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  • Mercoledì 2 febbraio 2022

Le critiche a Lamorgese sui metodi usati dalla polizia nelle manifestazioni studentesche

La ministra dell'Interno dovrà spiegare in Parlamento le ragioni delle manganellate a chi protestava per la morte di Lorenzo Parelli

(ANSA/JESSICA PASQUALON)
(ANSA/JESSICA PASQUALON)

I metodi violenti usati dalla polizia contro gli studenti che venerdì scorso hanno manifestato in diverse città italiane per la morte di Lorenzo Parelli, il ragazzo di 18 anni rimasto ucciso in una fabbrica di Udine mentre stava svolgendo un apprendistato, stanno continuando ad attirare critiche e denunce a giorni di distanza. I video in cui si vedono decine di poliziotti prendere a manganellate studenti disarmati a Torino, a Milano e a Napoli sono circolati tantissimo online, generando reazioni politiche dure: verosimilmente la gestione delle prossime manifestazioni, previste per venerdì, sarà diversa.

Le proteste sono state organizzate da varie associazioni studentesche fra cui l’Unione degli Studenti, che si definisce «il sindacato studentesco più grande d’Italia». Le restrizioni per la pandemia da coronavirus, e nello specifico una direttiva di novembre della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, impongono che le manifestazioni pubbliche siano permesse solo «in forma statica». In diversi casi le aggressioni della polizia sono iniziate infatti quando gli studenti hanno cercato di mettersi in marcia formando piccoli cortei.

La direttiva è stata emanata per consentire una gestione più ordinata delle manifestazioni No Green Pass, ma di fatto vale per ogni genere di manifestazione. In un’intervista sulla Stampa di mercoledì il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, espresso dalla Lega, ha difeso la gestione della polizia sostenendo che «nel caso di Torino non ci sono state cariche, bensì ci sono stati blocchi da parte della polizia», e che più in generale «non può essere accettata l’intimidazione o lo sputo nei confronti dei tutori dell’ordine pubblico. Non possiamo delegittimare le nostre forze di polizia».

All’interno della maggioranza che sostiene il governo di Mario Draghi ci sono però opinioni assai diverse. Il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare a Lamorgese, e lo stesso ha fatto Sinistra Italiana. Repubblica scrive che mercoledì «in conferenza dei capigruppo alla Camera, Partito Democratico e Liberi e Uguali chiederanno che la ministra riferisca subito a Montecitorio». Secondo fonti nel ministero citate da Repubblica, Lamorgese riferirà in Parlamento la prossima settimana.

Nel frattempo sembra che Lamorgese abbia chiesto ai prefetti delle principali città di usare «intelligenza ed elasticità», scrive la Stampa. E diversi giornali si aspettano che nel corso delle prossime manifestazioni le autorità locali potrebbero concordare con i capi delle manifestazioni un breve percorso del corteo, sospendendo di fatto la direttiva di Lamorgese di novembre (come già successo peraltro con alcuni cortei di No Green Pass).

La prima di queste manifestazioni si terrà venerdì 4 febbraio. Rete degli studenti medi, un’altra importante associazione studentesca, ha indetto una manifestazione nazionale per protestare contro la nuova formula dell’esame di maturità annunciata nei giorni scorsi dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. «Una proposta che, se confermata, fa ben capire che il ministro non ha idea di ciò che è successo nelle scuole negli ultimi anni e qual è la situazione ora. Non vengono considerate le difficoltà didattiche, dell’apprendimento ed emotive vissute», ha detto l’Unione Degli Studenti al Manifesto.