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  • Lunedì 4 aprile 2022

Il libro giusto al momento giusto

Le case editrici decidono il calendario delle uscite tenendo conto di molte cose tra cui le vacanze, i festival, i traduttori e i truffatori

di Marta Impedovo

(Christopher Furlong/Getty Images)
(Christopher Furlong/Getty Images)
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Tra gli ultimi libri pubblicati dalla casa editrice Vallardi ce n’è uno la cui data di uscita è stata decisa in base alla fioritura delle magnolie. Si tratta di Milano Mon Amour, una guida alla città di Milano in 25 itinerari scritta dall’influencer Lorenzo Bises. «La primavera è la stagione delle passeggiate e uno di questi itinerari è un tour delle magnolie in fiore, quindi volevamo che uscisse in tempo per approfittarne», ha raccontato la direttrice editoriale Marcella Meciani.

La fioritura delle magnolie non è solitamente un evento di cui le case editrici tengono conto quando programmano il proprio calendario editoriale, ma potrebbe essere stato determinante per le vendite del libro di Bises. È vero infatti che la data di uscita di un libro è raramente casuale e per deciderla bisogna considerare molti aspetti, che spesso variano in base alla casa editrice e al libro in questione. Si va dal Natale alle vacanze estive, passando per i festival letterari, le giornate internazionali, i tempi di traduzione, la stampa italiana e la critica straniera, fino ai ladri di manoscritti.

Il calendario a cui fanno riferimento le case editrici per la propria programmazione è generalmente scandito da due grosse scadenze fisse: le vacanze di agosto e le feste natalizie. Sono i periodi in cui si concentra la maggior parte delle vendite: nel primo caso perché le persone acquistano i libri che vorrebbero leggere avendo più tempo in vacanza, e nel secondo per regalarli.

La fine di novembre e i primi 20 giorni di dicembre sono decisivi soprattutto per i grandi editori, che in questo periodo pubblicano i titoli da cui si aspettano un risposta maggiore. È il periodo delle novità di autori molto noti come Gianrico Carofiglio, Fabio Volo e Bruno Vespa, solo per citare alcuni italiani. Per i piccoli editori le regole sono un po’ diverse: solitamente le ultime novità dell’anno escono a ottobre o al massimo i primi di novembre, proprio per non essere soffocate dalle uscite natalizie più grosse.

Le settimane prima di Natale sono un ottimo periodo anche per far uscire edizioni particolarmente curate e in copie limitate di libri non più nuovi ma che si pensa possano avere ancora mercato: cofanetti che raccolgono tutti i libri di una serie, edizioni rilegate e impreziosite, libri illustrati, libri di ricette e i cosiddetti “coffee table book”: libri di fotografie o d’arte pensati soprattutto per essere sfogliati, esposti in casa e regalati, appunto. Marcella Meciani di Vallardi ha spiegato che «uscire con un esordio sotto Natale è pericoloso, perché ci sono tante uscite molto rassicuranti per i librai: però ci si può pensare nel caso in cui si abbia un libro che può diventare un bel regalo ma mai troppo a ridosso del Natale».

La stagione estiva invece inizia a maggio e si concentra soprattutto nel mese di giugno: è il momento in cui si propongono quelli che si pensa possano diventare “libri da ombrellone”. Ogni casa editrice ha i suoi criteri, ma di solito sono lunghi, si leggono “tutto d’un fiato”, hanno storie avvincenti e una scrittura scorrevole. A luglio escono le ultime novità dell’estate e poi le programmazioni si fermano fino all’inizio di settembre.

Fabio Muzi, editor della narrativa straniera di Feltrinelli, ha confermato che «in generale i mesi di ottobre, novembre e dicembre sono dedicati ai grandi successi e ai grandi autori, quelli su cui vai sul sicuro. In questo periodo rimane poco spazio per fare un lavoro più di fino e proporre novità di autori meno conosciuti: è più facile farlo nei primi sei mesi dell’anno, quando ci sono eventi importanti e i giornali hanno spazio. La prima parte dell’anno è più di proposte, mentre la seconda è orientata ad arrivare bene a Natale: con l’eccezione di settembre che è un buon mese per fare proposte, magari forti, che se vanno bene arrivano fino a Natale».

Settembre e ancora di più gennaio sono considerati i mesi della ripresa: come ha spiegato Giulio Passerini, ufficio stampa di Edizioni E/O, «sono due momenti caldi in cui gli editori cercano di far ripartire il mercato. Tante persone hanno comprato libri a Natale e ne hanno ricevuti, quindi gennaio è per libri “chicca”, belli e di interesse giornalistico ma non commerciali». In questo periodo più “fiacco”, inoltre, è più facile che un libro finisca nelle classifiche e quindi ottenga visibilità, a differenza del periodo natalizio in cui i libri più venduti fanno decine di migliaia di copie a settimana.

