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  • Martedì 7 dicembre 2021

900 bisonti di Yellowstone si potranno cacciare

Nel 1902 stavano per estinguersi ma ora ce ne sono fin troppi, dicono i gestori dei parchi nazionali americani

Bisonti del Grand Canyon National Park attraversano una strada, il 30 agosto 2021 (Lauren Cisneros/Grand Canyon National Park via AP, La Presse)
Bisonti del Grand Canyon National Park attraversano una strada, il 30 agosto 2021 (Lauren Cisneros/Grand Canyon National Park via AP, La Presse)

Nel Parco di Yellowstone, negli Stati Uniti, i bisonti sono troppi. Sono talmente tanti che secondo il National Park Service, l’agenzia federale che gestisce i parchi nazionali, con il loro brucare nelle praterie potrebbero privare di cibo altri animali erbivori. Inoltre si spostano verso zone del Montana dove gli allevatori temono che possano trasmettere al bestiame il batterio della brucellosi, una malattia dei bovini.

Per questa ragione, sebbene nell’ultimo secolo i bisonti abbiano rischiato l’estinzione, la settimana scorsa i gestori del Parco di Yellowstone hanno deciso che 900 esemplari potranno essere cacciati, macellati o isolati in una struttura per essere sottoposti a un test per la brucellosi.

Nel 1902 in tutti gli Stati Uniti c’erano meno di 100 bisonti: nel secolo precedente erano stati cacciati a tal punto da rischiare di estinguersi e nel frattempo il loro habitat, che un tempo occupava gran parte delle pianure nordamericane, ospitando decine di milioni di esemplari, era stato notevolmente ridotto dalle attività umane. Grazie a uno dei primi sforzi per conservare una specie animale, i bisonti furono però salvati. Nel Parco di Yellowstone erano circa 500 negli anni Settanta, oggi sono 5.450.

Di recente la popolazione di bisonti del parco è aumentata ogni anno tra il 10 e il 17 per cento.

I bisonti si riproducono molto velocemente rispetto ad altri grossi mammiferi, e la percentuale di cuccioli che sopravvive ai primi mesi di vita è particolarmente alta nella specie. Dato che il territorio del parco è limitato – e fuori dai suoi confini ci sono campi, pascoli e infrastrutture umane – negli ultimi vent’anni sono state programmate periodiche uccisioni, in modo da tenere sotto controllo il numero di animali. Sono aumentati anche i lupi e gli orsi, che sono predatori, ma non in numero tale da limitare l’aumento dei bisonti.

Anche nel Grand Canyon National Park, in Arizona, c’è un problema simile e quest’anno per la prima volta è stata autorizzata la caccia dentro ai suoi confini. All’interno del Parco di Yellowstone – che invece si trova tra il Wyoming, l’Idaho e il Montana – non si potrà sparare ai bisonti, ma si potrà farlo fuori dai suoi confini.

È comunque probabile che la maggior parte dei 900 bisonti che il National Park Service ha stabilito che dovranno uccisi o isolati saranno catturati, testati per la brucellosi e macellati dalle comunità di nativi americani della zona, oppure trasferiti in altre parti degli Stati Uniti: l’anno scorso solo due degli 834 bisonti che si potevano uccidere sono stati uccisi da cacciatori. Gli animali infatti sono spinti a rientrare all’interno dei confini del parco dall’attività di caccia.

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