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  • Mercoledì 2 febbraio 2022

Lo storico circolo sportivo di Roma riservato di fatto solo ai maschi

Il Circolo Canottieri Aniene ha uno statuto che discrimina le donne: ora un'interrogazione parlamentare vuole cambiare le cose

Il presidente del CONI Giovanni Malagò al Circolo Canottieri Aniene di Roma, 7 aprile 2014 (ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI)
Il presidente del CONI Giovanni Malagò al Circolo Canottieri Aniene di Roma, 7 aprile 2014 (ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI)

Martedì primo febbraio 25 deputate hanno depositato un’interrogazione parlamentare per «superare situazioni discriminatorie e anacronistiche» nei circoli sportivi, a maggior ragione se questi circoli sono «affiliati alle Federazioni sportive nazionali». Il riferimento è in particolare al Circolo Canottieri Aniene, uno storico club di Roma affacciato sul Tevere da sempre riservato di fatto solo ai maschi, la cui storia è stata raccontata proprio martedì dalla giornalista Viola Giannoli su Repubblica. Al Circolo Canottieri Aniene le donne possono essere ammesse in casi particolari e con alcuni limiti come socie per meriti sportivi o come socie onorarie.

Il Circolo Canottieri Aniene fu fondato nel 1892. È un’associazione sportiva dilettantistica ed è frequentato da sportivi e uomini di affari. Al suo interno si trovano diversi impianti sportivi: campi da tennis, palestre, piscina coperta e scoperta, campi da calcio e da padel e altro ancora.

Lo statuto del circolo, che è stato rivisto nel 2019, al capo secondo spiega le varie tipologie di soci e aderenti. Si dice che «i soci effettivi sono le persone di sesso maschile che hanno compiuto i diciotto anni». L’elenco prosegue con i soci benemeriti, i soci seniores, i soci senatori e molti altri ancora, ma solamente i «soci per meriti sportivi», si precisa, possono essere «di ambo i sessi». Tra i soci per meriti sportivi, però, solo i maschi possono avere tutti i diritti dei soci effettivi, come ad esempio votare, ricoprire cariche sociali o presentare nuovi soci.

Le donne possono essere ammesse all’Aniene anche come socie onorarie, se hanno acquisito eccezionali meriti verso il circolo stesso o «eminenti titoli di prestigio personale». E sono cinque in tutto: la campionessa di nuoto Federica Pellegrini, la tennista Flavia Pennetta, la canoista Josefa Idem, Caterina Banti, medaglia d’oro nella vela a Tokyo, e Simona Quadarella, bronzo olimpico nel nuoto. Nel regolamento del circolo si dice infine che sono ammesse come invitate solamente «le persone di sesso maschile e di età superiore ai 25 anni», e che le donne, se mogli o figlie dei soci, possono accedere come ospiti.

Giovanni Malagò, presidente onorario del circolo e presidente del CONI, ha difeso lo statuto: «Conosco molto bene l’Aniene e quel che ha fatto per lo sport femminile è sotto gli occhi di tutti. Guardare a questo particolare dei soci significa non interpretare i fatti. Poi ci sono dinamiche statutarie, logistiche, di spazi, ma nessuna volontà di preclusione, lo dice la nostra storia».

L’attuale presidente del circolo, Massimo Fabbricini, ha a sua volta detto che non si tratta di «anti femminismo»: «Negli ultimi 15 anni abbiamo un po’ forzato, ci siamo aperti alle socie onorarie e ci sono eventi e presentazioni con tante donne». Ma, ha aggiunto, rispettare lo statuto significa difendere «la tradizione», «la storia del circolo, soprattutto da parte dei soci più anziani, anagraficamente e come frequentazione». Proporre modifiche potrebbe essere un rischio, perché «se venissero bocciate sembrerebbe una vera opposizione alle donne».

L’associazione Assist, che lotta per i diritti delle donne nello sport, è intervenuta dicendo che sono almeno dieci anni che chiede il cambiamento di quello statuto: «Non fa onore allo sport italiano. Speriamo ora si convincano, anche perché le tradizioni se discriminano vanno cambiate, a maggior ragione se è il Circolo del Presidente del CONI, Giovanni Malagò». A sua volta, Antonella Bellutti, ex ciclista e candidata nel 2020 alla presidenza del CONI, ha detto: «Se fossi una socia restituirei la tessera: questa storia è una vergogna».

Nel frattempo alcune deputate hanno presentato un’interrogazione parlamentare in cui ricordano che «il Circolo Canottieri Aniene è affiliato alla Federazione italiana canottaggio fin dal 1899 e alla Federazione italiana nuoto fin dal 1960, e che il CONI, a cui queste Federazioni fanno riferimento, secondo quanto scritto nel proprio Statuto, detta principi contro l’esclusione, le diseguaglianze, il razzismo e contro le discriminazioni basate sulla nazionalità, il sesso e l’orientamento sessuale e assume e promuove le opportune iniziative contro ogni forma di violenza e discriminazione nello sport».

Questi principi «contrastano con l’esistenza e la vita di un circolo sportivo nel quale invece le donne in quanto tali non possono neanche essere ammesse». Le firmatarie chiedono dunque «iniziative urgenti» per promuovere le pari opportunità «in tutti i circoli affiliati alle Federazioni sportive nazionali» e per superare «situazioni discriminatorie e del tutto anacronistiche».

Il Circolo Aniene non è l’unico ad essere per soli uomini: Repubblica cita il Circolo canottieri Tevere Remo, dove le donne possono diventare solo socie onorarie, il Circolo degli scacchi e il Circolo della caccia, sempre a Roma.