioni per il Congresso ma che poi vinse l’elezione più importante di tutte: «Lincoln alla fine prevalse e salvò la nostra Unione». Cheney ha poi concluso dicendo che «ora comincia il lavoro vero», suggerendo che la sua opposizione a Trump nel partito continuerà anche dopo le elezioni di novembre, in vista delle presidenziali del 2024.

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