Il Guatemala ha vietato i matrimoni tra persone dello stesso sesso e aumentato le pene per l’aborto
Il congresso del Guatemala, il parlamento unicamerale del paese, ha approvato una legge che vieta il matrimonio tra persone dello stesso sesso e aumenta le pene in caso di aborto, consentito solo in caso di grave pericolo per la vita della donna. La legge 5272, o “Legge per la protezione della vita e della famiglia”, è stata approvata martedì con 101 voti a favore e 8 contrari, e per entrare in vigore dovrà essere firmata dal presidente Alejandro Giammattei, del partito di destra Vamos, che ha sostenuto la legge.
Secondo la nuova legge, le donne che scelgono di sottoporsi all’interruzione volontaria di gravidanza o la praticano da sole rischiano da un minimo di cinque a un massimo di dieci anni di carcere, mentre le pene per i medici o altre persone che le aiutano sono ancora più alte. Prima le pene massime in caso di aborto arrivavano fino a tre anni di reclusione. La legge vieta espressamente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, che di fatto era già illegale, e proibisce anche l’insegnamento nelle scuole di qualsiasi tema che possa «deviare» l’identità di genere assegnata al momento della nascita e discostarsi dall’idea che l’eterosessualità sia la norma.
L’approvazione della nuova legge è stata contestata dai pochi parlamentari di opposizione che hanno votato contro e dagli attivisti dei gruppi femministi e di quelli che si battono per i diritti civili, che la ritengono una violazione dei diritti umani e un grosso passo indietro per i diritti della comunità LGBT+. È arrivata in un periodo in cui sono stati fatti vari passi avanti verso la depenalizzazione dell’aborto in vari paesi dell’America Latina, tra cui Argentina, Colombia, Messico ed Ecuador.