È morta Elena, la donna che per poter accedere al suicidio assistito era stata accompagnata in Svizzera da Marco Cappato

Domani l'attivista dell'associazione Luca Coscioni andrà ad autodenunciarsi a Milano

(ANSA/ Fabio Frustaci)
(ANSA/ Fabio Frustaci)

Oggi è morta Elena, la donna veneta che per poter accedere a una procedura di suicidio assistito era stata accompagnata in Svizzera lunedì da Marco Cappato, politico e attivista dell’associazione Luca Coscioni. Elena, conosciuta anche con il nome di fantasia Adelina, aveva 69 anni ed era affetta da una patologia polmonare irreversibile: ma non aveva diritto all’accesso al suicidio assistito in Italia dal momento che non era tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, condizione citata espressamente dalla Corte Costituzionale nella sentenza con cui ha depenalizzato, in alcuni casi, il suicidio assistito.

In un post su Twitter, Cappato ha scritto che «Elena ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso»; Cappato ha anche aggiunto che domani, una volta rientrato in Italia, andrà ad autodenunciarsi per averla accompagnata in Svizzera per aiutarla a morire.

Elena – di cui non è stato reso noto il cognome – aveva detto al marito e alla famiglia di essere «davanti a un bivio» a causa della propria malattia, e di avere quindi scelto «la strada un po’ più breve» rispetto a quella «un po’ più lunga», che l’avrebbe portata «all’inferno». Nel suo ultimo videomessaggio, citato dall’associazione Luca Coscioni, aveva spiegato di essere «sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propria vita e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente», come aveva deciso di fare per se stessa, «dopo averci pensato parecchio».

Per Cappato si tratta di una nuova azione di disobbedienza civile dopo il caso ampiamente discusso di Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo, che nel febbraio del 2017 era stato accompagnato in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito sempre da Cappato. Dopo la morte di dj Fabo Cappato era stato indagato, processato e infine assolto.

– Leggi anche: Chi aiuta un suicidio non è sempre punibile, dice la Corte Costituzionale