Sono stati decisi il farmaco e le modalità di somministrazione per il primo suicidio medicalmente assistito in Italia

Marco Cappato durante la raccolta firme per il referendum sull'eutanasia legale organizzato dall'Associazione Luca Coscioni 
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Marco Cappato durante la raccolta firme per il referendum sull'eutanasia legale organizzato dall'Associazione Luca Coscioni (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Una commissione istituita dall’azienda sanitaria della regione Marche (Asur) ha definito venerdì il farmaco da utilizzare e le modalità della sua somministrazione per il primo suicidio assistito mai autorizzato in Italia. La decisione, di fatto, consente all’uomo che ne aveva fatto richiesta di accedere al suicidio medicalmente assistito, e potrebbe costituire un precedente per altri casi, almeno secondo le organizzazioni che si sono occupate della questione, come l’associazione Luca Coscioni.

La decisione arriva dopo un lungo contenzioso legale: l’accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia non è regolato da nessuna legge, ma esclusivamente da una sentenza della Corte Costituzionale che implica che ogni singolo caso debba essere gestito dalle autorità sanitarie locali, con criteri difficili da individuare. Il caso in questione riguardava un uomo tetraplegico di 43 anni immobilizzato da dieci anni a causa di un incidente stradale: la sua richiesta di suicidio assistito era stata accolta dal tribunale di Ancona, che però aveva demandato la questione all’Asur. Alla fine dell’anno scorso, l’Asur aveva infine deciso di autorizzare la procedura, ma aveva lasciato in sospeso varie questioni, compresa quella del farmaco da utilizzare e delle modalità di somministrazione.

Venerdì una commissione dell’Asur ha deciso che il farmaco che potrà essere utilizzato per il suicidio assistito è il tiopental sodico, «che appare idoneo a garantire una morte rapida e indolore». È stata anche definita la modalità di somministrazione, che sarà un’autosomministrazione mediante infusione endovenosa. In pratica, ha scritto il Corriere della Sera, l’uomo dovrebbe avviare la somministrazione tramite un movimento del mignolo della mano, una delle poche parti del corpo che è in grado di muovere.

Ora che queste questioni sono state risolte, l’uomo marchigiano dovrebbe ottenere la possibilità di accedere al suicidio assistito, anche se non sono ancora chiari i tempi.