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  • Martedì 15 marzo 2022

La giornalista russa che ha protestato in diretta contro l’invasione dell’Ucraina

Si chiama Marina Ovsyannikova e lavorava nel canale televisivo Russia 1 da molti anni: le è stato imposto il pagamento di una multa

L'interruzione in diretta della trasmissione di Russia 1, il principale canale televisivo della rete pubblica russa VGTRK (Twitter)
L'interruzione in diretta della trasmissione di Russia 1, il principale canale televisivo della rete pubblica russa VGTRK (Twitter)

Lunedì in Russia è stata arrestata Marina Ovsyannikova, giornalista del canale televisivo Russia 1 che poco prima aveva esposto un cartello in diretta per protestare contro l’invasione dell’Ucraina. Dopo l’arresto, per alcune ore, di Ovsyannikova si erano perse le tracce: il sito di news Meduza aveva scritto che per tutta la notte diversi avvocati l’avevano cercata per offrirle sostegno legale senza riuscire a rintracciarla. Martedì pomeriggio Ovsyannikova è ricomparsa insieme all’avvocato Anton Gashinsky in tribunale, che le ha imposto il pagamento di una multa e l’ha poi rilasciata.

La protesta di Ovsyannikova è stata realizzata pochi giorni dopo l’approvazione di una legge durissima contro i media non compiacenti con il governo russo, per cui adesso rischia di essere punita con il carcere.

Ovsyannikova, che fa parte della redazione del telegiornale di Russia 1, aveva interrotto un’edizione in diretta dello stesso telegiornale mostrandosi dietro la conduttrice con un cartello con scritto, in russo e in inglese: «No alla guerra, stop alla guerra. Non credete alla propaganda, vi stanno mentendo», e più sotto: «russi contro la guerra». Il tribunale in cui è comparsa martedì non ha giudicato però questo gesto, ma un video che Ovsyannikova aveva pubblicato poco prima, criticando il regime e spiegando le ragioni della sua protesta.

Tra le altre cose, Ovsyannikova aveva detto che la responsabilità dell’aggressione era di «un singolo uomo: Vladimir Putin», e che anche se lei stessa per molto tempo aveva contribuito a far funzionare la “macchina della propaganda russa” lavorando in quel telegiornale, ora se ne vergognava. «Nemmeno le prossime dieci generazioni riusciranno a lavare via la macchia di questa guerra fratricida», aveva detto Ovsyannikova, invitando il popolo russo a protestare.

Martedì pomeriggio, dopo un’udienza in tribunale, Ovsyannikova ha fatto sapere di essere stata interrogata per 14 ore dalle autorità russe, senza la possibilità di farsi assistere da un avvocato o di contattare i propri familiari. Nel frattempo, il portavoce del parlamento russo Vyacheslav Volodin, citato da Meduza, ha detto che le azioni della giornalista saranno giudicate «nella misura massima prevista».

Chi infrange la nuova legge sui media promossa da Putin – che tra le altre cose vieta ai mezzi di comunicazione di chiamare la guerra in Ucraina “guerra” o “invasione” e impone di chiamarla “operazione militare speciale”, come fa la propaganda del governo – rischia 15 anni di prigione, oltre a decine di migliaia di rubli di multa (una cifra nell’ordine delle centinaia di euro).

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Nella sua newsletter su Substack, la giornalista Farida Rustamova, che ha lavorato per l’edizione russa di BBC e anche per Meduza, ha scritto di aver parlato con alcuni conoscenti di Ovsyannikova. Rustamova ha scritto che diversi colleghi di Ovsyannikova sono rimasti abbastanza stupiti del gesto della giornalista, che non era solita prendere così apertamente posizioni politiche e, tutto sommato, neanche parlava spesso di politica; forse anche per il tipo di lavoro svolto per molti anni in quel canale: più che scrivere o commentare la politica russa, ha spiegato Rustamova, Ovsyannikova traduceva discorsi ufficiali di persone straniere in russo.

Lunedì, quando ha interrotto la trasmissione in corso col cartello di protesta, Ovsyannikova era appena arrivata nella redazione del telegiornale per il suo turno di lavoro. Non è chiaro come sia riuscita a intromettersi nella ripresa in diretta: Rustamova ha spiegato che di solito lo studio è sorvegliato da diverse persone, e non è facile riuscire ad avvicinarsi, se non si ha un motivo o una mansione specifica. La persona di guardia in quel momento era forse distratta, oppure sapendo che Ovsyannikova faceva parte dello staff non ha prestato particolare attenzione al fatto che passava di lì.

Il giornalista Kevin Rothrock, di Meduza, ha detto che Vkontakte, il più grande social network russo, ha cancellato il video della protesta di Ovsyannikova, che era circolato tantissimo. Sembra che il gesto di Ovsyannikova sia stato apprezzato anche da alcuni giornalisti russi del canale, ha scritto tra gli altri Meduza, che ha ripreso in particolare il racconto di un dipendente della rete pubblica russa VGTRK (quella di cui fa parte il canale Russia 1): il dipendente, che ha voluto restare anonimo, ha detto che quando alcuni suoi colleghi hanno visto in diretta il gesto di protesta hanno lodato Ovsyannikova per il suo coraggio.

Secondo quanto affermato dal giornalista russo Roman Super e da Daniel Sandford di BBC, sembra che dopo la protesta in diretta di Ovsyannikova abbiano deciso di dimettersi almeno quattro dipendenti della televisione pubblica russa. Oggi pomeriggio si è dimessa anche la presentatrice TV Lilia Gildeeva, del canale NTV, vicino a Putin.

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