L’Italia «vuole che l’Ucraina abbia lo status di candidato» dell’Unione Europea, dice Draghi

Finora non si era mai esposto così esplicitamente, e sembra d'accordo anche la Germania

(Alexey Furman/Getty Images)
(Alexey Furman/Getty Images)

Giovedì durante la sua visita in Ucraina insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha tenuto una breve conferenza stampa per spiegare le ragioni della visita, che hanno soprattutto a che fare con la volontà di mostrare la vicinanza dei paesi dell’Unione Europea dopo quasi quattro mesi dall’inizio dell’invasione russa.

Il passaggio più importante del discorso di Draghi ha riguardato i negoziati in corso per rendere l’Ucraina un candidato a entrare nell’Unione Europea, come chiesto ormai da mesi dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dal suo governo. Draghi ha detto esplicitamente che «l’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea. E vuole che l’Ucraina abbia lo status di candidato e sosterrà questa posizione nel prossimo Consiglio europeo». È la prima volta che Draghi si espone in questo modo: a fine marzo in Parlamento si era limitato a dire che il suo governo vedeva l’Ucraina all’interno dell’Unione, ma senza dare indicazioni più concrete.

Nei prossimi giorni ci si aspetta che la Commissione Europea raccomanderà di garantire all’Ucraina lo status di paese candidato, ma la decisione vera e propria spetterà ai governi nazionali e ai loro leader, riuniti rispettivamente nel Consiglio dell’Unione Europea e nel Consiglio Europeo. I passaggi più difficili da superare perché l’Ucraina possa effettivamente aderire all’Unione, comunque, arriveranno solo in seguito.

Alcuni governi europei si dicono da settimane molto scettici su una procedura accelerata per fare aderire l’Ucraina, come chiesto per esempio da alcuni paesi dell’Europa orientale: per entrare nell’Unione serve che il governo di un certo paese approvi riforme economiche e istituzionali molto complesse, da cui l’Ucraina sembrava assai lontana anche prima della guerra. Anche la Germania fino a poche settimane fa sembrava molto scettica: giovedì invece Scholz ha detto di condividere il fatto che all’Ucraina venga assegnato lo status di candidato. «È un bel passo avanti, mi creda», ha commentato Draghi con i giornalisti, parlando della posizione favorevole di Francia e Germania su questo tema.

– Leggi anche: Fare entrare l’Ucraina nell’Unione Europea è molto più difficile di quanto si pensi

Nel suo discorso Draghi non si è limitato a parlare dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, ma ha commentato vari altri temi legati alla guerra. Riguardo ai futuri negoziati con la Russia, Draghi ha detto che «sarà l’Ucraina a scegliere la pace che vuole», e che «qualsiasi soluzione diplomatica non può prescindere dalla volontà di Kiev, da quello che ritiene accettabile per il suo popolo», rispondendo indirettamente a quanti ritengono che l’Occidente debba negoziare una tregua con la Russia senza tener conto del parere del governo ucraino.

Parlando invece del problema gigantesco delle forniture di cereali ferme nei porti ucraini per via della guerra, Draghi ha detto che «perché la crisi umanitaria in Ucraina non si trasformi in una catastrofe mondiale l’unico modo di procedere è avere una risoluzione delle Nazioni Unite che regoli la creazione di corridoi nel Mar Nero. La Russia finora l’ha rifiutata».