I Golden Globe non se la passano bene

La controversa associazione che li assegna non si è ripresa dagli scandali dell'anno scorso, e la diretta di questo weekend non andrà nemmeno in tv

(AP Photo/Chris Pizzello)
(AP Photo/Chris Pizzello)

Nella notte italiana tra il 9 e il 10 gennaio al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, a Los Angeles, ci sarà la 79ª cerimonia dei Golden Globe, i premi per cinema e tv che vengono assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association (HFPA). Sarà però una cerimonia atipica e modestissima: senza presentatori e presentatrici, senza tappeto rosso e senza attori, attrici, registi e registe a ritirare i 25 premi che saranno assegnati.

Ma soprattutto, non ci sarà nemmeno una diretta televisiva. Più che la pandemia, la causa sta nei tanti e gravi problemi che la HFPA, la controversa associazione della stampa straniera di Hollywood, ha avuto nell’ultimo anno, dovuti all’emersione dei suoi opachi e loschi funzionamenti e che da allora sono rimasti in larga parte irrisolti. Ci sono in generale dei dubbi che l’associazione riuscirà a sopravvivere agli scandali che l’hanno coinvolta.

La HFPA è un’organizzazione formata da giornalisti internazionali, ma anche da alcuni membri che non sembrano praticare granché la professione, che vivono tendenzialmente dalle parti di Hollywood e si occupano dell’industria del cinema e dell’intrattenimento statunitense. Esiste dal 1943 e nel tempo si è fatta conoscere soprattutto per i Golden Globe e per la cerimonia in cui vengono assegnati. Sono premi che riguardano sia il cinema che la tv, e che peraltro non considerano i comparti tecnici dell’industria, consegnati in una cerimonia storicamente considerata più conviviale, alcolica e informale degli Oscar. Seppur meno rilevante, era considerata anche più piacevole da seguire, e i premi avevano sempre ricevuto estese attenzioni per quello che potevano anticipare sui film e le persone che da lì a qualche settimana avrebbero potuto vincere gli Oscar.

Già da prima dei problemi dell’anno scorso si sapeva e si diceva che la HFPA fosse un’associazione bizzarra in quanto piccola e marginale, con una storia piena di scandali e un recente passato fatto di critiche e prese in giro, eppure rilevantissima e assai influente. Grazie all’importanza dei Golden Globe, che nella percezione generale sono secondi solo agli Oscar, le poche decine di membri della HFPA avevano grande influenza e ricevevano grandi attenzioni da parte di produttori e addetti ai lavori. «La HFPA è allo stesso tempo idolatrata, presa in giro e a malincuore tollerata dalle case di produzione», aveva scritto il Los Angeles Times.

Per la HFPA le cose cambiarono dopo che nel febbraio 2021 una serie di articoli del New York Times e del Los Angeles Times ne misero in evidenza problemi e storture. Emersero certe pratiche scorrette dell’organizzazione (soprannominata da qualcuno “il cartello”), venne sottolineato come nessuno dei suoi 87 membri fosse nero, come fosse composta da persone tendenzialmente anziane e in genere avverse all’eventualità che l’organizzazione ne accogliesse di nuove e più giovani. L’opacità nella gestione dei membri della HFPA fu sintetizzata piuttosto efficacemente, per esempio, dal fatto che un membro indiano rappresentasse Singapore e uno olandese Cuba e Australia.

Gli articoli rivelarono che l’organizzazione era riuscita ad accumulare oltre 50 milioni di dollari negli anni, pagando pochissime tasse spacciandosi come associazione no profit, e contemporaneamente elargendo viaggi, premi e benefici vari ai suoi membri, e ottenendone altri dalle produzioni televisive o cinematografiche interessate a influenzarli.

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Alla fine del febbraio del 2021, poco dopo che lo scandalo che aveva coinvolto la HFPA e in piena pandemia, i Golden Globe andarono in onda senza curarsi troppo di quanto successo, limitandosi ad annunciare imminenti e rilevanti cambiamenti alla struttura dell’organizzazione.

