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  • Mercoledì 9 marzo 2022

La storia della frase che ha fatto diventare Zelensky una specie di eroe

Non è sicuro che «mi servono munizioni, non un passaggio» sia stata davvero detta dal presidente ucraino

(ANSA)
(ANSA)

Il 25 febbraio, il giorno dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’importante e autorevole agenzia di stampa americana Associated Press ha pubblicato un articolo in cui veniva attribuita al presidente ucraino Volodymyr Zelensky una frase circolata subito tantissimo: «La battaglia è qui. Mi servono munizioni, non un passaggio», riferendosi a una presunta offerta che gli era stata fatta dagli Stati Uniti per lasciare Kiev con l’aiuto americano. Quella frase, poi ripresa dai media di tutto il mondo (compreso Il Post), aveva contribuito a mostrare aspetti del carattere di Zelensky che fino ad allora in pochi si sarebbero aspettati: da quel momento il presidente ucraino è stato descritto come un leader capace di straordinario carisma e fermezza.

La rubrica del Washington Post The Fact Checker ha ricostruito la storia di quella frase, mostrando però come non ci sia la sicurezza che Zelensky l’abbia davvero pronunciata.

Nel suo articolo, Associated Press attribuiva quella frase a una fonte anonima: cioè a una persona che l’aveva sentita pronunciare, di cui l’agenzia di stampa non aveva voluto rivelare il nome ma di cui evidentemente si fidava. La fonte veniva descritta con una formula piuttosto precisa, e veniva indicata come un funzionario americano di alto livello (senior American intelligence official with direct knowledge of the conversation, «importante funzionario dell’intelligence americana con una conoscenza diretta della conversazione»).

Per come funzionano i meccanismi nei grandi media americani, che trattano le fonti anonime con attenzione e prudenza, solitamente una frase presentata in questo modo viene ripresa e riproposta dagli altri giornali solo dopo avere ottenuto un’ulteriore conferma: nel senso che si prova a trovare almeno un’altra fonte, anonima o no, che confermi la frase.

Alcuni grandi media americani, come la CNN e il New York Times, avevano però pubblicato lo stesso la frase di Zelensky, non confermandola con altre fonti ma riprendendo il contenuto di un tweet del 26 febbraio dell’ambasciata ucraina nel Regno Unito, la quale però molto probabilmente non aveva avuto alcuna conferma diretta della frase pronunciata dal presidente. Non è raro che gli account delle ambasciate facciano tweet per motivi politici e con un contenuto non sempre verificato; ed è ancora meno raro che gli organi e i rappresentanti del governo di un paese in guerra diffondano informazioni non verificate per ragioni di propaganda o di generale vantaggio politico.

Considerandola comunque una fonte “ufficiale”, diversi giornali americani (ma anche i media di molti altri paesi) hanno ripreso la frase di Zelensky presentandola con un livello di certezza molto superiore a quella inizialmente espresso da Associated Press. Glenn Kessler, autore della rubrica The Fact Checker, ha scritto che ad oggi, a più di una settimana di distanza, la fonte citata da Associated Press continua a essere l’unica che dia conto di quella frase.

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Non si hanno nemmeno troppe informazioni sulla presunta offerta americana a Zelensky riguardo la fuga da Kiev. Kessler ha detto che funzionari del governo americano hanno negato che un’offerta simile sia mai stata fatta, diversamente da quanto ha sostenuto James Laporta, giornalista che aveva scritto l’articolo di Associated Press, che invece ha confermato l’esistenza della conversazione specificando che non vi aveva partecipato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Kessler ha provato a contattare anche l’ambasciata ucraina nel Regno Unito, che però non ha risposto alla sua richiesta di chiarimenti. Ha risposto invece Serhiy Nykyforov, portavoce di Zelensky, che ha detto a Kessler di non poter confermare se il presidente ucraino abbia mai pronunciato quella frase o se gli Stati Uniti abbiano mai chiesto a quest’ultimo di lasciare Kiev.

Nykyforov ha però aggiunto che quella era una frase che Zelensky avrebbe potuto benissimo dire e che ne rispecchia il pensiero e le azioni. Più volte infatti in queste settimane Zelensky ha detto di non avere intenzione di lasciare Kiev e si è mostrato in video nelle strade della città per dire che rimarrà al suo posto anche se le forze russe dovessero penetrare nel centro della città. In un video pubblicato lunedì sera, registrato nel palazzo presidenziale di Kiev, Zelensky ha ribadito: «Non mi nascondo, e non ho paura di nessuno. È questo che serve per vincere questa guerra».

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