• Mondo
  • Mercoledì 5 gennaio 2022

La Cina insiste con la strategia “zero-Covid”

Sta imponendo lockdown totali o parziali per ridurre i contagi a zero, ma con il capodanno cinese e le Olimpiadi le cose potrebbero non andare come sperato

L'esecuzione di un tampone in una clinica a Xi'an (Kevin Frayer/Getty Images)
L'esecuzione di un tampone in una clinica a Xi'an (Kevin Frayer/Getty Images)

Da settimane diverse città e regioni della Cina stanno affrontando lockdown più o meno rigidi per cercare di contrastare l’emergere di focolai di contagi da coronavirus, nel tentativo di mantenere la strategia “zero-Covid” che finora ha consentito alla popolazione di vivere in maniera grossomodo normale, nonostante l’aumento dei contagi nel resto del mondo. Il mantenimento della strategia, però, si sta facendo sempre più difficile, e tra le altre cose potrebbe essere messo sotto pressione dalla diffusione della variante omicron del coronavirus, molto contagiosa.

Dopo Xi’an, una città da 13 milioni di abitanti che è in lockdown da ormai due settimane, l’emergere di vari piccoli focolai nella provincia dell’Henan, nel centro del paese, ha provocato l’applicazione di varie misure piuttosto ampie: la città di Yuzhou, che ha 1,2 milioni di abitanti, è stata sottoposta a un lockdown molto rigido, mentre a Zhengzhou, la capitale provinciale con oltre 10 milioni di abitanti, è stato imposto un lockdown parziale. È in corso un lockdown parziale anche a Ningbo, una città portuale nell’est della Cina, poco sotto Shanghai.

Tutti questi lockdown, totali o parziali, sono stati messi in atto dopo la scoperta di pochissimi casi: a volte qualche decina, a volte ancora meno. L’intenzione delle autorità è di eliminare completamente la diffusione del virus, come è stato fatto in Cina fin dai primi tempi della pandemia, ma l’emergere di numerosi piccoli focolai nelle ultime settimane è visto con una certa preoccupazione dalle autorità.

A complicare le cose c’è il fatto che manca poco al capodanno cinese (il 1° febbraio), una festività per la quale centinaia di milioni di persone di solito viaggiano all’interno del paese per andare a trovare le proprie famiglie, aumentando le possibilità di contagio. Inoltre, il 4 febbraio cominciano le Olimpiadi invernali di Pechino, e il governo cinese sta cercando di conciliare la necessità di accogliere migliaia di atleti da tutto il mondo con la volontà di mantenere i contagi nel paese a zero.

A Xi’an il lockdown è in corso da due settimane e le cose stanno andando meglio, almeno dal punto di vista dei contagi.

La città sta affrontando un lockdown durissimo: in alcuni quartieri alle persone è perfino vietato uscire di casa per fare la spesa, e spesso i servizi di consegna di generi alimentari non riescono a servire tutti, al punto che ci sono state lamentele per la mancanza di cibo. Quarantamila persone, inoltre, sono state trasferite in centri speciali per la quarantena. Mercoledì in città sono stati trovati 40 nuovi casi, un netto calo rispetto ai 95 del giorno prima. I casi dall’inizio del focolaio, a dicembre, sono stati 1.758.

– Leggi anche: Come vanno le cose nella metropoli cinese in lockdown

Lunedì al lockdown di Xi’an si è unito quello di Yuzhou, una città da 1,2 milioni di abitanti nell’Henan. La misura è stata attivata dopo la scoperta di appena tre casi di persone asintomatiche, ma è comunque molto dura: come a Xi’an, nei quartieri ad alto rischio le persone non possono uscire di casa nemmeno per fare la spesa, mentre negli altri può farlo soltanto una persona per casa, ogni due giorni. Mercoledì le autorità hanno imposto un lockdown parziale anche a Zhengzhou, la capitale provinciale, dopo la scoperta di 11 nuovi casi, nove dei quali asintomatici.

È stato imposto un lockdown anche in alcune parti della città costiera di Ningbo, che ospita il terzo porto più attivo del mondo, dopo la scoperta di 23 casi in due giorni. Le restrizioni a Ningbo fanno temere, tra le altre cose, nuovi ritardi nelle spedizioni marittime.

– Leggi anche: La crisi dei commerci mondiali, spiegata bene

Per ora, almeno secondo il governo cinese, la variante omicron del coronavirus è poco presente nel paese. Anche a Xi’an, dove è stato registrato il focolaio di gran lunga più grande, la stragrande maggioranza dei casi apparteneva alla variante delta.

Il grande aumento di casi provocato da omicron nel resto del mondo potrebbe però diventare un problema soprattutto con l’inizio delle Olimpiadi invernali.

Per evitare la diffusione di contagi, tutti i partecipanti all’evento – dai circa 3.000 atleti allo staff ai giornalisti – saranno rinchiusi in una cittadella olimpica senza possibilità di contatti con l’esterno. Per entrare nel paese dovranno sottoporsi a due tamponi molecolari consecutivi, e una volta dentro dovranno essere testati quotidianamente e indossare sempre la mascherina.

– Leggi anche: Come sarà la “bolla” delle Olimpiadi invernali di Pechino