• Mondo
  • Giovedì 10 marzo 2022

«Non abbiamo attaccato l’Ucraina»

Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, per rassicurare chi teme che saranno invasi anche altri paesi

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov durante la conferenza stampa seguita all'incontro con il ministro ucraino Dmytro Kuleba (AP Photo)
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov durante la conferenza stampa seguita all'incontro con il ministro ucraino Dmytro Kuleba (AP Photo)

Giovedì dopo l’incontro tra Russia e Ucraina ad Antalya, in Turchia, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha tenuto una conferenza stampa in cui ha commentato gli ultimi sviluppi di quella che la Russia continua a descrivere come «un’operazione speciale» e non come un’invasione in Ucraina.

Quello tra Lavrov e il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è stato il primo incontro di alto livello tra un rappresentante russo e uno ucraino dall’inizio dell’invasione, ma come ampiamente atteso si è concluso senza alcun accordo concreto: secondo Kuleba, il governo russo «vive in una realtà a parte», Lavrov invece ha detto che la Russia non ha mai attaccato l’Ucraina.

In un incontro durato circa un’ora e mezza, Lavrov e Kuleba hanno parlato tra le altre cose dell’apertura di nuovi “corridoi umanitari” e della possibilità di un incontro tra i presidenti dei rispettivi paesi, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, senza tuttavia trovare alcuna intesa. Dopo l’incontro, Kuleba ha detto che le posizioni della Russia rimangono le medesime, vale a dire che l’esercito russo continuerà con l’invasione fino a che l’Ucraina non accoglierà le sue domande.

Lavrov non ha contraddetto la versione di Kuleba e anzi ha continuato a sostenere che il vero aggressore sia l’Ucraina, portando avanti la retorica propagandistica usata dal governo russo secondo cui l’operazione militare sarebbe necessaria per liberare il paese dai nazisti. Lo ha fatto anche commentando il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol, nel sud-est del paese, che mercoledì ha provocato 17 feriti e tre morti, tra cui un bambino. A una domanda sull’eventualità che la Russia prosegua l’espansione invadendo altri paesi confinanti oltre all’Ucraina, Lavrov ha detto:

Non abbiamo in mente di attaccare altri paesi. E prima di tutto non abbiamo attaccato l’Ucraina.

Inizialmente Lavrov aveva sostenuto che all’ospedale di Mariupol non fossero presenti né donne né bambini, e in un secondo momento è sembrato contraddirsi, dicendo che l’ospedale era stato occupato da «militanti nazisti» ucraini che avevano poi usato i pazienti presenti come scudi umani.

In un’intervista data a CNBC dopo l’incontro di giovedì, il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha detto che «purtroppo sono in grado di confermare che i leader russi, compreso il ministro Lavrov, vivono in una realtà a parte».

Durante l’incontro a porte chiuse, continua Kuleba, «[Lavrov] mi ha detto guardandomi negli occhi che le foto delle donne incinte scattate in mezzo alle macerie erano fasulle, e che la Russia aveva colpito l’ospedale pediatrico perché l’esercito russo era assolutamente sicuro che era sotto il controllo dell’esercito ucraino». In ogni caso, Lavrov ha detto che la Russia non aveva alcuna intenzione di concordare un cessate il fuoco: una sensazione condivisa anche da Kuleba, secondo cui il ministro russo oggi non aveva l’autorità sufficiente per concordare alcuna soluzione.

– Leggi anche: La Russia rischia il default