Le Olimpiadi degli scacchi in India, che ci teneva molto

Dopo essere state tolte alla Russia si stanno svolgendo nello stato del Tamil Nadu, che ci ha messo soldi e una certa stravaganza

(AP Photo)
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I due più importanti eventi competitivi degli scacchi sono i Mondiali e le Olimpiadi. Nei Mondiali il campione in carica sfida in una serie di partite un solo avversario vincitore di un apposito “torneo dei candidati”: sono quindi una lunga sfida uno contro uno, narrativamente avvincente e considerata la vetta degli scacchi, in cui a vincere è una persona (che da tempo è il norvegese Magnus Carlsen, che però ha detto di non voler più difendere il suo titolo mondiale). Nelle Olimpiadi, invece, si compete per squadre nazionali, e a sfidarsi sono centinaia di scacchisti e scacchiste. Le Olimpiadi, che sono in corso in questi giorni, sono quindi un evento più grande e generale, anche se in genere dal minor impatto mediatico rispetto ai Mondiali.

Quest’anno le Olimpiadi degli scacchi – le 44esime della storia, che sono iniziate a fine luglio e si concluderanno il 10 agosto – stanno però attirando una certa curiosità anche fuori dal comunque grande e in espansione mondo degli scacchi: per l’impegno e i molti fondi con cui, in poco più di 100 giorni, sono state organizzate nello stato indiano del Tamil Nadutra le città di Chennai e il vicino sito Unesco di Mahabalipuram. E per come sono un segno di quanto l’India, che queste Olimpiadi potrebbe vincerle, ci tenga agli scacchi.

Prima di farsi le loro Olimpiadi, gli scacchi provarono ad associarsi ai veri Giochi Olimpici: lo fecero nel 1924, organizzando un torneo parallelo alle tante competizioni sportive delle Olimpiadi di Parigi. Le prime Olimpiadi degli scacchi ufficialmente riconosciute, oltre che autonome e indipendenti dalle altre Olimpiadi, furono nel 1927, e dal 1957 esistono quelle femminili. In una sola occasione sono state organizzate in Italia (nel 2006 a Torino) e nella loro storia sono state dominate prima dall’Unione Sovietica e poi dalla Russia, che anche quest’anno avrebbe senz’altro puntato a vincerle e che tra l’altro le avrebbe dovute organizzare in casa.

Le Olimpiadi che si stanno svolgendo ora in India avrebbero infatti dovuto tenersi nel 2019 a Chanty-Mansijsk, nella Siberia occidentale. Fu poi deciso di spostarle a Mosca e, dato che intanto era iniziata una pandemia, di farne una versione online e di posticipare quelle in presenza al 2022. Nel marzo di quest’anno, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, quell’assegnazione fu poi annullata.

Nonostante il poco preavviso, l’India si fece avanti e il 28 luglio si è fatta trovare pronta per la cerimonia di apertura a cui tra gli altri ha partecipato anche il primo ministro indiano Narendra Modi.

– Leggi anche: Le Olimpiadi degli scacchi del 2020, finite prima per colpa di internet

Gran parte del merito per l’assegnazione all’India delle Olimpiadi degli scacchi va però a un altro uomo, che a quella cerimonia era seduto accanto a Modi: è MK Stalin, 69enne primo ministro del Tamil Nadu e figlio di un precedente primo ministro che scelse di chiamarlo “Stalin” dopo aver partecipato, a pochi giorni dalla nascita del figlio, a una cerimonia in ricordo di Josif Stalinmorto il 5 marzo 1953.

MK Stalin (in genere chiamato MKS) si fece convincere molto in fretta, a quanto pare da un Gran maestro di scacchi indiano, a organizzare le Olimpiadi degli scacchi nel Tamil Nadu e, come ha scritto il Financial Times, fece rapidamente approvare un budget pari a circa 10 milioni di euro, poi sforato di oltre un terzo, qualcosa che è «molto più di quanto ogni altro evento scacchistico nella storia abbia mai potuto anche solo sognare».

Per organizzare l’evento, MKS e il governo del Tamil Nadu hanno messo in piedi in poco tempo una grande e a quanto pare efficiente macchina logistica e promozionale.

