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  • Lunedì 25 luglio 2022

Perché Sergei Lavrov è in visita in Africa

Il ministro degli Esteri russo vuole convincere alcuni leader africani a schierarsi con la Russia nella guerra in Ucraina, nonostante la crisi dovuta al blocco del grano

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov stringe la mano al ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry (Russian Foreign Ministry Press Service via AP)
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov stringe la mano al ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry (Russian Foreign Ministry Press Service via AP)
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Domenica il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov è partito per un viaggio diplomatico in Africa, dove molti paesi stanno facendo i conti con la crisi alimentare dovuta al blocco del grano ucraino causato dall’invasione russa. L’obiettivo del viaggio di Lavrov è di convincere i leader di alcuni paesi africani che il blocco non sia responsabilità della Russia ma dei paesi occidentali, rafforzando in questo modo i rapporti con una parte di mondo che per ora si è mantenuta piuttosto neutrale rispetto al conflitto, ma che potrebbe tornare molto utile come alleata.

Domenica Lavrov è stato ricevuto dal ministro degli Esteri dell’Egitto e nei prossimi giorni ha in programma di incontrare i leader di Etiopia, Uganda e Repubblica del Congo. Secondo alcuni commentatori, per gli interessi e le predisposizioni politiche di molti paesi africani, non è da escludere che Lavrov possa riuscire nell’intento di trovare nuovi alleati.

L’Ucraina è uno dei principali esportatori al mondo di grano, e il blocco delle esportazioni provocato dalla guerra sta generando una crisi alimentare soprattutto in Medio Oriente e Africa. Il blocco è dovuto in parte al fatto che i porti ucraini sono stati minati per evitare attacchi russi, e in parte a un sistema di appropriazione e rivendita delle scorte messo in piedi dalla Russia nelle zone conquistate. Venerdì era stato firmato un accordo tra Ucraina e Russia per sbloccare le esportazioni di circa 20 milioni di tonnellate di grano, ma non è ancora chiaro se avrà un effetto concreto.

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, molti paesi di Africa e Medio Oriente hanno mantenuto una posizione neutrale rispetto al conflitto, nella speranza di non compromettere i buoni rapporti commerciali con la Russia e i vantaggi della collaborazione con Europa e Stati Uniti. Nessun paese africano ha aderito alle sanzioni europee e statunitensi per limitare l’economia russa, ma solo pochi paesi si sono espressi apertamente a favore della Russia.

La Russia teme però che la crisi alimentare in Africa possa cambiare questo equilibrio, portando a una rottura dei rapporti con alcuni importanti paesi africani. L’obiettivo del viaggio di Lavrov è evitare che questo accada e possibilmente rafforzare i rapporti con questa parte di mondo.

In vista del suo viaggio, Lavrov ha fatto pubblicare un articolo sui giornali dei quattro paesi che visiterà. Tra le altre cose ha scritto: «Sappiamo che i colleghi africani non approvano i tentativi palesi degli Stati Uniti e dei loro satelliti europei di prendere il sopravvento e di imporre un ordine mondiale unipolare alla comunità internazionale».

La tesi della propaganda russa espressa dall’articolo – secondo cui il presidente russo Vladimir Putin starebbe combattendo una guerra contro l’egemonia occidentale dei paesi della NATO in difesa del resto del mondo – è molto in linea con un approccio anti-occidentale diffuso nei paesi dell’Africa che hanno a lungo sofferto il colonialismo politico ed economico di Stati Uniti ed Europa, e non è da escludere che faccia presa sull’opinione pubblica.

A giugno, durante l’incontro tra il presidente dell’Unione Africana Macky Sall e il presidente russo Vladimir Putin, il primo aveva chiesto che le esportazioni di grano venissero sbloccate ma anche che le sanzioni nei confronti della Russia venissero allentate, di fatto avallando la tesi russa per cui la colpa della crisi alimentare sia da attribuire alle restrizioni imposte da Stati Uniti e paesi europei.

Nel tentativo di prevenire i possibili effetti del viaggio Lavrov, Europa e Stati Uniti hanno mobilitato alcuni dei loro diplomatici in Africa, ma per ora con scarsi risultati. In particolare, l’inviato speciale statunitense Mike Hammer ha fatto sapere di avere in programma di visitare Egitto, Emirati Arabi Uniti ed Etiopia. Soprattutto in Medio Oriente, però, dove dai tempi dell’invasione americana dell’Iraq il sentimento anti-statunitense è molto radicato, la propaganda russa e gli sforzi di Lavrov avranno probabilmente più successo di quelli occidentali.

Murithi Mutiga, responsabile del programma africano per l’organizzazione indipendente International Crisis Group, ha detto che la Russia ha diversi vantaggi nel cercare di «conquistare cuori e menti nel continente africano», ma «Mosca rimarrà delusa se si aspetta che i governi africani le offrano pieno sostegno. L’istinto prevalente tra le autorità del continente è di rimanere non allineati e di stare fuori dallo scontro tra Russia e Occidente».

Il primo incontro del viaggio in Africa di Lavrov si è svolto domenica con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ed è stato descritto come molto amichevole.

Negli scorsi mesi, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi aveva condannato l’invasione russa in Ucraina cedendo alle pressioni europee e statunitensi, ma poi aveva riconfermato il proprio impegno a collaborare con la Russia. Dietro la neutralità dell’Egitto ci sono forti ragioni economiche: circa l’80 per cento dei suoi rifornimenti di grano venivano da Russia e Ucraina e circa il 30 per cento dei suoi turisti erano russi. La Russia inoltre sta costruendo in Egitto una centrale nucleare da 26 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, però, l’Egitto è anche uno dei principali destinatari degli aiuti economici degli Stati Uniti, cosa che mette il governo nella posizione di non potersi sbilanciare troppo.