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Nella seconda metà del 2021 sono in effetti cambiate alcune cose. Anzitutto la HFPA ha riscritto alcune sue norme e ha cercato di limitare i regali, i viaggi premio e tutta una serie di altri benefici per i suoi membri, provando inoltre a promuovere maggiormente le sue attività di beneficenza. L’organizzazione ha poi cambiato presidente (ora è guidata dalla giornalista tedesca Helen Hoehne) e ha ristrutturato il suo comitato direttivo (di cui ora fanno parte anche alcune persone che non sono membri della HFPA). A ottobre l’organizzazione aveva annunciato di aver “reclutato” 21 nuovi membri (un terzo dei quali è nero, e metà dei quali donna), che sono stati scelti da un apposito comitato indipendente e che hanno portato il totale a poco più di 100 (i nomi sono ora elencati sul sito dell’organizzazione).

La HFPA ha annunciato di voler aggiungere altrettanti nuovi componenti anche nel 2022, continuando a prestare attenzione alla rappresentanza delle minoranze, e Hoehne ha detto: «il cambiamento non si fa da un giorno all’altro, ma posso assicurarvi che il gruppo che guido si è impegnato a continuare l’opera».

Perlomeno per ora, i tentativi di cambiamento della HFPA non hanno però portato grandi risultati. È probabilmente il motivo per cui NBC, l’emittente statunitense che pagava la HFPA per trasmettere i Golden Globe, ha scelto almeno per quest’anno di non farlo. Al momento non sono state trovate alternative valide. È probabile, ma non ancora sicuro, che la cerimonia sarà trasmessa in streaming dal sito della HFPA o su YouTube. Ma almeno per quest’anno, quindi, la HFPA dovrà fare a meno dei soldi della NBC e di tutto ciò che comporta una diretta televisiva nazionale, che nonostante i pessimi risultati di ascolti dell’anno scorso in passato aveva avuto quasi gli stessi spettatori della cerimonia degli Oscar.

Sempre in vista dei Golden Globe del 2022, la HFPA ha anche cambiato le sue regole affinché l’organizzazione potesse candidare liberamente film o serie tv: in passato serviva che fossero le case di produzione a presentare una proposta di candidatura. Questo cambiamento è stato deciso nel timore che le case di produzione, i network televisivi o le aziende di streaming scegliessero di non candidare i loro film e le loro serie. Che le cose stanno andando male alla HFPA si è visto anche a dicembre, quando dopo che le candidature erano state annunciate dal rapper Snoop Dogg, piuttosto spaesato, in pochi tra gli interessati le avevano festeggiate sui social.

Se è ormai certo che la cerimonia del 2022 sarà parecchio in sordina, e che di conseguenza dei vincitori si parlerà meno che in passato, resta da capire se e quanto la HFPA e i Golden Globe possano tornare ai fasti di un tempo. Qualcuno è convinto che la HFPA potrà cambiare e riprendersi il posto che occupava fino a un paio di anni fa nella ritualità di Hollywood, altri credono che l’associazione fosse qualcosa di così peculiare e paradossale che difficilmente potrà cambiare davvero e al contempo mantenere la rilevanza che aveva.

Alle grandi case di produzione di cinema, streaming e tv, in ogni caso, i premi continuano a fare molto piacere e molto comodo: e a Hollywood conveniva un po’ a tutti che esistessero i Golden Globe. Ma altre organizzazioni e altri premi potrebbero in futuro occupare il posto fin qui presidiato dai Golden Globe: tra i principali indiziati ci sono i Critics’ Choice Awards, che sono assegnati da un’associazione di oltre 400 critici cinematografici nordamericani, che premiano sia il cinema che la tv e la cui cerimonia (poi spostata a fine gennaio a causa della pandemia) si sarebbe dovuta tenere il 9 gennaio, lo stesso giorno dei Golden Globe.

Sia ai Critics’ Choice Awards che ai Golden Globe la serie candidata a più premi è Succession, tra i film con più candidature ci sono invece Il potere del cane e Belfast.