Cosa c’è nel DEF approvato dal governo

A causa della guerra e dell'aumento dei prezzi di carburante ed energia le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso

Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse
Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

Nel Consiglio dei ministri di mercoledì, il governo ha approvato all’unanimità il nuovo DEF, il documento di economia e finanza con cui si programmano le cose da fare e si prospetta l’andamento dell’economia italiana nel prossimo futuro. Pur non avendo ancora pubblicato il documento, il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco ne hanno parlato in una conferenza stampa mercoledì sera, e poi il governo ne ha diffuso il contenuto in un comunicato.

Rispetto a quando era stata pubblicata la nota di aggiornamento al DEF dello scorso anno, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso: a settembre quelle per il 2022 erano del 4,7 per cento, ora sono del 3,1 per cento. Per il 2023 erano del 2,8 per cento e ora sono del 2,4. Il motivo di tutto questo, dice il governo, è il contesto internazionale ed economico profondamente cambiato rispetto a settembre, per via di una serie di cause: «In particolare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime, l’andamento dei tassi d’interesse e la minor crescita dei mercati di esportazione dell’Italia».

Stando alle previsioni del DEF, il margine di spesa per l’Italia nei prossimi anni sarà dello 0,5 per cento del PIL nel 2022, dello 0,2 nel 2023 e dello 0,1 nel 2024. Questi fondi verranno utilizzati per «contenere il costo dei carburanti e dell’energia», aumentare la possibilità di accesso al credito per le imprese e «integrare le risorse per compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche».

A proposito del costo dell’energia, Draghi ha risposto a una domanda di Carlo Di Foggia del Fatto Quotidiano, che ha chiesto se l’Italia ha un piano energetico in caso venissero a mancare le forniture di gas della Russia. Draghi ha risposto che non c’è un piano, ma che nell’eventualità in cui la Russia tagliasse le forniture potremmo andare avanti fino a ottobre inoltrato con le riserve energetiche attualmente a disposizione. «Noi andiamo con quello che decide l’Unione Europea» ha aggiunto Draghi. «Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace: cosa preferiamo, la pace oppure star tranquilli con l’aria condizionata accesa tutta l’estate?».

Per quanto riguarda il rapporto tra debito pubblico e PIL, un indicatore che è sempre stato molto alto negli ultimi anni e per questo ritenuto problematico, il DEF dice che quest’anno scenderà al 147 per cento dal 150,8 del 2021, e che negli anni successivi scenderà ancora fino a raggiungere il 141,4 per cento nel 2025.

Inoltre, durante la conferenza stampa è stata annunciata la firma di un dpcm che assegna nuovi fondi per gli incentivi all’acquisto di veicoli ibridi, elettrici o a basse emissioni. Il dpcm prevede lo stanziamento di 650 milioni di euro all’anno nei prossimi due anni, nell’ambito di un piano di finanziamenti più ampio che prevede di spendere 8,7 miliardi di euro fino al 2030, per incentivare la sostituzione dei veicoli inquinanti con quelli a basse emissioni.