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  • Venerdì 25 febbraio 2022

Come i media russi stanno trattando l’invasione dell’Ucraina

Gran parte di giornali e tv russe ne parla rispettando la propaganda del governo, con alcuni effetti surreali

(AP Photo/Alexander Zemlianichenko Jr)
(AP Photo/Alexander Zemlianichenko Jr)

Da quando giovedì mattina la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina, i media di tutto il mondo hanno raccontato con enorme preoccupazione le operazioni militari, gli attacchi, i feriti e i morti. Nelle edizioni di venerdì molti giornali internazionali hanno titolato in modo simile, usando toni estremamente allarmati e parlando dell’invasione come dell’inizio di una «guerra in Europa». È stato invece molto diverso il racconto fatto dai media in Russia, dove tutti i mezzi di comunicazione sono sottoposti a un rigido controllo, e di fatto la libertà di critica e dissenso è quasi inesistente.

Nella maggior parte dei casi televisioni, giornali e siti Internet hanno semplicemente riportato la propaganda di stato con cui il governo russo aveva giustificato l’invasione, sostenendo che quella in corso in Ucraina sia “un’operazione speciale” per difendere gli abitanti delle repubbliche autoproclamate del Donbass, Donetsk e Luhansk. Ci sono stati anche alcuni giornali che hanno parlato di un attacco ingiustificato e che hanno criticato il governo del presidente russo Vladimir Putin, ma si tratta di rarissimi casi isolati.

La libertà dei media in Russia è da tempo molto limitata, anche a causa di una dura legge approvata nel 2019 che punisce quasi ogni forma di dissenso contro il governo. Nel caso della situazione in Ucraina la libertà di informare è ancora più ristretta: venerdì Roskomnadzor, l’agenzia regolatrice delle comunicazioni in Russia, ha pubblicato un avvertimento rivolto a tutti i media che si stanno occupando dell’invasione dell’Ucraina, dicendo che nelle ultime ore sono state diffuse molte “informazioni non verificate e inesatte” e che perciò dovrebbero utilizzare solo le fonti di informazione ufficiali russe” nel parlare della situazione, ovvero quelle governative.

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Nel discorso con cui aveva annunciato l’operazione militare, Putin aveva detto che la Russia non intende occupare l’Ucraina ma che l’obiettivo è «difendere le persone che sono state vittime degli abusi e del genocidio del regime di Kiev. E faremo in modo di demilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina». È il messaggio che molti media russi hanno trasmesso in questi giorni, a cominciare dal canale televisivo Russia 1, il principale canale della rete pubblica VGTRK.

Il conduttore Yevgeny Popov ha annunciato l’inizio dell’operazione militare dicendo «L’invasione è iniziata, ma non è stato Putin a invadere l’Ucraina. È l’Ucraina che è entrata in guerra con la Russia e il Donbass». Più tardi nel corso di un programma televisivo che stava raccontando le prime ore dell’invasione, la presentatrice Olga Skabeyeva ha detto che l’operazione serviva a “liberare” la popolazione del Donbass «dopo otto anni di attesa in cui ha pagato con il sangue». Nel corso della trasmissione, mentre venivano mostrati video degli attacchi russi nell’Ucraina orientale, in sovrimpressione era scritto “La Russia non sta bombardando le città ucraine: Ministero della Difesa”.

Sempre su Russia 1 Dmitry Kiselev, uno dei giornalisti più noti del canale, nel suo programma ha paragonato ciò che stava accadendo nel Donbass alle atrocità commesse dalla Germania nazista nella Seconda guerra mondiale e ha difeso Putin per aver usato la parola genocidio per definire la situazione delle popolazioni di Donetsk e Luhansk. In Ucraina, ovviamente, non sta avvenendo né è avvenuto in questi anni nessun tipo di genocidio.

Anche su un altro canale televisivo pubblico, Pervyj Kanal (Primo Canale), l’invasione è stata raccontata come una liberazione degli abitanti del Donbass. Un inviato da Donetsk ha raccontato che per gli abitanti della zona l’invasione «è stata la migliore notizia degli ultimi anni di guerra» e che «ora hanno fiducia nel futuro e che una guerra durata anni finalmente finirà».

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Le televisioni non hanno mostrato nessuna immagine degli attacchi russi compiuti in queste ore in varie città ucraine, in alcuni casi in zone abitate da civili. «Le strade sono tranquille e calme nella capitale ucraina», ha detto il conduttore di una trasmissione su Pervyj Kanal venerdì mattina, mostrando filmati realizzati nelle strade di Kiev. «Ed è un giorno normale anche a Kharkiv. […] Al contrario delle bugie dei media occidentali, noi vi stiamo mostrando esattamente qual è la situazione in questo momento nelle città ucraine», ha detto il presentatore.

Non è stato molto diverso il comportamento dei giornali russi, che hanno nella maggior parte dei casi ripetuto fedelmente la posizione di Putin. Lo ha fatto Rossiyskaya Gazeta, quotidiano ufficiale del governo russo, come era prevedibile. In prima pagina venerdì ha pubblicato un articolo scritto dallo stesso Putin, in cui parla delle minacce dell’Occidente alla Russia e dice che i leader della NATO hanno infranto la loro promessa di non espandersi a est. Il sito di Komsomolskaya Pravda, uno dei tabloid più popolari della Russia, venerdì ha invece avuto per diverse ore in homepage un articolo in cui l’invasione dell’Ucraina viene definita «un’operazione speciale» e non una guerra, e in cui si accusa l’Occidente di esserne responsabile.

Tra le rare eccezioni sulla stampa russa c’è quella di Novaya Gazeta, quotidiano noto per la sua posizione critica nei confronti del governo. L’edizione di venerdì del giornale è stata pubblicata sia in lingua russa che ucraina, in solidarietà con il popolo ucraino. Il titolo scelto per la prima pagina è stato «La Russia bombarda l’Ucraina», e nel sottotitolo è stato scritto «Novaya Gazeta considera la guerra una follia, non vede il popolo ucraino come un nemico e la lingua ucraina come una lingua nemica». Un’altra voce critica piuttosto isolata è stata quella del quotidiano sportivo Sovetskij Sport, che venerdì ha pubblicato in prima pagina una grande scritta «Non è il momento per parlare di calcio», su sfondo nero.

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