La Germania ha attivato la seconda fase del suo piano di emergenza per prepararsi al blocco delle forniture di gas russo

(AP Photo/Frank Augstein)
(AP Photo/Frank Augstein)

Giovedì il governo della Germania, uno dei paesi europei più dipendenti dal gas naturale russo, ha attivato la seconda fase del piano di emergenza per l’eventuale mancanza di forniture energetiche che aveva introdotto lo scorso marzo. Il piano serve a preparare il paese all’eventualità che la Russia sospenda le esportazioni di gas, e la sua seconda fase prevede una serie di misure economiche per incentivare un minor consumo di gas, risparmiare sulle forniture esistenti e aumentarne il livello negli impianti di stoccaggio. La fase appena attivata è la penultima del piano di emergenza, quella di “allarme”: la più significativa è l’ultima, la terza, che è la fase di “emergenza” e prevede il razionamento del gas.

Assieme alla recente decisione di riaprire alcune centrali elettriche a carbone che erano state dismesse, l’attivazione della seconda fase del piano di emergenza è un segnale di quanto l’ipotesi di un’interruzione delle forniture di gas dalla Russia cominci a sembrare concreta al governo tedesco.

La seconda fase, nello specifico, prevede che il governo metta a disposizione 15 miliardi di euro come incentivi economici alle aziende per ridurre i propri consumi di gas. Nel caso in cui dovesse essere attivata l’ultima fase di emergenza, le forniture verrebbero tagliate prima di tutto ad alcuni settori produttivi, dando la priorità alle strutture che ne hanno più bisogno, come gli ospedali o le case private (in Germania, circa la metà sono riscaldate col gas naturale, in Italia quasi il 70 per cento).

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