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  • Giovedì 30 giugno 2022

Perché la versione russa sull’attacco al centro commerciale di Kremenchuk non sta in piedi

La propaganda russa ha cercato di sviare le responsabilità sul bombardamento, ma ci sono molte prove che la smentiscono

Pompieri al lavoro nel centro commerciale di Kremenchuk dopo l'attacco (AP Photo/Efrem Lukatsky)
Pompieri al lavoro nel centro commerciale di Kremenchuk dopo l'attacco (AP Photo/Efrem Lukatsky)
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Negli ultimi giorni varie personalità e account russi hanno cominciato a diffondere informazioni e ricostruzioni false sull’attacco missilistico russo di lunedì al centro commerciale di Kremenchuk, nell’Ucraina centrale, nel quale sono state uccise almeno 18 persone: l’obiettivo della disinformazione è di sviare l’opinione pubblica sulla responsabilità del bombardamento.

Tra le altre cose, il portavoce del ministero della Difesa ha detto che il bombardamento del supermercato sarebbe stato in realtà «un attacco di precisione via aria contro magazzini contenenti armi e munizioni», e che il supermercato avrebbe preso fuoco come conseguenza dell’esplosione. Altri hanno detto che il supermercato stesso era vuoto, non funzionante e conteneva anch’esso armi e munizioni.

Ma un’inchiesta del sito di indagini americano Bellingcat ha smentito piuttosto chiaramente tutti questi argomenti: il centro commerciale di Kremenchuk è stato colpito in pieno da un missile russo, al momento dell’attacco era in attività e non conteneva né armi né munizioni.

Gli argomenti della propaganda russa sono ben sintetizzati in un thread su Twitter dell’ambasciata russa nel Regno Unito. Secondo l’ambasciata, che cita il ministero della Difesa, il 27 giugno l’aviazione russa avrebbe attaccato una fabbrica che conteneva armi e munizioni inviate all’Ucraina da Stati Uniti ed Europa. La detonazione dell’attacco «ad alta precisione» avrebbe poi provocato un incendio nel centro commerciale di Kremenchuk, che si trova lì vicino. Inoltre il centro commerciale, secondo l’ambasciata, in quel momento era chiuso.

Usando video e informazioni disponibili pubblicamente, e aggiungendo elementi di indagine propri, Bellingcat ha smontato le argomentazioni russe in maniera difficile da confutare. Che il centro commerciale sia stato colpito in pieno è piuttosto facile da confermare: ci sono video, geolocalizzati da Bellingcat, che mostrano un missile cadere esattamente nel luogo dove si trova l’edificio. Varie immagini delle ore successive al bombardamento, inoltre, mostrano il centro commerciale distrutto, e le autorità ucraine hanno rinvenuto al suo interno parti del missile disintegrato dopo l’impatto.

Effettivamente, nell’attacco del 27 giugno l’aviazione russa ha lanciato due missili: il primo ha colpito il centro commerciale, mentre il secondo un’area industriale che si trova a circa 500 metri di distanza.

Secondo esperti sentiti da Bellingcat, non è impossibile che l’esplosione di un missile possa provocare un incendio in un edificio a 500 metri di distanza, come dice la propaganda russa. Ma le immagini satellitari mostrano che lungo i 500 metri che separano l’area industriale dal centro commerciale non ci sono i danni e le distruzioni che avrebbero dovuto verificarsi nel caso in cui in quell’area si fosse propagato un incendio.

Una mappa satellitare dei due attacchi annotata da Bellingcat

Bellingcat spiega che al momento non è possibile capire quali fossero le attività dell’area industriale colpita dal secondo missile russo.

Nel 2014 l’area, che contiene una fabbrica di macchinari per la riparazione delle strade chiamata KredMash, era stata usata per la manutenzione di alcuni veicoli militari, ma da quel momento non si avevano più avuto notizie di attività militari, e vari video girati negli ultimi anni mostrano la presenza di strutture industriali standard. Secondo il Guardian, dopo l’inizio della guerra la fabbrica era stata svuotata e non era più in attività.

È inoltre molto improbabile che i due siti colpiti contenessero munizioni: di solito quando viene bombardato un edificio che le contiene si hanno esplosioni multiple, provocate dalla distruzione progressiva delle munizioni, ma nessuno dei video del bombardamento sembra mostrare qualcosa del genere.

Bellingcat dimostra inoltre – anche in questo caso in maniera piuttosto chiara – che al momento del bombardamento il centro commerciale era aperto e in attività: non soltanto ha raccolto i messaggi social delle persone che vi lavoravano e delle loro famiglie, ma ha anche messo assieme numerose foto di scontrini rilasciati nei giorni e nelle ore immediatamente precedenti l’attacco, che mostrano che il centro commerciale era aperto.

https://twitter.com/SergZ50534513/status/1541833986271477760

Il Guardian ha inoltre recuperato una comunicazione della direzione del centro commerciale ai dipendenti, in cui non solo si diceva che il centro era aperto, ma si esortava i dipendenti a ignorare gli allarmi antiaerei.