L’evacuazione dall’acciaieria Azovstal è stata completata

Tutti gli uomini anziani, le donne e i bambini sono stati portati via dallo stabilimento di Mariupol

L'acciaieria fotografata il 7 maggio (AP Photo/Alexei Alexandrov)
L'acciaieria fotografata il 7 maggio (AP Photo/Alexei Alexandrov)
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Tutte le donne, i bambini e gli uomini anziani che erano rimasti bloccati all’acciaieria Azovstal a Mariupol sono stati portati in salvo, dopo giorni in cui i convogli umanitari erano riusciti ad accedere all’acciaieria a intermittenza, a causa dei continui bombardamenti russi. «Questa parte dell’operazione umanitaria a Mariupol è stata completata» ha scritto sabato pomeriggio su Telegram la vice prima ministra ucraina Iryna Vereshchuk, senza fornire dettagli sul numero di civili trasportati. Le informazioni disponibili sono parziali e difficili da verificare, e non è chiaro se nell’evacuazione siano stati fatti uscire anche tutti i maschi adulti, che finora erano stati esclusi dalle operazioni di soccorso.

Sempre su Telegram, la presidenza ucraina ha scritto che è stata portata a termine «la prima fase della missione di evacuazione dell’Azovstal» e che in totale «sono state salvate più di 300 persone: donne e bambini. Ora stiamo preparando la seconda fase della missione di evacuazione: i feriti e i medici».

Nella serata di sabato è arrivata anche la conferma della parte russa. Il ministro della Difesa ha diffuso un comunicato in cui si parla del completamento dell’«operazione umanitaria per evacuare i civili» dallo stabilimento, avvenuto con l’ausilio di rappresentanti dell’ONU e della Croce Rossa.

Le operazioni con cui sono stati portati in salvo i civili rimasti bloccati all’acciaieria non sono state semplici. Una settimana fa c’era stato il primo tentativo grazie al quale erano state evacuate circa 150 persone. Poi mercoledì la Russia aveva annunciato che da giovedì a sabato, tra le 8 di mattina e le 18, ci sarebbe stato un cessate il fuoco per permettere le operazioni di soccorso. Le autorità ucraine avevano però accusato la Russia di aver violato il cessate il fuoco già nel primo giorno, impedendo di fatto ai convogli di prelevare i civili.

Un terzo tentativo c’era stato anche tra la sera di venerdì e la mattina di sabato, quando erano stati fatti uscire circa 50 civili nonostante la lentezza dell’operazione, dovuta al fatto che le forze russe avevano continuato a sparare contro l’acciaieria violando il cessate il fuoco e costringendo i convogli umanitari ad attendere nei pressi.

Lo stabilimento dell’Azovstal, che è enorme ed è dotato di un grande rifugio antiatomico, da settimane rappresenta l’ultimo luogo della resistenza ucraina a Mariupol, città portuale nel sud dell’Ucraina la cui conquista è particolarmente importante per i russi. Oltre alle persone che erano bloccate nei sotterranei dell’acciaieria si stima che a Mariupol ci siano ancora migliaia di persone.