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  • Venerdì 31 dicembre 2021

«Dobbiamo ottenere ciò che è grande e importante occupandoci allo stesso tempo di ciò che è piccolo e fragile»

Lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping nel suo discorso di fine anno, a proposito delle ambizioni del paese

Il presidente cinese Xi Jinping durante il discorso di fine anno a Pechino (Xinhua/ Yan Yan via ANSA)
Il presidente cinese Xi Jinping durante il discorso di fine anno a Pechino (Xinhua/ Yan Yan via ANSA)

Nel discorso di fine anno che ha tenuto venerdì a Pechino, il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato l’importanza di mantenere «una prospettiva sul lungo periodo» e di «restare consapevoli dei potenziali rischi» che nei prossimi decenni potrebbero impedire alla Cina di diventare la prima potenza mondiale, come vorrebbe il Partito Comunista al governo.

Secondo Xi la Cina è già riuscita nell’obiettivo di costruire quella che ha definito una società «moderatamente prospera»: un passo importante nel percorso con cui, nella sua visione, il paese si trasformerà in uno stato forte e armonioso entro il 2049, nel centenario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Allo stesso tempo, Xi ha detto che il «grande rinnovamento della nazione» non sarà facile:

Dobbiamo sempre mantenere la prospettiva sul lungo periodo, restare consapevoli dei potenziali rischi, tenere alta l’attenzione strategica e la determinazione, e ottenere ciò che è grande e importante occupandoci allo stesso tempo di ciò che è piccolo e fragile.

Nel discorso, che è stato trasmesso sulla televisione di stato e alla radio, Xi si è definito il «leader del popolo» e ha detto di avere «sempre a cuore» le preoccupazioni e le aspirazioni delle persone cinesi. A differenza degli anni precedenti, non ha parlato della situazione economica del paese e non ha nemmeno affrontato apertamente il tema delle grandi tensioni con gli Stati Uniti, in corso ormai da tempo.

Come aveva già fatto qualche mese fa, è però tornato a parlare della «riunificazione della nazione», facendo riferimento in particolare a Taiwan, l’isola a est della Cina continentale che di fatto è indipendente ma viene considerata dal governo cinese parte del proprio territorio. La «completa riunificazione della nostra nazione», ha detto Xi, è «un’aspirazione condivisa dalle persone di entrambi i lati dello stretto di Taiwan».

La riunificazione citata da Xi riguarderebbe anche Macao e soprattutto Hong Kong, la regione amministrativa speciale dove negli ultimi due anni il governo cinese ha eroso i diritti civili e le libertà politiche della popolazione locale grazie alla contestatissima legge sulla sicurezza nazionale. «La prosperità e la stabilità di Hong Kong e Macao sono sempre vicine al cuore della madrepatria», ha commentato Xi. «Solo con l’unità e sforzi condivisi» si potrà garantire l’applicazione del principio “un paese, due sistemi”, che ribadisce l’unità nazionale della Cina ma dovrebbe riconoscere allo stesso tempo le diversità e le autonomie locali, ha detto.

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