• Mondo
  • Domenica 5 giugno 2022

Il ritorno delle farfalle monarca in Messico

Con l'ultima migrazione da Canada e Stati Uniti sono arrivati molti più esemplari: forse si stanno adattando al cambiamento climatico

(AP Photo/ Rebecca Blackwell)
(AP Photo/ Rebecca Blackwell)
Caricamento player

Ogni autunno le farfalle monarca (Danaus plexippus) iniziano un viaggio lungo fino a 5mila chilometri dagli Stati Uniti e dal Canada verso le calde foreste del Messico, dove trascorrono i mesi più freddi per evitare il rigido clima invernale del Nord America. Una volta arrivate, si posano sui rami degli alberi una accanto all’altra, ricoprendoli di giallo e arancione: assomigliano a delle foglie e a volte sono così tante da modificare il colore del paesaggio, attirando migliaia di turisti.

Negli ultimi decenni la popolazione delle farfalle monarca è calata costantemente per via del cambiamento climatico e della deforestazione, e di conseguenza anche gli esemplari migrati erano stati molto meno. Quest’anno però, secondo uno studio condotto da WWF Mexico, le farfalle monarca arrivate in Messico sono aumentate, e questo potrebbe indicare che si stiano adattando a nuove condizioni climatiche.

Le farfalle monarca sono tra gli insetti più famosi e conosciuti di Canada e Stati Uniti e sono considerate un simbolo di vari stati, tra cui Texas, Illinois e Minnesota. Ogni anno verso novembre milioni di esemplari migrano nelle foreste dello stato di Michoacán e in quelle a ovest di Città del Messico, nella parte centrale del paese, dove la loro popolazione è tenuta sotto osservazione fin dagli anni Novanta.

In queste zone la presenza delle farfalle non viene valutata contando i singoli esemplari, cosa che sarebbe piuttosto complicata, ma contando le colonie e osservando dove si trovano. Secondo la Commissione nazionale delle aree protette del Messico (CONANP), che ha presentato i risultati dello studio la settimana scorsa, nell’ultimo inverno la presenza delle farfalle monarca è aumentata del 35 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da una diffusione in 21mila metri quadrati di foresta a un’area ampia circa 28.400 metri quadrati.

Al momento non è chiaro cosa abbia portato all’aumento della popolazione osservata in Messico, ma secondo gli scienziati deriverebbe da un insieme di fattori, tra cui la maggiore adattabilità a nuove condizioni climatiche.

Negli ultimi trent’anni la popolazione delle farfalle monarca che vivono nella parte orientale degli Stati Uniti è calata dell’88 per cento: per fare un confronto con i dati più recenti, a metà degli anni Novanta la popolazione delle farfalle monarca in Messico era diffusa in un’area grande 182mila metri quadrati; nell’inverno tra il 2018 e il 2019 si era ridotto a circa un terzo.

Tra le cause principali del calo di farfalle c’è il cambiamento climatico, a cui è stato attribuito l’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi, come ondate di calore e siccità nelle aree in cui si riproducono le farfalle monarca e in quelle che attraversano durante la migrazione. Un altro fattore è il disboscamento: per fare spazio a infrastrutture, pascoli o coltivazioni sono state eliminate le piante nettarifere essenziali per la loro sopravvivenza sia sulle rotte migratorie sia nelle foreste messicane, mentre in Nord America sta scomparendo l’unica pianta erbacea di cui si nutrono le sue larve (Asclepias tuberosa).

Il direttore generale di WWF Mexico, Jorge Rickards, ha attribuito il recente aumento di farfalle agli sforzi del governo del Messico per preservare le foreste in cui migrano e alle iniziative di gruppi di attivisti in Canada e Stati Uniti, che hanno cominciato a piantare in varie zone piante nettarifere e pollinifere. Rickards ha ricordato però che la migrazione invernale delle farfalle monarca continua a essere «un fenomeno a rischio».

Secondo la funzionaria del CONANP Gloria Tavera le farfalle «stanno cominciando ad adattarsi a condizioni climatiche estreme», infatti quest’anno sono state viste in Messico anche nel mese di aprile, mentre solitamente ripartono per tornare in Nord America verso marzo. Sull’aumento di popolazione osservato quest’anno comunque potrebbe aver influito anche il comportamento insolito dell’anno scorso: le farfalle avevano iniziato a migrare a nord già a febbraio, arrivando in Stati Uniti e Canada ad aprile e maggio, prima del periodo di caldo e siccità più estremo.

Infine nel periodo dell’ultima migrazione in Messico sono morte molte meno piante rispetto all’inverno precedente a causa di incendi, siccità, malattie o pesticidi. Il pericolo per la perdita dell’habitat però resta, perché le attività di taglio e lavorazione del legno nelle aree popolate dalle farfalle durante l’ultima migrazione sono aumentate del 4,5 per cento rispetto all’inverno del 2020-2021.

– Leggi anche: La farfalla che portò altre tre specie nel mar Baltico, per sbaglio