La fine degli allevamenti di animali per le pellicce in Italia
La manovra prevede un divieto dal primo gennaio, e le strutture ancora attive dovranno cessare la propria attività entro sei mesi
![Tre attiviste dell'organizzazione per i diritti degli animali Peta manifestano contro l'utilizzo delle pellicce in piazza Duomo a Milano, il 24 settembre 2020 (ANSA/ Mourad Balti Touati)](https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2021/12/attiviste-peta-milano.jpg.webp)
Con l’approvazione della legge di bilancio, prevista entro la fine dell’anno, dal primo gennaio del 2022 in Italia saranno vietati gli allevamenti di visoni, volpi, procioni, cincillà e «animali di qualsiasi specie» che vengano fatti riprodurre in cattività e uccisi con lo scopo di ricavarne pellicce. Lo prevede un emendamento alla Legge di Bilancio approvato martedì in Commissione Bilancio del Senato, e presentato a prima firma dalla capogruppo del Gruppo Misto al Senato Loredana De Petris.
L’Italia si unisce quindi alla ventina di paesi europei che avevano già stabilito il divieto di allevare visoni e altri animali per la produzione di pellicce. L’approvazione dell’emendamento è arrivata dopo una lunga campagna in favore della chiusura definitiva degli allevamenti portata avanti da tempo da vari enti e associazioni, tra cui LAV, la Lega antivivisezione.
Le nuove norme riguarderanno in particolare i 5 allevamenti di visoni ancora attivi in Italia, che sono sparsi tra Lombardia, Emilia-Romagna e Abruzzo e dovranno essere dismessi entro il 30 giugno del 2022. Come ha osservato la LAV, in questi allevamenti ogni anno venivano allevati e uccisi circa 60mila visoni con lo scopo di ricavarne pellicce. I 7.039 visoni riproduttori ancora presenti negli allevamenti potranno rimanervi fino al prossimo 30 giugno: poi saranno destinati ad apposite strutture, che come sottolinea l’emendamento dovranno preferibilmente essere «gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute».
Le indicazioni sulla nuova sistemazione degli animali saranno contenute in un decreto dei ministeri della Transizione ecologica, dell’Agricoltura e della Salute che dovrà essere emanato entro il 31 gennaio 2022. Sono previsti indennizzi per gli allevamenti che dovranno cessare la propria attività.
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Un visone in un allevamento danese (Ole Jensen/ Getty Images)
Nel novembre del 2020 il ministero della Salute aveva stabilito la sospensione delle attività degli allevamenti di visoni su tutto il territorio italiano a scopo precauzionale per via della pandemia da coronavirus, dopo che tra gli animali si era sviluppata una mutazione del virus, accertata in diversi paesi europei e trasmessa ad alcune persone. A febbraio la sospensione era stata prorogata fino al 31 dicembre del 2021, e senza un ulteriore provvedimento gli allevamenti avrebbero riaperto dal prossimo gennaio. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha definito l’approvazione dell’emendamento una «vittoria».
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