«Si cerca di rispettare il calendario ma anche di contraddirlo», ha detto Muzi: «per esempio marzo e aprile sono solitamente i mesi dei primi caldi e del tempo passato all’aperto, quindi un po’ sgonfi per l’editoria: noi abbiamo deciso di far uscire Hidden Valley Road e Il sentiero del sale, due storie vere che per noi sono delle belle proposte, da cui ci aspettiamo comunque buone vendite».

Quest’anno, il 7 gennaio, in contemporanea con l’uscita in Francia, è uscito in Italia l’ultimo libro di Michel Houellebecq, Annientare, atteso soprattutto per via della fama controversa dell’autore, molto apprezzato e al tempo stesso molto contestato dalla critica. Elisabetta Sgarbi, direttrice della casa editrice La Nave di Teseo, che l’ha pubblicato, ha spiegato che «a partire da Sottomissione (uscito nel 2015, ndr), Michel Houellebecq preferisce uscire in gennaio, un mese molto fertile, fuori dall’imbuto dei libri di Natale, con grande attenzione da parte dei giornali. E in effetti la copertura stampa è stata enorme e la partenza in libreria molto buona: abbiamo ristampato due volte in una settimana».

Un caso simile a questo è quello di Verso il paradiso, l’ultimo libro della scrittrice americana Hanya Yanagihara (diventata molto famosa dopo il successo del suo romanzo del 2015 Una vita come tante), che è uscito per Feltrinelli a gennaio di quest’anno, in concomitanza con gli Stati Uniti. Fabio Muzi, che se n’è occupato, ha spiegato: «Volevo che uscissero nello stesso momento, un po’ per sfruttare il rumore che avrebbe fatto il libro negli Stati Uniti e nel Regno Unito e un po’ perché volevo che i lettori e i commentatori avessero il tempo di leggerlo senza idee preconcette. In Italia succede spesso che i giornalisti si facciano influenzare dalla stampa americana: questo è un libro di un’autrice famosa, molto atteso ma anche molto tosto e io non sapevo come sarebbe stato accolto, ma non volevo che gli italiani si facessero condizionare».

Naturalmente questo discorso non vale per tutti i libri: in alcuni casi, per esempio, aspettare e vedere la risposta di altri paesi può essere utile per decidere se fare uscire un libro anche in Italia o no. «Per esempio c’è un libro che uscirà a maggio negli Stati Uniti, strano, complesso, in un certo senso oscuro, e ho deciso di aspettare per vedere le reazioni della stampa e dei lettori e poi decidere se e quando portarlo in Italia», ha detto Muzi: «naturalmente anche aspettare può diventare rischioso, soprattutto con i libri che trattano di temi molto contemporanei: può sempre succedere qualcosa nel frattempo per cui il libro diventa obsoleto ancora prima di essere uscito qui».

Per altri libri, anche volendo, uscire in contemporanea con l’edizione originale non è possibile. È stato il caso dell’ultimo attesissimo libro della scrittrice irlandese Sally Rooney, Dove sei, mondo bello, uscito in Italia a marzo sette mesi dopo la pubblicazione in lingua inglese. «Non di tutti i libri ci viene dato il testo in tempo per tradurlo e farlo uscire in contemporanea», ha spiegato Andrea Canobbio, responsabile della narrativa straniera di Einaudi che si è occupato del libro di Rooney. «In questo caso abbiamo avuto il libro da tradurre solo quando è uscito in inglese: infatti, con tutto quello che è successo con il ladro di manoscritti, la casa editrice era molto restia a divulgare il libro prima dell’uscita». Canobbio fa riferimento a una truffa che negli ultimi anni ha coinvolto le case editrici di mezzo mondo e per cui a gennaio è stato accusato e arrestato un italiano: «forse ora le cose cambieranno un po’», ha commentato.

– Leggi anche: È un italiano ad aver ingannato per anni l’editoria di mezzo mondo?

Canobbio ha raccontato che Einaudi affida le traduzioni di alcuni autori quasi sempre agli stessi traduttori e dà loro tutto il tempo di cui hanno bisogno. «Per esempio avremmo voluto far uscire l’ultimo libro di Javier Marías a novembre, in tempo per Natale, ma la traduttrice era impegnata e abbiamo deciso di aspettarla e farlo uscire a gennaio».

