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  • Mercoledì 15 giugno 2022

Macron non vuole scegliere tra l’estrema destra di Le Pen e la sinistra di Mélenchon

Il presidente francese ha dato indicazioni poco chiare su chi votare al secondo turno delle legislative, che si terranno domenica

Emmanuel Macron, Parigi, 1 giugno 2022 (Christian Hartmann/Pool via AP)
Emmanuel Macron, Parigi, 1 giugno 2022 (Christian Hartmann/Pool via AP)
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Alle elezioni legislative francesi di domenica scorsa per rinnovare l’Assemblea Nazionale, la coalizione di sinistra Nouvelle Union populaire écologique et sociale (Nupes) guidata da Jean-Luc Mélenchon ha ottenuto una percentuale di voti molto simile a Ensemble!, la coalizione del presidente Emmanuel Macron (che comprende il suo partito, La République en Marche), e potrebbe minacciarne la maggioranza in parlamento (Nupes include anche i Socialisti). Nelle ultime settimane Ensemble! si era mostrata molto preoccupata rispetto a questa possibilità e dopo un inizio di campagna elettorale piuttosto fiacco, i suoi esponenti avevano portato avanti una strategia aggressiva fatta di attacchi intensi nei confronti di Mélenchon.

In vista del secondo turno che si svolgerà in quasi tutte le circoscrizioni del paese (sono poche quelle che hanno eletto un candidato al primo turno), parte della coalizione di Macron sta proseguendo su questa linea: per evitare di perdere la maggioranza, quindi per logiche soprattutto di convenienza politica, La République en Marche (LRM) non ha infatti voluto dare una chiara indicazione di voto nei casi di ballottaggio tra Nupes e il partito di estrema destra di Marine Le Pen. Diversi giornali francesi l’hanno definito un  “fatto senza precedenti”, che sta creando un po’ di problemi anche all’interno della stessa coalizione di Macron.

Al primo turno, Nupes e Ensemble! hanno ottenuto entrambi intorno al 26 per cento. Tradotto in seggi parlamentari sulla base del sistema elettorale francese (uninominale a doppio turno), significa che Ensemble! potrebbe avere tra i 255 e i 295 deputati e Nupes tra i 150 e i 190. La maggioranza è di 289: è quasi impossibile che Nupes la raggiunga, ma è probabile che possa ottenere abbastanza voti da toglierla a Macron.

La maggioranza presidenziale, infatti, ha perso sette punti rispetto alle legislative del 2017 e due punti rispetto al voto per Macron alle presidenziali, che si era tenuto ad aprile. Quasi sicuramente La République en Marche non manterrà la maggioranza assoluta, ma potrebbe non ottenerla nemmeno la coalizione di cui fa parte.

Il secondo turno per eleggere i 577 membri dell’Assemblea Nazionale francese si terrà domenica 19 giugno e sono 61 le circoscrizioni dove un candidato o una candidata dell’alleanza di sinistra Nupes se la vedrà con un candidato o una candidata di Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen. Rispetto a queste situazioni, quindi, la coalizione di Macron non ha assunto una posizione chiara.

Alcuni esponenti della coalizione, tra cui il segretario de La République en Marche Stanislas Guerini, hanno detto che ai ballottaggi tra sinistra e estrema destra si dovrà decidere «caso per caso».

Domenica sera, la prima ministra Élisabeth Borne ha chiesto agli elettori e alle elettrici di opporsi «agli estremismi», indicando come un nemico comune i rappresentanti dell’estrema destra e quelli di Nupes: «Non cederemo a nulla. Né in un modo né nell’altro». «Chiedo di bloccare l’estrema sinistra, il cui reale progetto è creare disordine e anarchia», ha a sua volta detto la ministra per la Transizione ecologica Amélie de Montchalin. L’ex ministro dell’Educazione nazionale Jean-Michel Blanquer, eliminato al primo turno, ha detto di ritenere che «l’estrema sinistra sia un pericolo tanto quanto l’estrema destra» e l’ex ministra dello Sport Roxana Maracineanu ha chiesto un «fronte repubblicano contro l’estrema sinistra».

Altri esponenti di Ensemble! sconfitti al primo turno semplicemente non si sono pronunciati e molti altri hanno fatto appelli per lasciare la scheda bianca. Per ora, solo 6 candidati di Ensemble! eliminati al primo turno hanno chiaramente invitato i propri elettori a trasferire il voto a Nupes e a creare un “fronte repubblicano” compatto contro l’estrema destra. Cioè appena il 10 per cento.

Ha rivendicato la necessità di fermare l’estrema destra anche il nuovo ministro dell’Educazione nazionale, Pap Ndiaye: «Qualunque sia la configurazione, a Rassemblement National non dovrebbe andare nemmeno un voto. La lotta all’estrema destra non è un principio a geometria variabile».

– Leggi anche: Il nuovo e discusso ministro dell’Educazione nazionale francese

Le Monde ha ipotizzato che questa dichiarazione, fatta da un ministro considerato di sinistra e finora mai intervenuto nella campagna elettorale per le legislative, potrebbe avere ricordato a Macron la posizione politica di una parte del macronismo delle origini, e il suo ancoraggio a sinistra. Tra il primo e secondo turno delle presidenziali (ad aprile), lo stesso presidente aveva poi fatto diversi appelli per creare un fronte repubblicano contro l’estrema destra e contro Marine Le Pen (l’altra candidata al ballottaggio): aveva corteggiato gli elettori e le elettrici di sinistra e gli ambientalisti, usando diverse espressioni proprio di Jean-Luc Mélenchon.

In altre parole, Le Monde, così come altri giornali francesi, ha messo in evidenza le contraddizioni emerse tra aprile e oggi nel discorso di Macron e della coalizione che lo sostiene. L’insieme di posizioni molto diverse dentro Ensemble! o comunque la mancanza di un posizionamento chiaro potrebbe finire per penalizzare la coalizione presidenziale, hanno scritto alcuni analisti.