• Mondo
  • Venerdì 4 febbraio 2022

Le ricerche per il bambino caduto in un pozzo in Marocco

È vivo e sembra in buone condizioni di salute, ma i soccorsi sono complicati: per raggiungerlo si sta scavando un pozzo parallelo

Le operazioni di soccorso a Tamrout (AP Photo)
Le operazioni di soccorso a Tamrout (AP Photo)

Da ormai tre giorni in Marocco sono in corso le operazioni per salvare un bambino di cinque anni di nome Rayan caduto martedì in uno stretto pozzo, profondo 32 metri e irraggiungibile per i soccorritori adulti. Le operazioni di soccorso hanno provocato enorme attenzione in tutto il mondo arabo e a livello internazionale, e hanno ricordato casi simili avvenuti in altri paesi del mondo, compreso il noto caso italiano di Vermicino, nel 1981.

Il bambino è vivo e sarebbe in discrete condizioni di salute: come mostrato da una telecamera calata nel pozzo, avrebbe riportato ferite superficiali dalla caduta, risponde alle domande e accetta il cibo, l’acqua e la maschera per l’ossigeno che gli sono stati calati giù. Ma le operazioni per riportarlo in superficie sono estremamente difficoltose: il pozzo ha un diametro di circa 45 centimetri, e man mano che si scende la larghezza si riduce fino ad arrivare a circa 25 centimetri, rendendo impossibile raggiungere il bambino per un soccorritore adulto.

Cercare di allargare il pozzo provocherebbe il rischio di crolli, e per questo il Direttorato della protezione civile del Marocco sta scavando un pozzo parallelo, per cercare di recuperare il bambino da lì. Secondo quanto riportato da BBC, gran parte del pozzo parallelo sarebbe stata scavata, e mancherebbero soltanto gli ultimi metri, i più delicati: il rischio è che ogni interferenza con il pozzo già esistente possa provocarne il crollo o ferire il bambino.

Un elicottero è da giorni in attesa sul posto per portare il bambino in ospedale non appena sarà possibile.

Il pozzo si trova a Tamorot, nel nord del Marocco. Il padre di Rayan ha detto a un’emittente locale che martedì stava riparando il pozzo, quando Rayan c’era caduto dentro.

Il caso di Rayan ha generato enorme attenzione in Marocco. Ormai da giorni le televisioni mantengono una diretta continua da Tamorot, dove sono arrivati moltissimi curiosi, tanto che Mustapha Baitas, un portavoce del governo, ha fatto un appello per chiedere «a tutti i cittadini di lasciare i soccorritori a fare il loro lavoro e salvare il bambino».

C’è stata molta attenzione anche online. L’hashtag arabo #SaveRayan è stato condiviso centinaia di migliaia di volte, e varie personalità marocchine famose, come per esempio il calciatore del Paris Saint-Germain Achraf Hakimi, hanno fatto appelli in favore del bambino e di sostegno ai soccorritori.

Il caso di Rayan ha ricordato altri avvenuti in passato. Oltre a Vermicino, è stato molto citato il caso di Julen Roselló, un bambino spagnolo di due anni che nel 2019 cadde in un pozzo vicino a Malaga. Il suo corpo fu ritrovato dopo 13 giorni di ricerche, che però si svolsero in condizioni peggiori di quelle attualmente in corso in Marocco: il pozzo era profondo 70 metri e largo appena 25 centimetri.