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  • Mercoledì 1 dicembre 2021

Le regole sulla gestione dei contagi a scuola non cambieranno

Nonostante appena due giorni fa una circolare del ministero della Salute avesse annunciato un nuovo regime di DAD

(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)
(ANSA/MOURAD BALTI TOUATI)

Il governo ha deciso che le regole sulla gestione dei contagi a scuola rimarranno invariate, nonostante nei giorni scorsi circolare congiunta dei ministeri della Salute e dell’Istruzione avesse annunciato una modifica delle linee guida sulla didattica a distanza per le classi: per i bambini fino a 6 anni la didattica a distanza continuerà a scattare solo nel caso sia riscontrato un alunno positivo in classe, per gli alunni tra 6 e 12 anni saranno necessari due casi positivi e per quelli con più di 12 almeno tre positivi.

Lo hanno comunicato i ministeri della Salute e dell’Istruzione martedì sera in una nuova circolare congiunta che di fatto ne ha smentito una del giorno prima, che autorizzava i presidi ad attivare la didattica a distanza per tutte le classi e per tutte le fasce di età con un solo caso di positività tra gli alunni o tra il personale scolastico.

La nuova circolare ha invece ribadito le linee guida ministeriali pubblicate un mese fa con l’obiettivo di favorire l’insegnamento in presenza prevedendo un sistema di tracciamento dei casi attraverso tamponi e test antigenici, articolato in maniera diversa a seconda delle fasce d’età, che avrebbe dovuto ridurre al minimo la possibilità della didattica a distanza.

Nel giro di due giorni i ministeri hanno quindi cambiato drasticamente idea su un tema che riguarda milioni di studenti italiani. Secondo i giornali la nuova circolare sarebbe frutto di un intervento diretto della presidenza del Consiglio, dopo un consulto con il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) e con il commissario all’emergenza COVID-19, Francesco Paolo Figliuolo, con l’obiettivo di continuare a evitare per quanto possibile la didattica a distanza.

Nella prima circolare, firmata il 29 novembre dal direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, si sosteneva che il recente aumento dei casi di contagio da coronavirus, anche tra bambini e ragazzi in età scolare, fosse un problema per il corretto tracciamento, il cui funzionamento era alla base dei protocolli. Per questo motivo nella circolare si diceva di ritenere opportuno «sospendere provvisoriamente il programma di “sorveglianza con testing” e di considerare la quarantena per tutti i soggetti contatto stretto di una classe/gruppo dove si è verificato anche un singolo caso tra gli studenti e/o personale scolastico».

Con la nuova circolare quanto dichiarato un giorno prima viene annullato, e si torna quindi alle regole precedentemente in vigore: il motivo, si spiega nel documento, è la disponibilità a intensificare le attività di testing nelle scuole, fornita nel frattempo dalla struttura del commissario straordinario per l’emergenza COVID-19 Francesco Paolo Figliuolo per potenziare il tracciamento dei contagi; «garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del governo».

In base alle linee guida entrate in vigore l’8 novembre, per i bambini fino ai 6 anni che frequentano le scuole dell’infanzia, in caso di rilevamento di un contagio è prevista per tutti gli alunni una quarantena di 10 giorni, con un test da fare il primo giorno e un ulteriore test dopo 10 giorni.

Dai 6 anni in poi, nel caso in cui venga riscontrato un caso positivo tra gli studenti o tra i docenti, tutti gli alunni devono effettuare un test per accertare l’eventuale contagio. Questo test, che definisce il “Tempo 0” o “T0”, può essere sia un test antigenico che un tampone molecolare o un cosiddetto test salivare, e va fatto il «prima possibile dal momento in cui si è stati informati dal referente scolastico» della presenza di un caso. Se il risultato del test è negativo, gli studenti possono tornare subito a scuola, ma devono comunque sottoporsi a un secondo test dopo 5 giorni (“T5”) per verificare di non essere stati contagiati.

In presenza di un ulteriore caso positivo oltre a quello già riscontrato, gli studenti vaccinati o guariti dopo aver contratto il coronavirus da meno di 6 mesi potranno continuare a frequentare le lezioni, sottoponendosi comunque al T5; tutti gli altri dovranno sottoporsi a una quarantena di 10 giorni. Nei casi in cui invece vengano riscontrati in tutto tre contagi, dovrà stare a casa in quarantena tutta la classe.

I docenti, nel caso abbiano svolto lezione in classi con 1 o 2 contagi tra gli alunni o abbiano avuto contatti con colleghi contagiati, devono isolarsi in quarantena per 10 giorni solo se non sono vaccinati, e possono rientrare a scuola solo dopo due tamponi negativi. Nel caso di tre contagi tra gli alunni vanno invece direttamente in quarantena insieme a tutta la classe, anche se sono vaccinati.