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  • Mercoledì 2 marzo 2022

Anonymous contro la Russia

Il gruppo di hacker si è schierato con l'Ucraina compiendo diversi attacchi – per ora soprattutto simbolici – al governo e ai media russi

Nel corso dell’ultima settimana Anonymous, il più noto gruppo di hacker al mondo, ha compiuto una serie di attacchi informatici per colpire la Russia, schierandosi apertamente in sostegno del popolo ucraino. Ha attaccato siti del governo, giornali, tv e diffuso migliaia di documenti riservati, in quella che ha definito una “guerra informatica” al governo russo. Sono attacchi che nel concreto non hanno avuto grossi effetti immediati, ma che potrebbero averne in futuro, soprattutto se riusciranno a indebolire la propaganda domestica del governo russo.

Già il 16 febbraio, otto giorni prima dell’inizio dell’invasione russa, un profilo Twitter legato ad Anonymous aveva pubblicato un video in cui una persona con la voce camuffata e con la maschera di Guy Fawkes del film V per Vendetta, simbolo del gruppo hacker, minacciava attacchi informatici da parte del gruppo se la crisi ucraina si fosse aggravata nei giorni seguenti. Il 24 febbraio, a poche ore dall’annuncio del presidente russo Vladimir Putin di attaccare l’Ucraina, Anonymous ha infine annunciato di essere «ufficialmente in una guerra informatica contro il governo russo».

Anonymous, che come gruppo agisce dal 2008, non è un’entità definita e necessariamente compatta, non si sa chi ci sia dietro e non ha un unico canale di comunicazione ufficiale. Nel corso degli anni il gruppo è stato protagonista di innumerevoli attacchi informatici, prevalentemente rivolti a grandi aziende o governi. Negli scorsi anni gli hacker del gruppo si erano anche adoperati per provare a rintracciare gli autori degli attentati di Parigi del 2015 e per provare a fermare la propaganda dello Stato Islamico (ISIS).

Da quando Anonymous ha annunciato la sua “guerra” al governo russo, ha dapprima sabotato alcuni siti istituzionali russi, tra cui quello del governo e di Gazprom, la società di stato russa che gestisce l’estrazione e l’esportazione del gas naturale, impedendone l’accesso per diverse ore. Questi attacchi sono stati quelli che in gergo informatico vengono definiti “Distributed denial of services” (DDoS), attacchi in cui i server dei siti vengono inondati di traffico fino a che non vanno offline a causa delle troppe richieste di accesso.

Gli hacker di Anonymous hanno poi preso di mira i siti di alcuni giornali russi, tra cui Russia Today, considerata una delle principali fonti della propaganda del governo di Putin sia in Russia che all’estero, e i siti dei quotidiani Kommersant, Izvestiya e della versione russa di Forbes.

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È stato poi attaccato il sito della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, e in seguito i siti delle agenzie di stampa statali TASS e RIA Novosti. In questi ultimi due casi gli hacker non hanno fatto cadere i server dei siti, ma hanno pubblicato un messaggio sulle homepage in cui si sono rivolti direttamente alla popolazione russa invitandola a boicottare il governo russo. «Vi chiediamo di mettere fine a questa follia, non inviate i vostri figli e mariti a morte certa. Questa non è la nostra guerra, fermiamola».

Il 26 febbraio gli hacker hanno anche attaccato la tv di stato russa, sostituendo alle immagini e ai suoni in onda canti nazionalistici ucraini e immagini degli attacchi compiuti dall’esercito russo dall’inizio dell’invasione.

https://twitter.com/beczka_tv/status/1497571513482063874?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1497571513482063874%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.theguardian.com%2Fworld%2F2022%2Ffeb%2F27%2Fanonymous-the-hacker-collective-that-has-declared-cyberwar-on-russia

In questi giorni Anonymous ha anche rivendicato altri attacchi minori, tra cui un’azione prettamente simbolica compiuta contro lo yacht di proprietà di Putin, chiamato “Graceful”. Gli hacker sono entrati nell’Automatic Identification System, il sistema in cui vengono inseriti i dati delle varie navi, e hanno cambiato il codice identificativo dello yacht, rinominandolo “FCKPTN” (“Fanculo Putin”) e cambiandone la destinazione verso “HELL” (“Inferno”).

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Altri account Twitter legati ad Anonymous hanno detto di aver attaccato anche il sito del governo ceceno, rendendolo irraggiungibile, e l’azienda di armi bielorussa Tetraedr, sottraendo più di 200 GB di email e documenti riservati, tra cui i dati di fabbricazione di alcune armi. Il governo bielorusso è alleato della Russia, e il primo ministro ceceno è ovviamente alleato con Putin, dato che la Cecenia è una delle repubbliche della Federazione russa. Il 28 febbraio Anonymous ha anche annunciato di aver attaccato l’Istituto di Sicurezza Nucleare di Mosca, sottraendo oltre 40mila documenti riservati.

In passato gli attacchi compiuti da Anonymous non hanno mai davvero avuto un grosso impatto per le persone o gli enti colpiti. In questo caso, però, le cose potrebbero andare diversamente. Secondo il sito The Conversationanche se è improbabile che le azioni di Anonymous possano in qualche modo influenzare gli sviluppi dell’invasione dell’Ucraina o modificare le tattiche di attacco della Russia, la pubblicazione di dati militari e altre informazioni riservate potrebbe avere un’utilità nell’organizzazione della difesa ucraina.

Inoltre il fatto che Anonymous abbia attaccato e stia continuando ad attaccare i media russi potrebbe indebolire la macchina della propaganda di Putin, mostrando a una parte della popolazione russa contenuti che finora i media del paese non hanno mostrato, seguendo le indicazioni del governo.

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