Organizzare le Olimpiadi comporta gestire arrivo e permanenza di oltre 1.700 scacchisti e scacchiste (ci sono una categoria Open aperta a tutti e una solo “femminile”) da quasi 200 paesi diversi, divisi in squadre da quattro (con l’aggiunta di una riserva e, talvolta, di un capitano-allenatore non giocante). Tra le altre cose, si è parlato di 125 furgoni Mercedes, di oltre 100 SUV e di alcune altre non meglio definite auto di lusso per spostare ospiti e giocatori, della completa ricostruzione della strada, lunga alcune decine di chilometri, che dall’aeroporto di Chennai porta a Mahabalipuram (dove già due anni fa Modi aveva organizzato un incontro con il presidente cinese Xi Jinping) e sulla quale c’è una corsia riservata ai mezzi legati dell’evento. Più in generale, diversi scacchisti hanno parlato sui social di un’organizzazione efficientissima e di alto livello.

Anche per quanto riguarda la promozione, MKS sembra aver fatto le cose in grande. Thambi, che è la mascotte delle Olimpiadi degli scacchi ed è un cavallo vestito con un tradizionale abito Tamil, è raccontata come un’immagine onnipresente per le strade di Chennai ma anche su numerosi prodotti commerciali.

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È anche stata realizzata una scacchiera di oltre 500 metri quadrati al cui interno i quattro cavalli, alti ognuno più di quattro metri, hanno proprio le fattezze di Thambi. Inoltre, in Napier Bridge, un noto ponte di Chennai, è stato ridipinto (e di notte appositamente illuminato, con non poche critiche da parte di chi si trova ad attraversarlo) per sembrare una scacchiera.

Oltre alla Russia, che non ha potuto organizzare l’evento e nemmeno parteciparci come squadra, alle Olimpiadi di scacchi attualmente in corso mancano la Cina (che non ha mai ben spiegato perché, ma probabilmente c’entra il Covid) e il Pakistan, che ha scelto di non partecipare dopo che l’India ha fatto passare la fiaccola olimpica (non quella delle Olimpiadi del CIO, un’altra) dall’area contesa del Kashmir.

Tra i partecipanti ci sono invece molti dei più forti scacchisti al mondo, a cominciare da Carlsen, la cui squadra norvegese di recente – e piuttosto a sorpresa – è stata battuta dall’Italia. In quanto paese ospitante, l’India schiera tre squadre nel torneo Open e tre in quello femminile. Il cinque volte campione del mondo indiano Viswanathan Anand non è tra i partecipanti ma ha comunque il ruolo di allenatore della squadra indiana.

Nelle Olimpiadi di scacchi le varie squadre si incontrano in base al cosiddetto “sistema svizzero” (che in breve punta a far incontrare giocatori di simile o uguale livello o punteggio), con partite che possono arrivare a durare anche un paio d’ore e che, se gli scacchisti lo decidono, possono terminare in parità. In ogni sfida tra una squadra nazionale e l’altra, ogni scacchista gioca contro qualcuno o qualcuna dell’altra squadra.

Al momento, grazie alle assenze di Russia e Cina (vincitrice del torneo Open nel 2014 e nel 2018 e di quello femminile nelle ultime due edizioni) e in conseguenza di prestazioni non esaltanti da parte di alcune altre squadre favorite (a cominciare dagli Stati Uniti), l’India ha ottime possibilità di vittoria in entrambi i tornei. Sarebbe un grande risultato sportivo per l’India, un paese che negli ultimi otto anni ha visto raddoppiare il suo numero di Gran maestri, ma anche un mezzo per spingere ancor più la crescita scacchistica nel paese, soprattutto ora che la Russia, storicamente il paese degli scacchi, rischia di esserne almeno in parte tagliata fuori.

Oltre che sui molti siti dedicati agli scacchi e sui rispettivi canali Twitch o YouTube, le Olimpiadi di scacchi si possono seguire sul sito e sul canale YouTube della FIDE, la Federazione Internazionale degli Scacchi.

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