Cosa vogliono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni

I leader di Verdi e Sinistra Italiana hanno molto criticato il PD per l'accordo con Azione, che secondo loro sposta la coalizione troppo verso il centro

(Cecilia Fabiano /LaPresse)
(Cecilia Fabiano /LaPresse)
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L’accordo fra Partito Democratico e Azione raggiunto martedì sta creando diverse tensioni all’interno della coalizione di centrosinistra. I partiti a sinistra del PD ritengono che abbia spostato troppo al centro la coalizione in termini di programmi e candidature, e mercoledì hanno di fatto rimesso in discussione la loro alleanza col partito.

«Registriamo comunemente un profondo disagio nel paese e in particolare nel complesso dell’elettorato di centrosinistra», hanno fatto sapere mercoledì Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, e Angelo Bonelli, portavoce nazionale dei Verdi. I due hanno annullato un incontro fissato col segretario del PD Enrico Letta, e al momento non ne hanno fissato un altro. Per il PD perdere Verdi e Sinistra Italiana sarebbe un discreto problema: in totale i due partiti hanno circa il 3 per cento di voti a livello nazionale, e il loro sostegno potrebbe risultare decisivo in alcuni collegi uninominali.

Letta ha detto più volte che farà di tutto per tenere sia i Verdi sia Sinistra Italiana nella coalizione, ma al momento non è chiaro cosa potrebbe offrire il PD ai due partiti, oltre a qualche generica rassicurazione sul programma comune. Nel frattempo alcuni dirigenti del M5S, fra cui lo stesso capo del partito Giuseppe Conte, hanno lasciato intuire che sarebbero disponibili a negoziare un alleanza nel caso Sinistra Italiana e Verdi dovessero decidere di lasciare il centrosinistra. «Con le persone serie che vogliono condividere un’agenda sociale ed ecologica, con noi c’è sempre la possibilità di dialogare», ha detto Conte.

I Verdi si chiamano ufficialmente Europa Verde e sono l’ultimo movimento in ordine di tempo arrivato dagli ambienti dello storico partito italiano dei Verdi, nato nel 1985 e più volte eletto in Parlamento. Oggi i suoi capi sono Angelo Bonelli, 60enne storico attivista e brevemente deputato fra 2006 e 2008, ed Eleonora Evi, europarlamentare eletta col M5S ma passata ai Verdi nel 2021. Alla Camera ha una delegazione di 5 deputati, tutti eletti e poi usciti dal M5S. Attualmente sono all’opposizione del governo di Mario Draghi. Dal punto di vista elettorale i Verdi sono presenti soprattutto nelle grandi città e prima di allearsi formalmente con Sinistra Italiana erano dati intorno al 2 per cento dai sondaggi.

Sinistra Italiana era invece una delle tre componenti che alle elezioni politiche del 2018 si erano unite nel cartello elettorale di sinistra Liberi e Uguali. Le altre due erano Articolo 1, che negli ultimi tempi si è riavvicinato molto al PD, e Possibile, il partito di Pippo Civati. Ad oggi Sinistra Italiana ha due parlamentari: Nicola Fratoianni, che è deputato e segretario del partito, ed Elena Fattori, senatrice eletta in origine col M5S. Entrambi sono stati all’opposizione durante il governo di Draghi.

A fine luglio i Verdi e Sinistra Italiana si erano uniti in un cartello elettorale con un programma condiviso di nove punti. L’obiettivo esplicito era aderire alla coalizione di centrosinistra. «Abbiamo necessità di costruire un fronte democratico, perché dall’altra parte c’è un polo sovranista che non fa questioni di principio», aveva detto Bonelli nell’evento di presentazione dell’alleanza. Sinistra Italiana aveva anche certificato il tentativo di entrare nel centrosinistra con un voto della propria direzione nazionale.

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L’accordo col PD, stando ai giornali, era di una certa autonomia reciproca su proposte e programmi, e di un coordinamento maggiore invece sulle candidature nei collegi uninominali. Il PD, in sostanza, si era impegnato informalmente a garantire che i candidati di Sinistra Italiana e Verdi in alcuni collegi uninominali fossero appoggiati da tutto il centrosinistra. L’accordo del PD con Azione però ha scombussolato un po’ di cose: sia perché prevede l’impegno a non candidare persone considerate «divisive», termine un po’ generico che però potrebbe applicarsi ai candidati più radicali dei due partiti, sia perché contiene alcuni punti politici, che invece il PD non aveva concordato né con i Verdi né con Sinistra Italiana.

«Per tutto il giorno la base dei due partiti ha preso d’assalto i social e intasato di rabbia telefoni e mail», scrive Repubblica. «I gruppi dirigenti sono rimasti riuniti fino a sera per provare a salvare l’alleanza, senza uscirne con le ossa rotte. Una prospettiva che, al momento, appare molto complicata». Domani scrive che secondo alcune fonti particolarmente ottimiste Fratoianni e Bonelli potrebbero incontrarsi oggi, giovedì, con Letta. Ma al momento non ci sono certezze.

Il Corriere della Sera riporta invece opinioni e toni molto più sereni. Nel Partito Democratico – scrive la giornalista Maria Teresa Meli, che segue da molti anni il partito – «nessuno teme che Sinistra Italiana ed Europa verde vadano veramente con Conte, dal momento che il M5S non naviga certo in buone acque e non ha un granché da offrire loro. La paura è un’altra. Che Fratoianni e Bonelli alzino l’asticella per ottenere qualche posto in più rispetto a quelli pattuiti». Il PD si è già impegnato a garantire ad Azione una sessantina dei 221 collegi uninominali: e già oggi nel partito stanno emergendo varie lamentele sul fatto che rimarranno a disposizione troppi pochi posti per candidati interni.

La Stampa riporta invece di maggiori paure per una eventuale rottura dell’alleanza con Sinistra Italiana e Verdi, e per una loro ipotetica coalizione col M5S (per ora ancora piuttosto remota). «Può arrivare al 13-14%», avrebbe spiegato un dirigente del PD.