Nei mesi di attesa per l’uscita della traduzione italiana dell’ultimo libro di Rooney, molte librerie italiane hanno esposto l’edizione originale del libro, intercettando l’impazienza dei lettori ventenni e trentenni, che sono il principale target dell’autrice e i più propensi a leggere libri in lingua originale. Canobbio ha detto però che non ha influito molto sulle vendite dell’edizione italiana: «solo nella prima settimana, in Italia, l’edizione italiana ha venduto più di quella inglese nei mesi precedenti. Questo può essere un rischio più che altro per gli editori olandesi e tedeschi, che pubblicano in paesi dove molti leggono in inglese e se non escono in contemporanea perdono fette importanti di fatturato».

Dipende molto anche dagli autori e dalle case editrici straniere: «Per esempio Crossroads è uscito in contemporanea in Italia e negli Stati Uniti: Jonathan Franzen è uno che pianifica tutto nel dettaglio e quindi ha fatto avere agli editori stranieri il testo con anticipo di un anno» ha detto Canobbio.

Anche quando ci si muove con largo anticipo, comunque far uscire un libro tradotto in contemporanea con l’originale non è facile: come ha raccontato Fabio Muzi di Feltrinelli «lavori su bozze non finite e rischi che in corso di traduzione arrivino modifiche anche importanti». Nel 2010, la casa editrice inglese HarperCollins dovette ritirare e sostituire migliaia di copie proprio di un libro di Franzen, Libertà, perché aveva pubblicato per errore una versione non definitiva.

Per chi pubblica autori italiani, la data d’uscita dipende anche molto dalla data di consegna della bozza definitiva. Marcella Meciani di Vallardi ha raccontato che facendo soprattutto libri “utili”, e quindi scritti da persone che nella vita sono esperte di qualcosa ma non hanno esperienza di scrittura, «il momento della consegna del manoscritto può diventare particolarmente imprevedibile». 

Sebbene esistano libri che vendono bene solo anni dopo la pubblicazione, nella maggior parte dei casi le settimane che seguono l’uscita di un titolo sono quelle decisive per stabilirne il successo. Ogni settimana infatti le librerie ricevono decine di novità e avendo spazi limitati devono decidere velocemente che libri tenere in vetrina e negli espositori più in vista. «La durata della novità di un libro varia: per editori che fanno dieci libri all’anno è più lunga, ma in generale una novità lo è per circa un mese e mezzo», ha spiegato Giulio Passerini, ufficio stampa di Edizioni E/O: «poi, se il libro vende, bene, se non vende finisce a scaffale».

Per questo per una casa editrice è importante assicurarsi che nelle settimane successive all’uscita si concentrino il maggior numero possibile di occasioni di vendita e visibilità. Tra queste ci sono i grandi festival letterari, come il Salone del Libro di Torino e il festival della Letteratura di Mantova, ma anche rassegne più piccole come Più Libri Più Liberi che si tiene a Roma, e BookCity a Milano, dove autrici e autori invitati hanno l’occasione di parlare del proprio libro a grandi pubblici di lettori appassionati e di essere ripresi dalla stampa. Oltre ai grandi nomi, la maggior parte di questi festival ospita soprattutto gli autori delle ultime novità, motivo per cui vale la pena tenerne conto quando si programma il calendario.

Altre occasioni sono offerte da eventi o ricorrenze più specifiche legate al contenuto del libro: «per esempio abbiamo di recente pubblicato un libro che parla di montagna, e l’abbiamo fatto uscire poco prima di un festival sulla montagna», spiega Passerini. Marcella Meciani racconta che per Vallardi un momento importante è quello del festival della comunicazione, ma che dipende molto dal tipo di libro e che in ogni “bolla” ci sono eventi importanti di cui si può approfittare: «per i libri che parlano di salute per esempio le giornate mondiali sono sempre un’occasione utile, perché la stampa comincia giorni prima a cercare contenuti su quel tema e un libro appena uscito si presta a questa esigenza». 

Altri due momenti importanti sono quelli legati ai premi: il Premio Strega, assegnato il primo giovedì di luglio, e il Premio Campiello, a settembre, sono quelli più visibili e che fanno vendere più copie. Gli editori che abbiamo sentito però hanno spiegato che i premi hanno funzionamenti complessi ed è raro che la data di pubblicazione di un libro sia decisa basandosi sulla possibilità che ne vinca uno, perché prima dell’uscita è già difficile prevedere se un libro verrà anche solo candidato, per un determinato premio.