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  • Lunedì 21 febbraio 2022

Biden è disponibile a incontrare Putin

Ma soltanto se il presidente russo fermerà i suoi piani per l'invasione dell'Ucraina, che secondo gli Stati Uniti è imminente

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente della Russia, Vladimir Putin, durante il loro incontro a Ginevra, in Svizzera, del 16 giugno 2021 - (Getty Images)
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente della Russia, Vladimir Putin, durante il loro incontro a Ginevra, in Svizzera, del 16 giugno 2021 - (Getty Images)

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto di essere disponibile «in linea di principio» a incontrare il presidente russo, Vladimir Putin, per una discussione sulla crisi ucraina. Il confronto potrà avvenire solo se la Russia non proseguirà nel proprio intento di invadere l’Ucraina, ha specificato il governo statunitense. La disponibilità di Biden potrebbe segnare una nuova apertura diplomatica, ma ci sono forti dubbi circa la possibilità di una riunione tra i due presidenti dopo le gravi tensioni delle ultime settimane.

La proposta dell’incontro era stata annunciata dal presidente francese, Emmanuel Macron, al termine di una telefonata con Biden e una con Putin, durate complessivamente intorno alle tre ore e terminate lunedì mattina. I dettagli di una eventuale riunione saranno discussi nei prossimi giorni tra il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e la sua controparte statunitense, Antony Blinken. Per ora non sono stati forniti molti altri dettagli.

Nel fine settimana gli Stati Uniti hanno nuovamente accusato la Russia di essere al lavoro per preparare un’invasione su grande scala dell’Ucraina. Nonostante gli annunci dei giorni scorsi, la presenza militare russa lungo i confini con il paese non è stata ridotta e nuove immagini satellitari mostrano un aumento della presenza di soldati ed equipaggiamenti militari. Gli Stati Uniti stimano che finora la Russia abbia portato lungo il confine circa 150mila soldati.

Putin continua ad accusare l’esercito ucraino per l’intensificarsi delle tensioni, specialmente nella parte orientale dell’Ucraina, che dal 2014 è governata dai separatisti filorussi. Il governo ucraino ha respinto le accuse, accusando invece il governo russo di attuare provocazioni al confine per trovare nuovi pretesti per avviare l’invasione. La Russia ha intanto prolungato una serie di manovre militari avviate lungo il confine in Bielorussia, che inizialmente si sarebbero dovute concludere domenica.

I media statunitensi negli ultimi giorni hanno citato varie fonti dell’intelligence, secondo le quali un’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sarebbe imminente. Secondo alcuni rapporti ripresi da televisioni e giornali, ma non confermati, gli ordini per l’invasione sarebbero già stati diffusi ai comandi militari, ora impegnati nello studio dei piani di battaglia. In una prima fase potrebbe essere sfruttato un attacco informatico per limitare le capacità di comunicazione e risposta dell’Ucraina, seguito da attacchi con missili e aerei, prima dell’invasione di terra fino alla capitale Kiev.

La Russia continua a negare di voler condurre un attacco, ma in più occasioni Putin e altri membri del suo governo hanno detto che potrebbero esserci conseguenze nel caso in cui l’Ucraina proseguisse nel suo processo di avvicinamento all’Occidente e alla NATO.

Uno degli obiettivi principali della politica estera di Putin, ormai da molti anni, è espandere l’area di influenza della Russia nei territori che un tempo facevano parte dell’Unione Sovietica o erano compresi nel Patto di Varsavia. Tra questi ci sono paesi che via via si sono avvicinati all’Occidente e che oggi fanno parte dell’Unione Europea, come Polonia, Ungheria e Romania, e altri che si stanno progressivamente avvicinando all’Occidente come l’Ucraina (il cui ingresso nella NATO e nell’Unione Europea, comunque, è al momento molto remoto).