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  • Lunedì 6 dicembre 2021

Non ci saranno rappresentanti del governo statunitense alle Olimpiadi di Pechino

È un boicottaggio “diplomatico” – non riguarda gli atleti – contro gli abusi dei diritti umani in Cina

Una persona sistema il logo delle Olimpiadi invernali di Pechino, il 17 settembre 2021 (AP Photo/Mark Schiefelbein, La Presse)
Una persona sistema il logo delle Olimpiadi invernali di Pechino, il 17 settembre 2021 (AP Photo/Mark Schiefelbein, La Presse)

Non ci saranno rappresentanti del governo statunitense alle Olimpiadi invernali di Pechino del 2022. Lo ha annunciato lunedì la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, spiegando che tale boicottaggio “diplomatico” è dovuto al fatto che la Cina «continui a commettere genocidi e crimini contro l’umanità nello Xinjiang e altre violazioni di diritti umani». Gli Stati Uniti infatti accusano il governo cinese di portare avanti un genocidio contro gli uiguri, una minoranza etnica della regione, di religione musulmana.

Psaki ha anche precisato che il boicottaggio non riguarderà atlete e atleti americani, che avranno il «pieno sostegno» dell’amministrazione del presidente Joe Biden. Ha detto che non sarebbe stata la «mossa giusta» impedire la partecipazione alle sportive e agli sportivi, e che anzi un boicottaggio completo sarebbe stato ingiusto verso di loro. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha detto di rispettare la scelta americana.

Gli Stati Uniti hanno informato i paesi con cui sono alleati della loro decisione, ma non hanno chiesto a nessuno di associarsi al boicottaggio diplomatico. La scelta comunque era attesa – il mese scorso Biden aveva detto che ci stava pensando – e la Cina aveva detto che avrebbe preso delle «risolute contromisure» in risposta a un’iniziativa del genere.

L’ultima volta che gli Stati Uniti avevano boicottato i Giochi Olimpici era stata nel 1980, e in quell’occasione alle atlete e agli atleti statunitensi era stato impedito di gareggiare: quell’anno le Olimpiadi si tenevano a Mosca e l’allora presidente Jimmy Carter decise il boicottaggio per protestare contro l’invasione da parte dei sovietici dell’Afghanistan, iniziata il 25 dicembre del 1979. La decisione degli Stati Uniti venne seguita da 65 paesi tra cui Canada, Germania Ovest, Norvegia, Giappone, Corea del Sud, Cile, Argentina, Israele e Cina.

I Comitati Olimpici di altri 15 paesi, tra cui l’Italia, decisero invece di partecipare, ma per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan lo fecero sotto la bandiera olimpica invece che sotto quelle nazionali. Alle Olimpiadi successive, quelle del 1984 a Los Angeles, furono invece l’Unione Sovietica e altri 13 paesi a non partecipare, come risposta al precedente boicottaggio.